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Schianto di Caorso: si indaga per capire le cause

Secondo i compagni, Manpreet Singh, il quattordicenne indiano morto lunedì, guidava spesso la macchina per trasgredire. A scuola tanti i messaggi in suo onore

Non era la prima volta che guidava un'automobile. Secondo i suoi compagni, Manpreet Singh era solito trasgredire ed anche lunedì, quando la folle corsa della sua Golf si è conclusa su un campo vicino Caorso, la sua intenzione era proprio quella di provare il brivido della velocità. E' quanto emerge dal racconto dei compagni che in queste ore stanno piagendo il ragazzo indiano nella camera ardente dell'ospedale di Fiorenzuola.

La vita è una sola, bisogna affrontarla con il coraggio di rispettare le regole

Secondo alcuni testimoni l'auto su cui viaggiava Manpreet procedeva lungo la provinciale numero 10 ad una velocità folle, compiendo diversi sorpassi spericolati. Proprio uno di questi sorpassi gli ha fatto invadere la corsia opposta e, dopo un violento testacoda, lo ha scaraventato fuori dall'auto. Il ragazzino è finito sotto al veicolo, in un campo all'altezza del primo svincolo di San Nazzaro.

Gli investigatori stanno valutando se iscrivere nel registro degli indagati, per mancata custodia, la zia del ragazzino. Stando alle ricostruzioni, Manpreet avrebbe sottratto le chiavi dell'auto dal comodino della camera da letto, senza che la zia se ne accorgesse, per poi scappare fuori. A quel punto ha chiesto un amico di accompagnarlo a fare un giro, ricevendo però un rifiuto.

Manpreet Singh si era trasferito a Caorso per studiare. La sua famiglia, con cui è giunto in Italia, viveva invece a Campobasso, da cui sono immediatamente partiti i genitori per raggiungere il feretro. Proprio i genitori, di religine sick, hanno deciso di cremare il corpo di Manpreet non appena verrà concesso il nulla osta da parte degli inquirenti.

Procede intanto l'omaggio dei compagni che ricordano Manpreet come un “bullo sorridente”. Numerosi i messaggi lasciati in suo onore. In uno di questi, lasciato a scuola e inviato insieme ad una lettera ai genitori del ragazzo, si legge: “caro Manpreet, spero che nel luogo dove ora ti trovi tu riesca a cogliere quella felicità che non sei riuscito a vivere nella sponda da cui sto scrivendo e che hai abbandonato da poche ore. I momenti passati insieme e i tuoi sorrisi limpidi rimarranno sempre nei nostri cuori, desiderosi di rivederti per un'ultima volta. Se non abbiamo condiviso i tuoi pensieri, i tuoi interessi e i tuoi desideri perdonaci. La vita è una sola, bisogna affrontarla con il coraggio di rispettare le regole”.

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