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Unire l’Emilia-Romagna alla Toscana, Bonaccini ci pensa

La proposta del presidente della Regione Emilia-Romagna alla direzione nazionale del Pd: «Venti regioni sono troppe, tocca a noi accorparle. Non dobbiamo aspettare che ce lo venga a dire il Paese». L'idea non piace alla Lega Nord: «Guardiamo ad altre realtà»

«Venti regioni sono troppe, tocca a noi accorparle». Stefano Bonaccini ha lanciato una proposta destinata a far discutere: unire l’Emilia Romagna alla Toscana, creando una macro-regione, con due aree metropolitane al suo interno, in grado di tagliare i costi della macchina burocratica e della politica. L’idea è partita dalla platea della direzione nazionale del Pd. Già nei giorni scorsi il ministro all'ambiente Gian Luca Galletti, bolognese, aveva parlato di asse Firenze-Bologna. Secondo Bonaccini, il tema dell'accorpamento di alcune Regioni può «diventare un dibattito non banale nè stupido, ma un dibattito reale in una chiave di riforma costituzionale del Paese. Non dobbiamo – è il parere del neo governatore, riportato dall’Agenzia “Dire” - aspettare che qualcuno ci venga a raccontare che le Regioni vanno abolite, perchè secondo me troverebbe un grande consenso nel Paese. Dobbiamo essere noi a chiedere una riforma che parta dall'idea e dal ragionamento se non sia il caso che questo Paese abbia un po' meno delle 20 Regioni di oggi. C’è bisogno di una riforma del regionalismo. Tra qualche anno le Regioni non potranno rimanere le 20 di oggi, altrimenti la cancellazione di 110 Province in futuro, con 20 Regioni e 8.000 Comuni, sarebbe dimezzata».

Con l’unione delle due realtà, si arriverebbe a una ragione da quasi 8 milioni di abitanti e ben due aree metropolitane (Firenze e Bologna) distanti poco meno di un’ora di treno. Il progetto di accorpare alcune regioni italiane è fermo da quasi vent’anni. In passato si era affrontata l’idea di unire più enti, ma la discussione politica al riguardo prendeva in considerazione regioni più “piccole” di dimensioni e di popolazione.  L’idea al momento piace al sindaco di Firenze Dario Nardella, ma dalla Regione Toscana non trapela un grande entusiasmo. Il governatore Enrico Rossi in passato si era reso favorevole all’idea di accorpare le regioni, ma non a quello di unire regioni come Toscana ed Emilia-Romagna. Di seguito si riporta il pensiero – fortemente contrario – della Lega Nord, che in consiglio regionale rappresenta il gruppo d’opposizione più nutrito.

Fabbri (Lega Nord): «La nostra Regione guardi a intese con la Lombardia e il Veneto»

«Bonaccini ridisegna la geografia delle Regioni mettendo bandierine di partito. Noi diciamo, diversamente, che per l’Emilia Romagna è venuto il momento di guardare al Nord, a Lombardia e Veneto in particolare. Insieme siamo il ‘blocco produttivo’ del paese, insieme possiamo fare
tanto».  A dirlo è il consigliere regionale leghista Alan Fabbri, intervenendo sull’ipotesi di accorpamento tra Regioni.  «Bonaccini sogna un ‘blocco rosso’ che risponde a illusioni politiche, ma non ha alcuna utilità pratica. Noi pensiamo a una intesa tra ‘motori’ produttivi del paese, per sviluppare progetti comuni su Po, infrastrutture, trasporti. Con 15 miliardi di euro di tasse regalate ogni anno a Roma è venuto il momento che l’Emilia Romagna, insieme alle altre Regioni che più contribuiscono al Pil nazionale, trattino con Roma condizioni oggi imprescindibili: meno tasse, sgravi fiscali per i terremotati, aree a burocrazia zero, maggiori spazi di autonomia. La nostra imprenditoria, che contribuisce in maniera determinante all’economia del paese, deve poter lavorare, senza le vessazioni oggi imposte dagli ultimi governi».

Matteo Rancan (Lega Nord): «No a ponte rosso con Toscana»

«No a un ponte-rosso tra Emilia Romagna e Toscana, la nostra regione guardi al nord. Abbiamo l’occasione storica di costruire la macroregione con Lombardia e Veneto”. Il consigliere regionale leghista Matteo Rancan – intervenendo sull’ipotesi del nuovo assetto regionale – propone “l’approdo a Nord”. Unire le anime più produttive del paese per creare una macroregione che sia leader in Europa» propone Rancan, che sollecita Bonaccini a «guardare all’interesse del territorio e a non farne solo una questione politica» e propone «un tavolo con Lombardia e Veneto per  iniziare a studiare progetti condivisi e realizzare un’integrazione a tre». Il consigliere leghista avverte: “Non accettiamo che il Pd gestisca in casa questa partita, chiediamo da subito massimo coinvolgimento di tutte le forze politiche e di tutti i cittadini, che hanno il diritto di esprimere la loro opinione sulla migliore forma di autogoverno”

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