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Giovedì, 25 Aprile 2024
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«Il pugilato? Un equilibrio tra mente e forza. Le emozioni del ring sono la mia vita»

La piacentina Roberta Bonatti, 18 anni ancora da compiere, racconta la sua vita di puglie e la recente esperienza in Nazionale ai Campionati mondiali di Taiwan. Roberto Alberti (Salus et Virtus): «Grazie al pugilato facciamo riacquistare ai giovani la fiducia in se stessi»

Sul ring non è la forza che conta. Sono le emozioni. Sono loro che guidano la mente e la psiche, e che ti guidano verso la vittoria finale. 
Roberta Bonatti, piacentina, ha quasi 18 anni, e tutto questo lo sa bene. Da quando ne aveva 10 si allena tutti i giorni con i guantoni in palestra alla Salus et Virtus, al palazzetto di via Alberici. Allena il corpo, ma anche la mente. Ed è ovvio lo fa per vincere: la sua recente partecipazione con la Nazionale ai campionati mondiali di pugilato a Taiwan (categoria Youth) è la dimostrazione del suo talento. Anche se il primo incontro con l’atleta di casa è terminato con una sconfitta, poco importa. «E’ stato un match molto equilibrato - spiega sorridendo Roberta - bello e spettacolare perché si trattava di un’avversaria leale, molto tecnica, non scorretta. Quindi il match è stato pulito, ma alla fine il verdetto ha dato la vittoria a lei». 
Demoralizzata? Nemmeno per sogno. Anzi, via che si prosegue ancora con la preparazione intensa in vista degli Europei di Ungheria il prossimo agosto. Spiega Roberta: «Nei periodi di preparazione facciamo tre allenamenti al giorno, circa due ore e mezza l’uno. Durante i periodi di mantenimento, invece, un allenamento al giorno».

Roberta Bonatti racconta così la sua passione per la boxe. «Amo tutto ciò che il ring è in grado di darti a livello psicologico e anche emotivo, il confronto con un’avversaria che vuole imporsi su di te, e tu lo stesso con lei. E’ lo scontro di due menti, e la vittoria va a quella che sarà stata più astuta in quel momento. Il pugilato è uno sport di testa: la mente deve sapere reagire a emozioni forti e continue. E la tua stessa mente deve essere costante anche dopo una vittoria, per non abbassare la guardia e rischiare di scendere».
«C’è ancora da lavorare e da crescere - conclude Roberta, dimostrando grande motivazione - ora penso agli Europei, mentre in gennaio passerò nella categoria Elite che mi permetterà di confrontarmi con atlete di un certo livello ed esperienza, anche vincitrici di medaglie».

Che la boxe sia uno sport formativo, soprattutto per i bambini e i giovani adolescenti, lo conferma anche Roberto Alberti (detto “Fagno”) che, insieme alla figlia Annalisa, allena senza sosta alla Salus et Virtus. Tra le mura della palestra piacentina, anche il giovane professionista albanese Xuljo Vrebozi detto Giulian.
«Siamo una palestra con molta attività per i giovani - racconta Alberti - facciamo del nostro meglio con quel poco che abbiamo a disposizione, ma organizziamo belle attività e ben collocate».

Prosegue: «Il pugilato ti rafforza molto caratterialmente, soprattutto i nostri ragazzi italiani ne hanno bisogno. I bambini sono complessati per le loro storie famigliari difficili, e con il pugilato possono riacquistare la fiducia in se stessi e confrontarsi con chiunque. Tanto più questo vale anche per le ragazze, che imparano a farsi rispettare nel mondo in cui viviamo. Il pugilato non le deforma, ma le forma: le vedi in giro e sono ragazze bellissime». 
«La dote del bravo pugile? Non ce n’è una sola. Servono intelligenza, pugno, resistenza, voglia, serietà. Se ne manca una di queste non andrai avanti. Nel pugilato a certi livelli, come disputare un mondiale, ci arrivi perché ci sei con la testa, altrimenti esci prima. Uno intelligente va avanti, uno stupido rimane dov’è. Io ce la metto tutta a insegnare il pugilato, anche perché ho avuto buoni maestri a mia volta. I ragazzi però ce la devono mettere tutta nell’apprendere. Se uno che mi può dare cento mi dà cento, quello è un campione».

Salus et Virtus Boxe ©Bisa/ilPiacenza

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