rotate-mobile
Politica Pecorara

Violenza di genere, Bonaccini: «Esiste una grande questione maschile, servono svolta culturale e più prevenzione»

Seduta straordinaria sul tema dell’Assemblea legislativa regionale, «Oltre 2 milioni per finanziare 83 progetti per promozione, conseguimento pari opportunità e contrasto delle discriminazioni»

«Esiste una grande questione maschile. Che non conosce distinzioni di provenienza culturale e religiosa, economica, sociale e territoriale. E che di fronte all’innegabile avanzamento compiuto in pochi decenni da parte delle donne ha portato ad un colpo di coda, a una reazione quasi ancestrale, violenta e irrazionale, criminale e distruttiva che si abbatte proprio sulle persone più vicine. Ed è da questa consapevolezza – di essere di fronte a un fenomeno culturale e sociale, insieme alla responsabilità penale e individuale degli autori di violenze e delitti – che occorre partire per impostare adeguate politiche di prevenzione. Anche in Emilia-Romagna, dove pure la condizione femminile ha visto negli anni passi avanti importanti, ma persiste una disparità di opportunità che la pandemia ha aggravato. Convinti che “ogni volta che le donne hanno conquistato un diritto in più hanno reso più forti non solo loro stesse, ma più forte e più giusta tutta la società”».

È un richiamo forte rivolto in primo luogo agli uomini, e poi alle Istituzioni, quello che è venuto oggi dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, nel suo intervento in Aula durante la seduta straordinaria dell’Assemblea legislativa regionale contro la violenza di genere e i femminicidi. Una seduta che lo stesso Bonaccini aveva proposto - all’indomani del 25 novembre, Giornata contro la violenza alle donne - e decisa d’intesa con la presidente dell’Assemblea legislativa, Emma Petitti, e tutti i Gruppi consiliari. In settimane in cui si è continuato a registrare episodi di violenza e femminicidi, anche in Emilia-Romagna.

Una seduta straordinaria d’Aula che ha visto nel corso della mattinata la partecipazione di istituzioni nazionali e regionali, a dimostrazione dell’impegno condiviso contro fatti inaccettabili. Sono infatti intervenuti: la senatrice Valeria Valente, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio; la magistrata Lucia Musti, per la Procura Generale di Bologna; Francesca Ferrandino, Prefetto di Bologna e coordinatrice regionale dei prefetti dell’Emilia-Romagna; Luca Vecchi, presidente Anci Emilia-Romagna, l’associazione dei Comuni, e sindaco di Reggio Emilia; Bruno Eupremio Di Palma, vicedirettore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale. Quindi l’intervento dell’assessora regionale alle Pari Opportunità, Barbara Lori, in un confronto fra i Gruppi consiliari impegnati su una risoluzione che verrà votata al termine della giornata per invitare Giunta e l’Assemblea regionali a rafforzare il contrasto e la prevenzione della violenza contro le donne, attraverso numerose tipologie di intervento. Con l’obiettivo di approvarla all’unanimità.

Servono dunque un salto culturale e una riflessione profonda, ha proseguito Bonaccini, che a margine della seduta ha incontrato per un saluto le associazioni impegnate contro la violenza alle donne e i Centri antiviolenza, in Assemblea legislativa per seguire i lavori d’Aula dalla Sala Polivalente ‘Guido Fanti’. «Ma ciò che non deve davvero più accadere è dover assistere a “morti annunciate” di donne che, una volta trovato il coraggio e la forza di denunciare, poi restano indifese dallo Stato e dalla società. Noi dobbiamo convincere ogni donna che subisce violenza a rivolgersi alla rete di protezione dei Centri, alle forze dell’ordine, alla legge; in cambio dobbiamo assicurare protezione e sicurezza. Io sono un garantista convinto e intransigente: proprio per questo chiedo e pretendo che la prima garanzia sia assicurata alla vittima. Donne e figli - ha sottolineato il presidente della Regione - non possono essere sul banco degli imputati fino a sentenza definitiva e compito dello Stato, in un bilanciamento equo di garanzie, deve sempre essere quello di tutelare anzitutto i soggetti più fragili».

