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Giovedì, 5 Ottobre 2023
Basket

Bakery, Caterina Zanardi: «Lasciamo la paura nello spogliatoio e usiamo il cuore, così diceva mio marito»

La presidente del club ha parlato del progetto votato per i giovani, che devono sviluppare le proprie potenzialità tecniche, fisiche e mentali con dei professionisti. Nei prossimi giorni incontro con l'assessore allo Sport per discutere anche dell'utilizzo delle palestre cittadine

La stagione della Bakery Piacenza è iniziata. I giocatori e lo staff tecnico si sono ritrovati in palestra per preparare al meglio il prossimo campionato di serie B. Intanto, lunedì 22 alle ore 15:30 ci sarà la conferenza stampa di presentazione presso il PalaAnguissola, con la presidente del club Caterina Zanardi, il responsabile dell'area tecnica biancorossa Simone Zamboni e il neo coach piacentino Marco Del Re. In anteprima però, abbiamo intervistato la presidente Zanardi, che ci ha raccontato sensazioni, emozioni e speranze per questa nuova annata.

Come vi affacciate a questa stagione e che obiettivi vi siete posti?

«Ci siamo fatti anche noi questa domanda. Abbiamo ben presenti gli obiettivi, ma chissà se li abbiamo comunicati bene. Ho parlato con la squadra ieri - ha raccontato la presidente del club biancorosso -, non mi ero ancora presentata ma li ho trovati molto carichi. Quasi non mi uscivano le parole, ma ho detto loro che il risultato sportivo è sempre importante e resta una delle priorità. Ma quest'anno non è la più importante o l'unica. Comunque, con loro ho esordito dicendo che la serie B è stata una nostra scelta e non un ripiego, perché vogliamo inseguire quel progetto che aveva mio marito. Dunque abbiamo scelto volutamente questa categoria così come abbiamo scelto gli stessi giocatori. Scelti perché hanno determinate caratteristiche di energia, di entusiasmo, e di altri aspetti che cercavamo. Ci poniamo come una squadra quale stella polare di tutto quello che è il movimento al di sotto, ma che deve comunque tirare fuori il meglio da ognuno. E dunque, tornando a monte della domanda: vorremmo un risultato importante ma lavoriamo anche per altre componenti. Come magari quello fisico, non a caso abbiamo una serie di professionisti aggiunti che hanno ampliato l'organico rispetto alle scorse stagioni. Oltretutto abbiamo il nuovo tecnico Del Re che è molto portato verso il mondo rappresentato dalle giovanili. Ma i giocatori dovranno usare la testa, una cosa fondamentale anche se sono giovani, e la cosa che maggiormente m'interessa è che non bisognerà mai uscire dallo spogliatoio con la paura addosso. Anzi, bisogna lasciarla lì dentro e usare il cuore più che si può perché è questo l'insegnamento che ci ha lasciato mio marito».

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Dei vari aspetti che ha toccato, fa capire che la serie B non rappresenta un passo indietro ma un passo in avanti verso i giovani?

«Infatti, e vedere alcuni di loro seduti negli spogliatoi durante l'incontro o fare allenamento con la prima squadra è stata un'emozione grandissima. Con questa domanda ha colto nel segno perché voglio che questa sia una squadra alla portata di tutti. Voglio vedere i giocatori della prima squadra andare nelle scuole, e quelli più giovani contribuire come meglio possono. Voglio che siano tutti protagonisti, dal primo personaggio che può essere l'allenatore o il presidente all'ultimo ragazzino che magari pulirà il campo durante le partite. Questo deve essere un giro completo, con i ragazzini che avranno come esempio i giocatori della prima squadra, capendo che un giorno potranno essere proprio come loro. Vogliamo che sia un'unica spinta. Ed è per questo che - ha continuato Caterina Zanardi - abbiamo scelto di avere tre preparatori atletici, perché negli anni ci siamo accorti che i ragazzi hanno delle potenzialità ma che magari il fisico non è pronto. Prenderemo un mental coach perché voglio che capiscano perché a volte è necessario accettare la sconfitta o l'allenamento nel quale non entra neanche un tiro. Vorrei dare loro più consapevolezze ed autostima, così da capire cosa scatta nella testa di uno sportivo, come poter gestire le emozioni, cosa devono mangiare. Insomma, tutta una serie di contorni che li renderanno più completi. Questa è la direzione che senza mio marito mi sentivo capace di affrontare, e che in questi anni abbiamo comunque iniziato a costruire».

L'atmosfera per questo progetto sarà fondamentale. Cosa si aspetta dalla tifoseria e dalla città?

«Apriamo un libro a me caro. La tifoseria mi avrebbe seguito anche se avessi fatto l'ultima categoria disponibile, perché sono delle persone straordinarie. Recentemente avevo bisogno di un aiuto per fare delle rifiniture al palazzetto, e si sono presentati con ramazza e straccio dando una mano in tante cose. Quindi sono commoventi da questo punto di vista, e con tanti di loro ci sentiamo spesso. Nel passato sono andati dappertutto per seguire la squadra e sono molto coesi. Dunque il pubblico lo sento molto vicino. Per quanto riguarda invece le strutture, sto parlando con la nuova Giunta perché non ho bisogno solo del palazzetto ma anche di altre strutture presenti a Piacenza e che abbiamo avuto in dotazione, dopo dodici anni di lavoro, solo nella scorsa stagione. Ma adesso me le stanno mettendo in discussione dopo che ho tanti progetti e investo molto sul territorio. Tra un paio di giorni avrò un incontro con l'assessore allo Sport Mario Dadati, che è un collega essendo insegnante di educazione fisica, e spero di avere tutto ciò che mi occorre perché se non ho campi omologati dove farò giocare le giovanili? Spero di non trovarmi la strada sbarrata - ha concluso la presidente della Bakery Piacenza - per tutto ciò che ho in mente di fare. Sono comunque fiduciosa perché vedo che l'assessore è propositivo, ma dobbiamo capire cosa riusciremo ad ottenere».

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