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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

«Da eliminare le attività che si tengono in piedi solo attaccate alle mammelle pubbliche»

L'associazione dei liberali piacentini risponde al direttore artistico del Valtidone Festival Livio Bollani

L’associazione liberali piacentini prende atto della risposta/non risposta del direttore artistico del Valtidone Festival e così replica. «La favoletta degli sponsor privati è vecchia e, ormai, non fa più dormire nessuno. C’è un’osservazione che taglia la testa al toro: se davvero gli sponsor finanziano tutto, o a metà, il Festival non si capisce perché, se veramente dispongono di quei soldi, i Comuni non li facciano passare direttamente a musicisti e così via.

Se è veramente così disdicano la loro adesione alla Fondazione festival (che li impegna all’infinito a pagare dei contributi: quanto legittimamente non si sa, a tenore dei dettami in materia di contabilità pubblica) o, perlomeno, dimezzino il contributo per il quale si sono impegnati. Ci auguriamo che sia così e che il comportamento dei Comuni lo dimostri. Fino ad allora non ci pare di poter condividere l’affermazione.

Le osservazioni del prof. Bollani relativamente al contributo della Regione (euro 21.000,00 all’anno) e della Fondazione di Piacenza e Vigevano (euro 150.000 all’anno) non sono pertinenti: da parte nostra (a parte quanto detto per la contabilità) non si contesta la legittimità, ma l’opportunità che questi enti sprechino soldi dei contribuenti, sempre in questo momento, per spettacoli in piazza.

Altrettanto, non colgono nel segno le altre osservazioni del prof. Bollani, che cerca di catturare il consenso di categorie varie accampando circostanze tutte da dimostrare, specie con riguardo a qualità degli spettacoli e preteso indotto. In pratica, il Valtidone fa tutto e porta tutto. Manca solo che si sostenga che abbia anche portato il caldo (d’estate). Poche ultime considerazioni per concludere questo comunicato.

Ci fornisca il prof. Bollani, fra tanti dati, anche quello relativo a quanto porta a casa lui col Festival. Ci dicano i Comuni se, a parte i lauti contributi versati e di cui al nostro precedente comunicato, sono in grado di certificare che non vi sono a carico degli stessi altre spese, anche di personale, per servizi aggiuntivi. Ci dica da ultimo il Presidente del Festival/Cantina sociale dott. Fornasari se, prima di ogni spettacolo, fa presente agli spettatori – come lo avevamo invitato a fare – che gli spettacoli non sono offerti dai sindaci o da lui, ma da loro stessi, quali contribuenti.

Auspichiamo attenzione al problema sollevato da parte di tutti e dei consiglieri comunali interessati in primo luogo: nel momento in cui si trova il nostro Paese, con tasse che ammazzano l’attività dei privati, è ora di dire pane al pane e vino al vino, come noi abbiamo fatto. La ripresa non può prescindere da una imprescindibile moralità nella spendita del denaro dei contribuenti e vanno eliminate tutte le attività che si tengono in piedi solo attaccate alle mammelle pubbliche e non per propria forza. E questo è il vero metro di giudizio sulle attività stesse, la loro importanza e la loro opportunità».

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