«E sul piano delle politiche attive - spiega la nota della Regione - occorre il rafforzamento delle azioni previste dal Piano triennale regionale contro la violenza di genere; il sostegno all’azione imprescindibile dei Centri antiviolenza, il potenziamento dei nuovi istituti previsti, come il reddito di libertà, il reinserimento sociale e lavorativo, il diritto alla casa. Un aiuto che in Emilia-Romagna arriva anche attraverso la Fondazione regionale vittime di reati, spesso donne che hanno subito violenza e i loro figli, bambine e bambini ancor di più innocenti. E nuove importanti opportunità potranno arrivare dal Bilancio di previsione della Regione che verrà approvato a breve”. Oltre che “dal coinvolgimento dell’intera società regionale nelle sue diverse espressioni, attraverso il Patto per il Lavoro e il Clima che proprio nei prossimi giorni - ha annunciato Bonaccini- riuniremo sul tema specifico della violenza contro le donne e i femminicidi, dopo averlo fatto la settimana scorsa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”. Percorsi condivisi che dovranno portare a nuove misure concrete. Un impegno al quale il presidente della Regione ha richiamato anche il Paese “con le straordinarie opportunità offerte dal Pnrr, riconoscendo che ogni innovazione non è mai neutra: non sul piano economico e sociale, neppure su quello di genere e generazionale”».

E un richiamo deciso al ruolo e all’impegno delle Istituzioni arriva anche dall’assessora alle Pari opportunità, Barbara Lori. «La violenza sulle donne e i femminicidi rappresentano una vera e propria emergenza, una lunga scia di dolore che mina nel profondo la nostra società» afferma Lori. «Come Istituzioni abbiamo il dovere di fare la nostra parte. A partire dall’Assessorato regionale Pari Opportunità che sostiene un progetto complessivo volto alla tutela delle donne, alla formazione, al sostegno per l’autonomia, ma soprattutto a un cambiamento culturale che riguarda tutti. Altrettanto importante la capacità di fare rete sul territorio: i Centri antiviolenza e le Case Rifugio sono nodi fondamentali, insieme ai Comuni e agli enti pubblici. E ancora le Forze dell’ordine, i servizi sociali e sanitari, i Centri per uomini maltrattanti, oltre che la scuola e il mondo dell’associazionismo. Solo insieme saremo in grado di fare sì che quel ‘non deve accadere mai più’ non resti solo una speranza».

«Oltre 2 milioni di euro per finanziare 83 progetti rivolti alla promozione, al conseguimento delle pari opportunità e al contrasto delle discriminazioni e della violenza di genere. Senza tralasciare – nel nuovo Piano triennale contro la violenza di genere - le nuove forme di violenza on line, con campagne di sensibilizzazione rivolte in particolare ai giovani su molestie online, cyber stalking, revenge porn, hate speech. Essenziale il tema del lavoro con oltre 1 milione e 350mila euro e 42 progetti di enti locali e associazioni per sostenere la presenza paritaria delle donne nella vita economica del territorio. E il nuovo Fondo per l’imprenditoria femminile, rivolto anche a libere professioniste, con una dotazione di 1 milione e 700mila euro, per l’innovazione delle imprese femminili dopo l’emergenza Covid. «Lori - sottolinea la nota - ricorda le principali azioni messe in campo in questa legislatura dalla Regione. E tra questa - proprio per rafforzare l’impegno anche sul piano culturale – una campagna di comunicazione e sensibilizzazione in corso in questi giorni. Per aumentare la consapevolezza delle donne, degli uomini e dell’intera società, rispetto alle tante forme di violenza non solo fisica, ma anche psicologica ed economica».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Violenza di genere, Bonaccini: «Esiste una grande questione maschile, servono svolta culturale e più prevenzione»

IlPiacenza è in caricamento