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Un milione alla coop del fratello: Errani, chiesto rinvio a giudizio

Dibattito incandescente in Regione. Il Pdl: «Un sistema per favorire le cooperative». Lega e Grillini: «Cosa farà se sarà processato?». Il governatore si difende: «Non ho mai favorito nessuno»

Non sembrava nemmeno il giorno prima di Ferragosto, oggi 14 agosto, nell’aula del Consiglio regionale, a Bologna. Solo posti in piedi: politici (qualche assente c’era), giornalisti e pubblico hanno fatto registrare il tutto esaurito. Eh sì, perché la seduta aveva due ordini del giorno ricchi: il dibattito sulla vicenda Terremerse, che vede la richiesta di rinvio a giudizio – l’udienza davanti al gip è fissata il 7 novembre - per il presidente Vasco Errani accusato di falso ideologico dalla procura (avrebbe fatto avere un finanziamento da un milione di euro a una cooperativa vitivinicola del fratello Giovanni, nel Comune di Imola) e la relazione sui danni del terremoto in Emilia Romagna. Con Errani, sono indagati nell’inchiesta anche i direttori regionali Filomena Terzini e Valtiero Mazzotti.

A far convocare il Consiglio straordinario sono stati Lega Nord e Movimento 5 Stelle. Al termine di una breve replica, un emozionato Errani, ha detto che «deciderà il giudice» rispondendo al Carroccio e ai grillini che gli chiedevano che cosa avrebbe fatto se sarà rinviato a giudizio. Errani ha anche negato di aver mai fatto favori a qualcuno. Una domanda che potrebbe avere ripercussioni anche sulla gestione post terremoto, perché Errani è stato nominato commissario straordinario. Il dibattito ha poi portato in primo piano l’attacco delle opposizioni che hanno più volte sottolineato come sia giunto al capolinea il sistema di finanziamento alle coop, da sempre fiancheggiatrici della sinistra.

Chiesto rinvio a giudizio di Errani, dibattito in Regione ©GisImage

IL DIBATTITO. Fabio Filippi (Pdl) ha sottolineato come la vicenda «sia emersa grazie al Pdl, già nel 2009 chiesi, senza averli subito, i documenti del permesso di costruire e di conformità. Quando li ebbi, scoprii che con velocità eccezionale venne chiesto il permesso di costruire il 25 maggio e il 17 giugno fu rilasciato. La coop Terremerse ha munto milioni alla Regione ed Errani non dica che non ha mai favorito nessuno: se dai i tre quarti dei finanziamenti alle cooperative, ai contadini non resta nulla. I funzionari delle coop non dormono e lavorano in azienda, i contadini sì. Il legale di Errani ha detto che la procura si è sbagliata, ma non vero, non ci sono stati errori. Eravate voi che eravate convinti di essere impuniti. Il finanziamento ci fu solo con il collaudo di una tettoia e su quel documento il Comune di Imola non ha messo né una marca da bollo né un numero di protocollo».

Poi Villani, come ripetuto anche dai colleghi di partito ha stigmatizzato il comportamento di una sinistra garantista a corrente alternata: «Noi lo siamo 365 giorni all’anno». D’accordo con lui anche il consigliere piacentino Andrea Pollastri: «Attendiamo cosa deciderà il presidente l’8 novembre. Noi siamo sempre stati coerenti e garantisti». Bordate anche da Giovanni Favia (Movimento 5 stelle), che ha esordito ironizzando sul Pd: «Volevo sentire che cosa avevano da dire, ma non hanno parlato (lo farà in seguito il capogruppo Marco Monari, ndr). Chiedo subito la restituzione del finanziamento alla coop del fratello di Errani, sono soldi illegittimi. Oltre a quelle politiche, ci sono anche responsabilità amministrative gravi, perché è coinvolto un alto dirigente, il direttore generale, che è nominato di fiducia. La mia condanna oggi è politica per ciò che lei ha fatto negli ultimi 15 anni. Io la sconfesso perché è emerso che in Regione c’è un sistema di relazioni forti tra alcuni soggetti».

