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Va in archivio la Festa del Pd con il confronto a distanza Balzani-Bonaccini

I due candidati alle Primarie sono intervenuti a distanza nell’ultima serata della Festa del Pd in piazza Cavalli. Molinari: «Bilancio positivo, valeva la pena fare la festa qui, la piazza è stato un luogo di confronto e dialogo»

Ultima sera di dibattiti e confronti per la Festa del Pd 2014 che va in archivio con la presenza dei candidati alle Primarie del 28 settembre Roberto Balzani e Stefano Bonaccini. Il primo a parlare è stato l’ex sindaco di Forlì Roberto Balzani, intervistato dal giornalista Mauro Ferri. «La mia idea di Regione  - ha detto Balzani ai cronisti - è un po’ il frutto di un’esperienza di un sindaco che si trova per un mandato a fare l’amministratore e si rende conto che in questi anni è soprattutto mancato una struttura in grado di tenere insieme il territorio. Non era una questone di soldi, di finanziamenti, ma una questione di “lettura” della realtà. Occorre fare in modo che i singoli amministratori possano dare risposte ai cittadini. La Regione deve diventare un luogo di programmazione, di lettura, di studio, di identità e visione, e molto meno di gestione, che deve essere lasciata di più agli enti sul territorio. La mobilità è un tema chiave del mio programma. Le risorse  - ha continuato il candidato - sono sempre minori, ma non possiamo spendere 10 per il trasporto su gomma e 0,5 per il sistema ferroviario. L’Emilia-Romagna è una grande città, una conurbazione che va da Piacenza fino a Rimini e merita un treno cadenzato ogni 15 minuti/mezz’ora. I soldi c’erano ma non sono stati mai spesi sui trasporti». Errani qualche cosa buona l’avrà fatta, chiediamo. «L’idea di incominciare a costituire una rete amministrativa di nuovo modello sulle unioni è lodevole. C’è la necessità di riorganizzare il tessuto amministrativo dal basso. L’Italia non può certo stare in piedi con 120 province e più di ottomila comuni: qua Errani ha precorso i tempi sicuramente, anticipando Del Rio e il suo decreto. Un punto dolente però – ha concluso Balzani - è stata l’incapacità di mettere insieme le grandi “partite”: nella sanità ad esempio, si è assistito sempre di più a un’assistenza centralistica e burocratica. Pensiamo alla vicenda del 118 di Piacenza, trasferito a Parma».

Prima di intervenire alla Festa del Pd, Stefano Bonaccini ha incontrato in forma privata gli amministratori (in prevalenza sindaci) del nostro territorio. L’incontro è stato organizzato da una sostenitrice della campagna elettorale del candidato modenese: l’assessore uscente Paola Gazzolo. «Ho fatto l’amministratore – ha detto ai microfoni - per tanti anni: 7 anni nel comune dove vivo, 6 anni a Modena e negli ultimi 5 anni mi sono fatto 400mila chilometri con la mia auto per venire anche a Piacenza a visitare più o meno tutti i comuni. Mi prendevano in giro perchè sono stato a Zerba tre volte e conosco bene il vostro territorio. Il punto di vista degli amministratori va sempre ascoltato: non possiamo calare dall’alto decisioni. Piacenza non è un territorio marginale, ha diverse eccellenze ed è la porta d’ingresso in Emilia dalla Lombardia: ha però alcuni problemi che proveremo a risolvere nei prossimi cinque anni». Quali sono i problemi di questa provincia? «C’è da valorizzare di più questo territorio molto bello ma poco conosciuto, occorre incrementare il turismo agroalimentare e naturale e bisogna migliorare la mobilità sul ferro. Inoltre c’è un problema nella sanità: troppi piacentini vanno in Lombardia perché qua ci sono lista d’attesa troppo lunghe. Voglio comunque fare i complimenti a Roberto Reggi e Paolo Dosi, e al sindaco di Fiorenzuola Compiani: questo territorio è stato ben amministrato». E sulla lotta tra “gemelli” con Richetti, entrambi quarantenni, modenesi, renziani?

«Richetti è un caro amico, persona che stimo tantissimo: credo però di conoscere meglio la Regione di lui e di aver avuto più esperienze amministrative. Comunque, chiunque vinca, saprà fare il meglio: guai se ci perdiamo in una rissa interna, i nostri elettori non ce lo perdonerebbero. Errani invece ha gestito in modo ottimale la questione terremoto: è un’immagine simbolo dell’Emilia di questi anni. Il governo per la prima volta ha dato l’incarico di commissario a un presidente della Regione, e senza un euro di più di quanto ci spettava, gli interventi sono stati fatti. Ora però, dopo quindici anni, serve una nuova classe dirigente. Errani si è dimesso, è stato un gesto esemplare: non stava scritto nella legge Severino che doveva abbandonare». Beppe Pagani, collaboratore di Richetti, ha sostenuto che Bonaccini, con tutto il suo apparato di ex assessori di Errani, non rappresenterebbe il cambiamento renziano. «Come mai – tuona Bonaccini - la stragrande maggioranza dei sindaci sottoscriverà la mia candidatura? Come mai il leader di Richetti, ovvero Matteo Renzi, mi ha chiamato a guidare il comitato nazionale della campagna congressuale che ci ha vinti stravincere? Perchè mi avrebbe chiamato nella segreteria? Pagani ha usato uno slogan per fare  propaganda. Io non mi permetterei mai di dire che Richetti, che è in Parlamento, fa parte della “Casta”». E l’amicizia con Reggi, dopo che l’ex sindaco di Piacenza accusò Bonaccini di essere un “dittattore alla Ceasescu? «Eravamo amici anche prima: ogni tanto lui ha dei ruoli “coloriti”. Nella battaglia congressuale, spesso, da avversari, si usano parole forti. Comunque stimo molto Roberto».

Soddisfatta la segreteria locale del partito per la buona riuscita della cinque giorni democratica. «Il bilancio – ha commentato Gianluigi Molinari, segretario provinciale - è particolarmente positivo: il programma di confronto politico della Festa era ricco e valeva la pena organizzarla in questo contesto che ha stimolato tanta gente a venire a sentire gli ospiti. Siamo molto felici, è stata una sfida, noi l’abbiamo accettata e l’abbiamo vinta in questi cinque giorni, in cui siamo stati estremamente rispettosi del luogo dove eravamo. In questo contesto si può fare politica, è il luogo del confronto e del dialogo, cose essenziali in politica: qualcun’altro invece preferisce l’insulto».

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