Pesca alla trota, da domenica 25 marzo inizia la stagione

Al via la nuova stagione della pesca alla trota. Domenica 25 marzo nel territorio piacentino si aprirà la pesca nelle acque di categoria D, di montagna, dove prolifera la specie. Si tratta delle acque più pregiate della nostra provincia. La preda più ambita è, in particolare, la trota fario, autoctona della regione alpina  ed appenninica settentrionale. Le trote potranno essere pescate anche nella zona C, che comprende i bacini idrici di Mignano in Valdarda e del Molato in Valtidone.

Per pescare nelle acque di categoria D occorre essere in possesso, oltre della licenza di pesca in corso di validità, anche di un tesserino regionale “segnacatture” che può essere ritirato gratuitamente presso i comuni montani o presso le associazioni dei pescatori che sono delegate per la distribuzione dagli stessi comuni. La stagione di pesca alla trota si chiuderà con la fine dell'estate.

«Abbiamo accolto le istanze delle comunità locali e dei loro pescatori – spiega l'assessore provinciale Filippo Pozzi –, facilitando loro il controllo e la gestione dell'attività su alcuni tratti di fiume, garantendo un miglior accesso e controllo ai pescatori».

Si possono trattenere nella stessa giornata di pesca al massimo cinque trote fario di almeno 25 centimetri di lunghezza. Tale misura è stata introdotta dalla provincia di Piacenza già da diversi anni per favorire la riproduzione naturale della specie in accordo con le principali associazioni di pescatori. Per ripopolare le acque appenniniche e incrementare il numero di trote è prevista l'immissione di circa 1.400.000 avannotti di cui circa un milione già seminati.

Questi avannotti provengono dagli incubatoi di Lugagnano, Canadello di Ferriere, Bobbio e Ottone. Alcuni di questi sono curati dagli stessi pescatori attraverso apposite convenzioni con la Provincia. Le uova provengono da allevamenti altamente qualificati. Circa 400mila sono uova prodotte da riproduttori originari del Lago Moo, ceppo rustico di cui è comprovata la capacità di riproduzione nelle nostre acque.  

Saranno poi immessi 5 quintali sempre di trote fario di 18/22 centimetri in alcune zone a regime speciale del Trebbia e 10 quintali di trote adulte di 27/30 centimetri negli invasi di Mignano e Molato, dal momento che i frequenti svasi non permettono ai pesci di poter crescere naturalmente fino alla taglia minima di cattura.   Sono inoltre previsti altri 5mila temoli di 12/14 centimetri. Si tratta di un'altra specie molto pregiata e ricercata dai pescatori sportivi la cui pesca comincia il primo giugno e la cui misura minima è di 28 cm.

Non ci sono al momento novità per quanto riguarda la normativa regionale, attualmente in fase di revisione.  Entro qualche mese da Bologna sono attese modifiche sostanziali rispetto all'attuale assetto.  La Provincia ha istituito due nuove zone di ripopolamento e frega con divieto di pesca su richiesta dell'associazione di pesca sportiva “Acque del comune di Ferriere” e condivisa dalla maggior parte della commissione ittica, la prima è sul Nure tra la località Travata e la confluenza del Grondana, la seconda è sul Grondana, dalla confluenza con il rio Riccò alla confluenza nel Nure, per un totale di circa due chilometri di acque vietate alla pesca.

Tale divieto dovrebbe consentire la riproduzione e l'accrescimento non solo delle trote fario, ma anche di specie di interesse comunitario quali il Vairone e il Barbo comune e facilitare la sorveglianza trattandosi di tratti con buona visibilità e vicini al paese di Ferriere. Le zone di divieto sono state tabellate, i pescatori non dovrebbero avere difficoltà nell'individuare i tratti di torrente interessati. Si ricorda ai pescatori che frequentano il Po il divieto di reimmettere in acqua le specie alloctone pescate, per chi non le volesse trattenere, c'è la possibilità di portarle nel lago Mandella situato nei pressi di Muradolo di Caorso.