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Zandonella (Lega): «Certe decisioni nazionali non ci premiano»

L’assessore alla sicurezza commenta il risultato negativo del Carroccio: «Trend nazionale, male anche in altre città, Piacenza non è una mosca bianca, paghiamo lo stare in questo Governo. Un po’ di autocritica a livello locale, i congressi sono utili per decidere la linea»

Cinque anni fa era la locomotiva del centrodestra. Matteo Salvini venne tre volte a Piacenza per sostenere Patrizia Barbieri. Oggi è un po’ la “pecora nera” della coalizione, dopo essere passata dal 12,9% al 6,7%. La Lega in queste ore si guarda allo specchio per capire cosa non ha funzionato. Durante lo spoglio ha parlato solo il consigliere regionale Matteo Rancan, ora lo fa anche Luca Zandonella, il più votato della lista del Carroccio con 240 preferenze.

  • Assessore, nel centrodestra si parlava di una “vittoria al primo turno”, così non è stato. Anzi, Tarasconi è davanti.

Le liste civiche da qualche tempo vengono premiate rispetto ai partiti tradizionali, vale anche per la coalizione di centrosinistra. Come centrodestra siamo pienamente in gioco, la sfida è apertissima, ci sono solo alcune centinaia di voti, saranno determinanti gli elettori delle altre liste e i non votanti del primo turno. Ora bisogna lavorare pancia a terra in queste due settimane.

  • Cosa è successo al vostro partito, che ha dimezzato i voti?

Certe decisioni a livello nazionale non ci premiano, a partire dal rimanere in questo Governo. Il trend è nazionale, se si va a vedere il risultato del partito negli altri capoluoghi di provincia, si capisce che Piacenza non è una mosca bianca. È così dappertutto. Il risultato non ci soddisfa, è necessario fare un po’ di autocritica anche a livello locale, per tornare ad una Lega più attenta e concreta. Una riflessione interna ci fa bene. Intanto c’impegneremo in queste due settimane per riconfermare Patrizia Barbieri.

  • Avete rotto con i Liberali e Sforza. Ora vi hanno mostrato i muscoli e dimostrato di essere più influenti.

Non siamo stati noi a non volere Sforza. Basta leggere le ultime dichiarazioni, prima della composizione delle liste, di tutti gli esponenti leghisti: si è cercato di costruire un ponte verso i Liberali, dopo diversi tentativi di riconciliazione. Un centrodestra unito ha grandi opportunità di vittoria. Comunque l’elettorato liberale è di centrodestra e non di centrosinistra, speriamo che nel segreto dell’urna sia vicino a Barbieri.

  • C’è la sensazione che serva un cambio di rotta nel partito. Per la prima volta è in discussione la leadership di Matteo Salvini?

In discussione la leadership no. Ma avere un congresso che dia una linea guida al partito, questo sì. A livello nazionale, regionale, provinciale e cittadino: oltre alle persone alla guida, è giusto confrontarsi, come in passato, sul da farsi. La Lega ha una base di militanti forte, vanno tutti coinvolti maggiormente.

  • Zandonella, lei è l’assessore più votato della Giunta Barbieri con 240 preferenze, ma nel 2017 ne prese 316…  

Al momento mi interessa la vittoria di Patrizia Barbieri. Il voto personale va contestualizzato, cinque anni fa il Carroccio prese oltre 5mila voti in città, stavolta 2471, le preferenze inevitabilmente sono diminuite. Sono comunque contento e faccio notare che, all’interno della lista, è aumentato il peso di questi voti ma, ripeto, sono analisi poco importanti rispetto alla vittoria complessiva del centrodestra.

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