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Diga del Molato: i cent'anni di un'opera importante per la sicurezza e l'agricoltura della Val Tidone

Cento anni fa la posa della prima pietra della diga del Molato in Val Tidone. E ricorre anche il medesimo anniversario per la bonifica moderna (rappresentata dal Consorzio di Bonifica di Piacenza e dall’ANBI - Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue) e per l’Università Cattolica del Sacro Cuore

"Questa - spiega il presidente del Consorzio Luigi Bisi - è stata una delle più grandi intuizioni del periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale. Allora la necessità di produrre alimenti per la popolazione aveva indotto il sistema Piacenza a governare le acque per poter dare risorsa idrica ai territori sottostanti. Da qui nasce la diga del Molato, un bacino importante di risorsa idrica per le valli che sono sottostanti ma anche far sicurezza quando ci sono piene straordinarie e il Consorzio chiude le paratoie trattenendo all’interno dell’invaso l’acqua in sovrabbondanza sulla portata del torrente Tidone".

"Da poco sono stati ultimati alcuni lavori di ristrutturazione della diga, il quinto di cinque stralci avviati alla fine degli anni ’90 – spiega il tecnico del Consorzio Fabio Rogledi -. Quest’ultimo ha visto la realizzazione di un sistema di dissipazione, a valle dello scarico di superficie, per proteggere l’alveo ai piedi della diga. Questi lavori di ristrutturazione ordinaria ci permetteranno di ricollaudare l’opera, non appena riusciremo a riempire nuovamente la diga, aumentando la capacità di invaso di circa 400 mila metri cubi. Questo vuol dire potremo passare dall’attuale volume autorizzato di 7,6 milioni di metri cubi a circa 8 milioni di metri cubi rafforzando le funzioni irrigue, di laminazione delle piene, di produzione di energia idroelettrica in aggiunta alla consolidata attrattività turistica per famiglie, scolaresche e sportivi".

Per ricordare i 100 anni della posa della prima pietra della diga del Molato, il Consorzio di Bonifica di Piacenza insieme alla Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Cattolica organizzano un convegno per il 1° luglio (presso il teatro di Pianello Val Tidone).  Inizialmente l’evento era stato pensato come un momento celebrativo e di festa ma la grave crisi idrica che stiamo affrontando - la peggiore degli ultimi 70 anni - impone di trasformare questa occasione in un momento di riflessione e di condivisione. Il filo conduttore sarà quindi la siccità e le misure per fronteggiare una condizione che sta mettendo a rischio un intero sistema economico alla cui base c’è il comparto agroalimentare con il cibo che arriva sulle nostre tavole ma anche un’articolata filiera produttiva e occupazionale.

Continua il Preside della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza Marco Trevisan: "Per fare un’agricoltura di qualità, moderna ed avanzata è necessario avere disponibilità di acqua. Risorsa di cui si può disporre se stoccata in invasi piccoli, medi e grandi che permettano di trattenere per distribuire quando serve. Come fatto dai nostri genitori e dai nostri nonni, questa è una scelta che non possiamo rimandare o demandare a terzi".

Per maggiori informazioni sul convegno: comunicazione@cbpiacenza.it

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