rotate-mobile
Salute

A Piacenza primi interventi salva prostata con un rivoluzionario laser verde 

«Il laser verde al triborato di litio – spiega il primario Ivan Matteo Tavolini – ci consente di vaporizzare con delicatezza e precisione millimetrica l’eccesso di tessuto prostatico e di trasformarlo in bollicine, ripristinando la normale funzione urinaria»

Un laser per interventi salva prostata senza chirurgia. È stata utilizzata per la prima volta in questi giorni, all’ospedale di Piacenza, una nuova strumentazione che si avvale di un raggio a elevata potenza per fare interventi di disostruzione urinaria senza ricorrere al tradizionale bisturi.  “Il laser verde al triborato di litio – spiega il primario Ivan Matteo Tavolini – ci consente di vaporizzare con delicatezza e precisione millimetrica l’eccesso di tessuto prostatico e di trasformarlo in bollicine, ripristinando la normale funzione urinaria”.

Ne potranno beneficiare per esempio i pazienti che soffrono di ipertrofia prostatica benigna, il disturbo urologico più diffuso nel nostro Paese. Nel 2017, l’ingrossamento dell’organo è stato diagnosticato a circa 7 milioni di pazienti. “A Piacenza – continua il primario -  si prevede di eseguire più di 100 interventi di disostruzione prostatica in un anno”.   Questa patologia coinvolge, per l’appunto, la prostata, attraverso cui passa l’uretra, il condotto che dalla vescica porta l’urina verso l’esterno. Quando la piccola ghiandola si ingrossa va a comprimere proprio il passaggio del flusso. Il getto urinario si indebolisce progressivamente e le minzioni diventano sempre più frequenti. Inoltre, la vescica non si svuota mai completamente e il ristagno può causare infezioni urinarie. Per questo, se non si provvedere a rimuovere l’ostruzione prostatica in tempo utile, si avrà un ingrossamento anomalo della vescica. “Il primo tentativo di liberare il flusso – mette in evidenza il dottor Tavolini – si effettua con i farmaci: l’obiettivo è quello di evitare complicanze sull’intero apparato urinario”. 

In alcuni casi la terapia può non essere sufficiente: allora, anche a Piacenza, si ricorre a un intervento chirurgico tradizionale, che comporta la rimozione parziale della prostata (TURP). “Si tratta di una procedura che comporta la degenza ospedaliera e che non è sempre idonea, soprattutto in presenza di pazienti con patologie cardiovascolari o, per esempio, portatori di pacemaker”.  Il nuovo laser, quindi, fornirà nuove opportunità a questi malati. “Coagulando istantaneamente i vasi dell’area trattata, senza causare sanguinamenti, il laser verde consente infatti di operare in tutta sicurezza anche pazienti ad elevato rischio emorragico. Questa procedura, inoltre, preserva molte funzioni vitali, compresa l’attività sessuale e permette ai pazienti di recuperare in tempi brevi una buona qualità di vita personale e di relazioni.  “Siamo orgogliosi di poter disporre di una tecnologia così sofisticata e innovativa – prosegue il direttore generale Luca Baldino - che ci permetterà di offrire a un numero sempre più ampio di pazienti del territorio trattamenti terapeutici di straordinaria efficacia ma minimamente invasivi e senza ricorrere alla chirurgia tradizionale”.  “Questa innovazione conferma l’attenzione che questa azienda ha sempre avuto per l’innovazione tecnologica in campo medico, con l’obiettivo di dare ai nostri pazienti le migliori cure e la miglior assistenza possibile”.

  Il trattamento disostruttivo della prostata con raggio verde è una delle migliori soluzioni terapeutiche definitive oggi disponibili. Introdotta in Italia nel 2003, questa tecnologia - suffragata da autorevoli studi clinici prospettici randomizzati - ha registrato crescente affermazione negli Stati Uniti,  in Europa, in Asia e si pone come efficace alternativa all’intervento di rimozione parziale della prostata con chirurgia tradizionale (TURP). E non è un caso che proprio questa soluzione sia stata inserita nelle linee-guida dell’Associazione Europea di Urologia e che due prestigiose organizzazioni europee come l’inglese NICE (National Institute for Clinical Excellence, che valuta l’efficacia degli interventi medici) e la tedesca G-BA (Gemeinsame Bundesausschuss, che determina i livelli dei rimborsi in ambito sanitario) abbiano certificato la superiorità degli interventi con il laser verde rispetto alla chirurgia tradizionale.

  “Grazie alle caratteristiche tecnologiche del raggio verde e alla bassa invasività di questa procedura – conclude il primario di Urologia - oggi possiamo fare rientrare nella pratica clinica quotidiana operazioni di vaporizzazioni ed enucleazione prostatiche anche molto complesse. La duttilità del sistema consente, inoltre, di mettere a punto terapie su misura, in funzione del singolo paziente, della sua patologia, della fisiologia della prostata, con risultati qualitativamente superiori a quelli ottenuti con i tradizionali interventi chirurgici e, comunque, con un livello di personalizzazione della cura un tempo non immaginabile”.  I trattamenti che utilizzano i raggi laser, cioè raggi di luce “stimolata”, sono oggi adottati in misura crescente dalla medicina e dalla chirurgia proprio per le formidabili caratteristiche di precisione, sicurezza, efficacia e bassa invasività. Essi sprigionano energia e calore secondo una specifica lunghezza d’onda ed è proprio in virtù di questa che è possibile agire sui tessuti con efficacia e delicatezza, arrivando a trattare anche aree piccolissime con accuratezza e notevole potere coagulante, ma senza coinvolgere i tessuti circostanti.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

A Piacenza primi interventi salva prostata con un rivoluzionario laser verde 

IlPiacenza è in caricamento