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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Vecchi (Movimento 5 stelle): «Software libero in Emilia Romagna»

Il candidato grillino Leonardo Vecchi espone un punto cruciale del suo programma in vista delle Regionali del 23 novembre

«La diffusione del software libero è inesorabile. In pochi anni – spiega Leonardo Vecchi, candidato del Movimento 5 Stelle - migrare a sistemi operativi free, basati su Linux, è diventato molto semplice. Si può fare, con le giuste precauzioni, in modo gratuito e facile. Nella serata intitolata «SOFTWARE LIBERO IN EMILIA ROMAGNA» si è parlato del punto programmatico regionale del m5s che punta alla migrazione della Rete pubblica al software libero, in continuità con leggi nazionali e CAD (Codice Amministrazione Digitale), che favoriscono la diffusione dell'open source (codice aperto, non necessariamente libero), ma anche con la scelta attuata dalla nostra Regione, abbandonando il pacchetto Office di Microsoft per la versione Open-Office. Si tratta di un primo, piccolo passo nella giusta direzione. Gli uffici dell'Ente Regionale opereranno, ai sensi dell' art. 68 del CAD, senza più sostenere i costi delle licenze proprietarie di Microsoft. Ma la strada da percorrere è ancora molto lunga. L'inizio della serata è stato dedicato al tema della libertà del software dal punto di vista etico, filosofico e culturale. L'ottimo Riccardo Grosso è partito dalle origini, puntualizzando che il software viene dagli uomini. Steve Jobs, Bill Gates, Richard Stallman e Linus Torvalds hanno concepito, secondo visioni fra loro molto diverse, le basi della conoscenza digitale. Mentre i celebri Jobs e Gates hanno ricavato incredibili profitti vendendo in tutto il mondo i loro prodotti, Stallman e Torvalds si son dati altri obiettivi, senza fine di lucro, condividendo una visione aperta per tutto: hardware, sistema operativo e software.

Il M5S propone di migrare verso sistemi operativi e programmi liberi, gratuiti ed aperti. Nel 90% dei casi, ciò che è possibile fare con un programma a licenza proprietaria, si può fare usandone un altro con licenza GNU GPL (General Public License, stesa da Stallman). Navigare in internet, spedire e ricevere posta, creare documenti è possibile con varie applicazioni gratuite. Fatte rare eccezioni, nelle PA, i PC si usano per questi scopi generalisti. Allora perché la collettività deve continuare a pagare licenze se è possibile farne a meno? Perché rinunciare ad un risparmio per il Paese, secondo le stime, di 675 milioni di euro all'anno? Su scala regionale, in proporzione al numero di abitanti, si otterrebbe un risparmio di 45 milioni. I vantaggi per la collettività sarebbero enormi. Una PA che usa software proprietario costringe chiunque si relazioni con essa, e in particolare le PMI, a fare lo stesso. Invece, con l'attuazione della nostra proposta, le aziende potrebbero risparmiare e garantirsi livelli di sicurezza e stabilità che solo i codici aperti offrono. Inoltre, sarebbe possibile lo scambio del software aperto fra diverse PA, cosa che viene impedita dalle licenze proprietarie. Naturalmente esistono fattori di criticità. La migrazione deve essere graduale, il suo progetto condiviso. Accanto ai tanti successi, si registrano anche fallimenti, forse provocati da scarsa progettualità. Qualcuno legittimamente è dubbioso di fronte agli annunci di chi ha scelto di tornare indietro. Non dimentichiamo che sono in ballo interessi enormi. Per citare solo qualche caso, la scuola italiana della Provincia di Bolzano, come testimoniato dall'intervento del prof. Pasquali, ha adottato software libero, e sta investendo nella formazione i risparmi sulle licenze. Questo consentirà una costante riduzione di spesa quando il percorso formativo sarà terminato. Nella stessa ottica vanno considerati i casi, fra loro diversi, dei Comuni di Parma, Torino, Udine, Modena, Empoli, Roma ed altri, dove spesso grazie a mozioni del M5S si stanno svolgendo progetti di migrazione. L'Italia non è certo all'avanguardia: abbiamo leggi e leggine che si limitano a favorire l'adozione di software libero, più a parole che nei fatti. Ma se guardiamo ad altri paesi, come la Francia, il Brasile, la stessa Cina, scopriamo che l'operazione è sostenibile e di assoluto interesse collettivo, non soltanto economico. Non bisogna dimenticare la lezione di Stallman: “L'Open Source è qualcosa di più di un ambiente operativo a codice aperto, gratuito ed estremamente versatile. E' una cultura e una filosofia di vita”. Il M5S è pronto a condividere questa proposta con le comunità del software libero, in modo tale da avviare un progetto aperto, trasparente e costantemente monitorabile. Anche in questo caso, ci mettiamo a disposizione di ogni cittadino che si attiva per tutelare i Beni Comuni, nei quali sono da ricomprendere la conoscenza ed il software».

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