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Comuni piacentini: Carpaneto

Conosciamo un po' di storia, leggende e peculiarità del paese e di alcune frazioni vicine

Carpaneto è un comune di circa 7740 abitanti della provincia di Piacenza in Emilia-Romagna. Il toponimo "Carpaneto" (bosco di carpini) deriva dal carpino, albero tipico del territorio come si evince dal suffisso -eto particolarmente diffuso nei toponimi derivanti da fitonimi (cfr. Saliceto, Noceto, Olmeto). L’etimologia popolare ha collegato il nome alla presenza di carpe nei torrenti locali o, in una variante più fantasiosa lo fa derivare dalla frase “caro paneto” ovvero luogo in cui il pane ha un prezzo elevato, che la leggenda vuole sia stata pronunciata da un legionario romano mandato da un accampamento nelle vicinanze del paese a fare provviste.

Anche San Fermo, patrono del paese, ha la sua leggenda, che narra di quando passò nelle campagne locali e chiese da bere ai contadini, i quali - sospettosi - si rifiutarono di dare acqua, motivando che i pozzi erano asciutti. Quando i contadini andarono poi a prendere l’acqua per loro, trovarono con sorpresa pozzi veramente asciutti e secchi. Raggiunto il Santo e chieste spiegazioni sull’accaduto, egli dovette perfino subire violenze davanti alle sue mancate risposte, perdendo anche un braccio. Ebbene, pare che questo braccio sia rimasto in loco, tanto che è conservato com reliquia ancora oggi nella chiesa di Carpaneto.

Gli abitanti del posto vengono presi in giro dai rivali paesi vicini per un racconto utilizzato come sfottò: si narra che due amii, dovendo recarsi a Piacenza, partirono con un calesse trainato da due cavalli, che appena fuori paese si impuntarono e non ne vollero più sapere di continuare il cammino. I due amici pensarono quindi di caricare sul calesse due balle di fieno e, stando entrambi davanti ai destrieri, li invitavano con bracciate di erba a riprendere il cammino. I cavalli cominciarono effettivamente ad andare, ma solo se gli amici offrivano loro del fieno standogli davanti. Così, tra un passo e l'altro, i due giunsero a Piacenza facendo il percorso tutto a piedi. Da allora, gli abitanti dei paesi vicini prendevano in giro quelli di Carpaneto che, pur avendo un calesse e dei cavalli, sono andati in città con le loro gambe "parchè i cavai s'en impuntilè".

Tra le peculiarità delle frazioni, ne annoveriamo una riguardante Chero, antica roccaforte dei nobili Scotti. Fino a pochi anni fa, nella locale chiesa di San Biagio, nel giorno dell’Epifania si ripeteva il tradizionale “ballo dei bambini”. La cerimonia si svolgeva davanti alla statua di Gesù: il parroco prendeva con le braccia i bambini, li alzava e faceva con ampi gesti il movimento che ricordava la Croce pronunciando una particolare formula religiosa e alla fine benediceva i bambini uno ad uno.

Sempre a Chero, il 22 maggio - giorno di Santa Rita - c’era l’usanza di andare  a pregare davanti alla statua della Santa, chiedendo una grazia. Le donne di solito portavano a far benedire un mazzo di rose, che riportavano a casa e conservavano per scaramanzia.

A Badagnano, frazione lambita dal torrente Chero, si venera Sant’Espedito - la cui festa si celebra il primo maggio di ogni anno. Sant’Espedito fu capo di una legione romana e martire nell’epoca di Diocleziano; la sua statua è conservata nella chiesa locale e i fedeli si recano a chiedere grazia e protezione. Nel giorno della festa, inoltre, vengono fatti benedire abiti che poi vengono fatti indossare a persone malate, nella speranza di una possibile guarigione. 

(Fonte: "Storie di paese" di Alessandro Ballerini)

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