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Come si prepara l'acqua di San Giovanni

Da preparare nella notte tra il 23 ed il 24 giugno, e tra il 28 e il 29 giugno. Sarebbe dotata di virtù curative e purificatrici

Due notti da segnare sul calendario: quella tra il 23 ed il 24 giugno e quella tra il 28 e il 29 dello stesso mese. Secondo la tradizione, se celebrata attraverso particolari riti, la Notte di San Giovanni, legata al solstizio d'estate, sarebbe in grado di portare fortuna e prosperità. Una festa cristiana, innestata però da da una precedente festa pagana risalente probabilmente alla ritualità celtica e volta, in origine, a celebrare la natura, che, proprio in questo periodo dell'anno, raggiunge il suo massimo splendore. Nella stessa data, in seguito, la Chiesa ha voluto festeggiare la nascita di San Giovanni Battista, il precursore di Cristo.

Come si fa l'acqua di San Giovanni

Tra i riti propiziatori di questa notte "magica" un ruolo di primo piano è svolto dalla celebre acqua di San Giovanni, la cui preparazione deve iniziare al momento del tramonto. Per prepararla bisogna raccogliere diverse varietà di fiori ed erbe aromatiche, come ad esempio artemisia, lavanda, malva, rosmarino, fiori di iperico, menta e salvia, ma anche camomilla, papaveri, fiordalisi e, perché no, rose. Rametti e fiori raccolti vanno poi immersi in un recipiente con dell'acqua, da porre all'esterno dell'abitazione per tutta la notte in modo che possano assorbire la rugiada del mattino, che, secondo la tradizione, riuscirebbe a dare all'acqua poteri purificatori e curativi proteggendo da malattie, sfortuna ed invidia. Poteri che andrebbero poi sfruttati la mattina seguente utilizzando l'acqua per lavare viso e mani. Solo leggenda e superstizione? Nel dubbio, meglio provare!

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