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Giovedì, 25 Aprile 2024
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I pontieri piacentini corrono alla maratona di Beirut

Angioni, Corona e Salerno protabandiera del Genio alla gara nella capitale libanese. Intanto, è cominciata la delicata missione di pace Onu per i nostri soldati nel Paese dei cedri

C’era anche un pezzo di Piacenza, grazie a tre pontieri, alla maratona di Beirut che si è svolta l’11 novembre nella capitale libanese. Oltre 33000 persone hanno preso parte alle diverse gare inserite nella “Blom Beirut Marathon”. Una nutrita  rappresentanza di oltre 500 caschi blu della missione Unifil provenienti da 20 nazioni, di cui 111 militari italiani, ha partecipato all’evento che rientra nell’ambito delle principali manifestazioni sportive libanesi. I tre maratoneti del 2° reggimento Genio pontieri sono il maresciallo Nicola Angioni e i due caporal maggiore scelto Mirko Corona e Francesco Salerno. I portabandiera dei pontieri sono in Libano, impegnati nella missione di pace Onu con i loro commilitoni e sono inseriti nella brigata Friuli. Angioni e Corona, appassionati di corsa e affezionati della Placentia Marathon, hanno potuto così correre in una gara a cui non avrebbero mai immaginato di partecipare.

LA MARATONA. La maratona da 42 chilometri, è partita alle 7 dopo l’inno nazionale libanese ed il tradizionale colpo di pistola a salve. Per i militari Italiani significativo il tempo di 3 ore e 58 minuti del Generale Antonio Bettelli, comandante della missione “Leonte 13”. La gara si è svolta in una cornice festosa di pubblico a testimonianza dell’universalità di quei valori che lo sport si prefigge: amicizia, fratellanza tra i popoli, lealtà, sana e sportiva competizione. Un’atmosfera mantenuta nonostante le crisi in atto attorno al Libano, da quella Siriana a quella israelo-palestinese. Il Generale di Divisione Paolo Serra, Force Commander e Capo della Missione Unifil partecipando alla manifestazione assieme all’ambasciatore d’Italia Giuseppe Morabito, ha detto: “correre insieme alla popolazione libanese è il raggiungimento di un grande traguardo, infatti, ogni peacekeeper sa che il nostro primo dovere consiste nell’assolvere al mandato contenuto nella risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite teso a costruire un futuro di liberta’ e pace. La nostra presenza oggi è il segno concreto dell’unità del nostro intento”. La missione Unifil, al momento vede schierati 12.000 militari provenienti da 37 nazioni e 1000 rappresentanti civili, di cui 700 locali e 300 internazionali. Il dato comprende anche la componente navale forte di 8 navi e di 1000 marinai, costituenti la Maritime Task  Force operante lungo le coste libanesi e l’Aviation forte di 10 elicotteri di cui 3 imbarcati.

LA MISSIONE. Mercoledì, nella base “Millevoi” a Shama nel Libano del sud ha avuto luogo il passaggio di responsabilità alla guida del contingente italiano e del Settore Ovest di Unifil; ad avvicendarsi: la 132 Brigata corazzata “Ariete”, comandata dal Generale Gaetano Zauner sostituita dalla Brigata aeromobile “Friuli” (nella quale sono inseriti i pontieri piacentini) comandata dal Generale Antonio Bettelli. Alla cerimonia della “brigata di Bologna” hanno partecipato il sottosegretario alla Difesa, Gianluigi Magri, bolognese di nascita, giunto a Shama con il Comandante del Comando Operativo Interforze, Generale di Corpo d’Armata Marco Bertolini e l’Ambasciatore italiano in Libano Giuseppe Morabito. Il passaggio di responsabilità del comando del settore west è stato presieduto dal Comandante di Unifil, il generale di divisione Paolo Serra ed è stato salutato da numerose autorità civili, religiose e militari libanesi e rappresentanze dei diversi contingenti di Unifil. Il contingente multinazionale del Settore Ovest, composto da circa 1100 soldati italiani e da ulteriori 2300 militari provenienti da Ghana, Corea del sud, Malesia, Irlanda, Finlandia, Slovenia e Brunei, opera in stretto coordinamento con le Forze Armate Libanesi (Laf) per garantire sicurezza  e stabilità nel Sud del Libano. Le attività dei soldati italiani, tra gli altri, garantiscono il controllo del territorio, con pattuglie condotte in diverse configurazioni molte delle quali congiunte con le Laf, altre connesse al blue line marking project, hanno riguardato lo sminamento di ben 4 corridoi lungo la blue line nei quali sono state trovate e distrutte 51 mine antiuomo e 5 anticarro; un impegno importante e delicato questo che vedrà all’opera per la prima volta i pontieri piacentini in qualità di minex (sminatori). La missione durerà sei mesi. Ma l’attività non si ferma qui: i soldati italiani realizzano progetti di cooperazione civile e militare di vario genere, ci sono rapporti con la popolazione e ci si relazioni con le autorità politiche locali, i sindaci, per aiutare lo sviluppo dell’area, senza tralasciare i rapporti con le autorità religiose di ogni credo. L’Onu si posizionò in Libano nel 2006, dopo la “guerra dei 33 giorni” e tuttora contribuisce a mantenere la pace in uno dei punti più caldi e strategici del pianeta.

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