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La Lega Pro mira ad espandersi nel mondo, Vulpis: «In due anni massimizzare i profitti»

Il piano della lega è ben preciso, e il vice presidente le motiva con chiarezza: «Dobbiamo crescere sia a livello domestico che internazionale, ecco perché Robert Lewis è una figura importante». Poi parla delle soluzioni per il caro bollette e nuove idee per rendere più spettacolare il campionato

L'ultima estate è stata molto tribolata per la Lega Pro, che a causa delle esclusioni e successivi ricorsi di Teramo e Campobasso si è vista costretta a far slittare l'inizio del campionato e della Coppa Italia, che proprio in questa settimana andrà in scena con il primo turno eliminatorio. Si è addirittura parlato di danno d'immagine per la serie C, forse la lega calcistica italiana che negli ultimi anni sta facendo un lavoro certosino per crescere e farsi conoscere al di fuori dei confini del paese. Ma non basta, c'è sempre del lavoro da fare e lo si può fare meglio, e siccome gli obiettivi da raggiungere che ci si è dato non sono affatto semplici, la Lega Pro da vera pioniera ha eletto nel proprio direttivo il primo consigliere americano di una qualsiasi lega di calcio italiana. Stiamo parlando di Robert Lewis, co-presidente del Cesena. Di questa scelta, così come il caro bollette che può mettere in ginocchio i sessanta club, il tema della formazione e nuove idee per rendere più spettacolare ed emozionante il campionato di serie C, ne abbiamo parlato con il vice presidete della Lega Pro Marcel Vulpis.

Marcel, veniamo subito alla notizia del giorno, ovvero l'elezione di Lewis nel direttivo. Cosa potrà portare alla Lega Pro?

«Più che da cosa potrà portare, partiamo dal perché lo abbiamo scelto. L'idea è semplice. La Lega Pro e i suoi club devono cercare nei prossimi due anni di massimizzare i profitti su due livelli: sia a livello domestico che di internazionalizzazione. Per quanto riguarda il tema del mercato domestico, dunque sull'intero territorio nazionale, da un punto di vista commerciale e di marketing più riusciamo a chiudere accordi che provengono dal mercato nazionale più siamo felici, sia per la lega e a cascata per le opportunità di co-marketing che possono nascere per i nostri club. Parallelamente però - ha sottolineato Vulpis - non possiamo restare chiusi nel nostro campionato perché fuori c'è un mondo. Quindi abbiamo iniziato quel progressivo processo di internazionalizzazione, in parte già avviato con l'accordo fatto ad esempio con 196Sport per la trasmissione in streaming delle gare in tutto il mondo. Ecco perché la figura di un avvocato, di un uomo d'affari come Robert Lewis, può essere importante perché può portare in dote una serie di relazioni di alto profilo che noi stessi come lega non è detto che abbiamo».

Vi state dando da fare anche per una crescita dei club a 360°, come sul tema della sicurezza sul lavoro e la formazione dei dirigenti del futuro?

«Sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro, quali sono gli impianti di gioco, è un tema regolamentato dalla legge. Quando pensiamo al luogo del lavoro è facile pensare all'acciaieria, allo stabilimento, alla fabbrica o al cantiere. Ma la sicurezza deve esserci in tutti i luoghi di lavoro, inclusi gli stadi e i luoghi dove le imprese che fanno calcio vogliono essere presenti. Da qui l'idea di unirsi a FenImprese, organizzazione nazionale guidata da un giovane presidente crotonese ovvero Luca Mancuso, che può diventare una bella partnership. FinImpresa erogherà dei corsi totalmente gratuiti ma obbligatori per i club. L'essere obbligatori significa che sarebbero un costo per i club, e invece FenImpresa li erogheranno gratuitamente, così che i singoli club risparmino questi costi. Tra l'altro quest'anno abbiamo proprio il Crotone in Lega Pro, e questo ci entusiasma. Per quanto riguarda invece la collaborazione con l'Università di Tor Vergata per la formazione dei dirigenti - ha continuato il vice presidente della lega -, io credo che questo tema seppur non obbligatorio lo debba diventare. E' per questo che credo la Lega Pro diventi pioneristica anche in questo senso».

Altro argomento di grande attualità riguarda il caro bollette su luce e gas, con costi elevati per i club che hanno chiesto di giocare addirittura alle 12:30?

«Sono al vaglio dei club una serie di opzioni, tra le quali quelle più gettonate potrebbero essere di giocare alle ore 12:30 e 14:30, che di fatto permetterebbe ai club di giocare con la luce del sole e quindi non dover attivare la luce delle cosiddette torri faro. Alla fine non è che ci siamo inventati nulla, ma è un tema di buon senso. Potrebbe essere un'opportunità - ha evidenziato Vulpis -, ma stiamo anche parlando di prodotti completamente differenti oltre al fatto che il tifoso che segue la propria squadra la seguirà a prescindere. Oggi ci troviamo anche in un periodo dove con diversi dispositivi o con un tv multiscreen si possono seguire più partite o più programma diversi tra loro, tra l'altro mentre magari si sta cucinando».

L'ultima idea lanciata dal presidente Ghirelli sarebbe quella di un playoff più lungo, con una formula più avvincente. Puoi dirci qualcosa di più specifico a riguardo?

«Ancora non siamo entrati in profondità su questo tema. Il presidente Ghirelli ha voluto sottolineare che per rendere più spettacolare il campionato bisogna iniziare a ragionare su formule più interessanti. Sempre ed unicamente nella direzione di creare spettacolo. Non c'è bisogno tanto di fidelizzare il tifoso, ma creare un qualcosa in più e di diverso che possa invogliarlo a venire più volte e con maggiore interesse, e che rientri sempre nel costo del biglietto. Per fare ciò bisogna creare emozione e spettacolo, non ci sono altre alternative - ha concluso il vice presidente della lega -. E questo ci riporta all'argomento del marketing con il quale abbiamo iniziato l'intervista».

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