Il riferimento è al cordone ombelicale che lega Giunta, sinistra e coop rosse. Manes Bernardini, della Lega, ha posto il delicato problema del dopo 7 novembre. «Cosa farà Errani? Oggi ha detto che deciderà il giudice. Vedremo. E poi che cosa significa? Che sarà il giudice a stabilire il futuro politico di Errani? Che sarà il giudice a decidere la fine di questa legislatura? Il fatto è che oggi si conclama la questione morale del Pd. Caro Pd, smetti di fare il maestrino e decidi cosa fare da grande, se diventare garantista o no». Il piacentino Stefano Cavalli, in aula con tutta la pattuglia leghista, ha replicato a chi accusava il Carroccio di aver voluto fare pubblicità: «Sono temi importanti direi, quelli discussi oggi. Con i grillini abbiamo chiesto e ottenuto questo Consiglio straordinario. Noi siamo garantisti e lo saremo fino al terzo grado di giudizio. Ora sta a Errani fare la sua scelta». 

Dopo il fuoco di fila delle opposizioni, la parola è passata a Monari. Subito è partita la difesa ideologica dell’operato in Regione: «Il movimento politico, partito con il Pci, ha reso possibile in questi decenni un salto di qualità e di libertà in questa regione. Gli interventi di Filippi sono fuori luogo». Immediato il paragone con la Lombardia, che ha fatto storcere il naso al centrodestra: «Non è vero che le coop siano privilegiate. Il Psr dell’Emilia Romagna stanzia il 5 per cento dei finanziamenti per le coop, la Lombardia il 7. Inoltre, al Pirellone c’è una paralisi, a causa delle inchieste giudiziarie, dal punto di vista politico e amministrativo. Ma Filippi questo non lo ha ricordato».

Dopo aver lodato Errani per aver lui stesso fatto emergere il caso ha detto che il Pd «è al suo fianco. Chi lo conosce sa che è un uomo guidato dall’onestà e dal rispetto per le istituzioni». Poi, la frase di prammatica: «Siamo sicuri che il presidente saprà provare la propria totale estraneità  e dimostrare la propria correttezza politica ed etica». Anche Marco Carini, consigliere piacentino del Pd, ha condiviso le parole di Monari, sottolineando come «l’Emilia sia stata la prima Regione ad attuare interventi programmati nel Psr, con i Piani triennali di programmazione. Qui siamo alla seconda edizione, in altre Regioni devono ancora partire». Carini ha affermato di essere «rimasto colpito dall’intervento di Errani, il quale ha dato una lettura politica corretta della vicenda mostrando una dignità e una coerenza straordinarie». Riguardo al sistema delle coop, Carini ha detto «che se si esce dal luogo comune, si vede che i fondi assegnati alle coop sono soltanto il 5 per cento». Numeri che hanno fatto dubitare il consigliere Cavalli.

ERRANI. Sulla vicenda Terremerse, «nella comune consapevolezza che questa non è la sede nella quale si possa svolgere un dibattimento», il presidente Errani ha riassunto i rilievi per i quali la Procura di Bologna ha chiesto il suo rinvio a giudizio per il reato di falso pubblico che sarebbe stato rilevato nell’ambito della relazione redatta dei direttori regionali Filomena Terzini e Valtiero Mazzotti e allegata ad un esposto presentato dallo stesso presidente della Giunta alla Procura il 22 ottobre 2009, in seguito ad alcuni articoli usciti sulla stampa relativi a Terremerse, cooperativa allora presieduta dal fratello di Errani, Giovanni, e destinataria di un finanziamento regionale di un milione di euro. La scelta di interessare la Procura, «perché potesse svolgere celermente gli opportuni accertamenti», ha ribadito Errani, era la «strada maestra più diretta e trasparente per chiarire tutta la vicenda, non avendo nulla da nascondere». Nella relazione – ha replicato Errani – si assumeva come verosimile, sulla base delle informazioni assunte, che un passaggio dello svolgimento delle pratiche edilizie avviate dalla cooperativa agricola Terremerse presso il Comune di Imola «potesse interpretarsi come ‘variante’ in luogo di nuovo permesso, e si rinviava esplicitamente per una documentazione compiuta agli atti in possesso del Comune. Tale valutazione, rivelatasi errata - e questo è ciò che si rimprovera come falso - era sostenuta all’epoca anche dal tenore formale della documentazione esistente». In proposito, Errani ha quindi ricordato che la Regione, a fronte di irregolarità nell’iter edilizio ravvisate dalla Procura, si è tutelata chiedendo all’azienda la restituzione del finanziamento a suo tempo concesso, «e attendo ora su tale ingiunzione il giudizio del Tar». «Ho sempre espresso fiducia e rispetto nell’operato della magistratura - ha concluso - e continuo a farlo, non per una ragione di forma ma per intima convinzione”, ha poi sottolineato Errani, “confido che la verità emerga con forza e che il prossimo 7 novembre il giudice accerterà la mia buona fede e l’insussistenza del rimprovero penale che mi viene mosso».

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