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Il Piacenza retrocede in Seconda Divisione: è il giorno della disfatta

Playout: niente da fare il Piacenza perde 1-0 a Prato e retrocede in Seconda Divisione. Il gol al primo minuto del secondo tempo è firmato Napoli. Il portiere del Prato, Layeni, a fine gara è andato sotto la tribuna dei nostri tifosi per "vendicarsi" delle precedenti prese in giro

Il Piacenza retrocede perdendo la partita di ritorno dei play-out allo Stadio “Lungo Bizenzio” di Prato contro la compagine locale dopo che la stessa era stata sconfitta per ben tre volte in questa stagione. Dopo un trentennio, la squadra biancorossa conosce nuovamente l’ onta della retrocessione nei campionati interregionali, anche se ora l’ eufemismo italico li chiama Seconda Divisione.

Prato-Piacenza 1-0 Alberese/IlPiacenza

Il Piacenza torna dunque là dove un grande uomo come l’Ingegnere Leonardo Garilli la raccolse, commettendo l’unico errore di credere che la famiglia la pensasse come lui sulla squadra biancorossa. Il Piacenza Football Club 1919 va in Seconda Divisione con una Società fallita alle spalle, potenzialmente vaporizzabile tra qualche settimana, scomparendo da un calcio già di retroguardia sul campo con una prova che meglio non poteva essre l’emblema di questa stagione.

Una prova scialba, timorosa anche se la fiducia incrollabile tutt’ora per Francesco Monaco ci porterebbe a chiamarla “di contenimento”, a difesa di un risultato risicatissimo quale il 1-0 del Garilli all’ andata, quando sappiamo bene da un anno che se c’é una cosa che il Piacenza non sa fare e non ha imparato a fare è difendere un qualunque risultato. E’ vero, come ha acutamente osservato il “liquidatore” l'avvocato Spezia nel nostro parlottio prima della partita, che la retrocessione è un fatto tecnico meno drammatico di quello che potrebbe apparire, visto che l’ anno prossimo è previsto che Prima e Seconda Divisione diventeranno nuovamente la vecchia Serie C composta di soli due gironi; ma stà di fatto che oggi c’ era da affermare che non si era buttato via un intero campionato caratterizzato da quello che tutti noi sappiamo, senza contare ciò che non sappiamo e/o non sapremo mai.

Il Piacenza di oggi ha mostrato purtroppo il suo lato peggiore, quello visto troppe volte in questa stagione sìa in casa che sui terreni esterni. Non finiremo mai di ringraziare questi ragazzi che hanno dimostrato di crederci fino all’ ultimo, ma non si può non sottolineare come oggi la squadra in toto abbia sbagliato competamente la partita. Veniamo subito al gol che ha retrocesso sul campo i biancorossi, prima che magari tribunali giudiziari e tribunali sportivi malauguratamente confermino lo stesso verdetto. Al 1’ del secondo tempo, il Piacenza dimostra di non aver imparato nulla da 40 partite di campionato. Un Prato modesto, fatto di tanta volontà e poco altro, in una giornata di caldo afoso, dopo un primo tempo trascorso a tenere inutilmente palla nella trequarti piacentina, inizia il secondo tempo col solito scontatissimo modulo, per altro l’unico.

Palla lunga a Silva Reis che si incunea con la sua prestanza fisica in mezzo ai due centrali biancorossi, arriva al limite dell’area centralmente e dà a sinistra a Napoli, lasciato solo da Marchi che, capitano non ce ne voglia, deve ancora entrare in gioco e non segue il centravanti azzurro (oggi in maglia bianca) dopo una sortita con palla persa a centrocampo. Napoli avanza in area e sull’ accenno di uscita di Ivanov col piatto destro deposita il gol Seconda Divisione alla base del palo più lontano, alla sinistra di Ivanov.

La partita nel primo tempo era stata caratterizzata da uno sterilissimo predominio laniero, con il Piacenza rintanato nella propria trequarti, impegnato in pochissimi rilanci verso Bombagi trequartista e Giovio centravanti nel mare dei difensori pratesi. Al 5’ Pisanu arriva nei pressi del vertice sinistro dell’ area e costringe Ivanov ad una non difficile parata in due tempi. Al 17’ Pani dalla trequarti sinistra dà in area a Giovio che si allunga e tira in diagonale mettendo nel lato opposto, infortunandosi lievemente al ginocchio destro.

Layeni, il quale dimostrerà al termine di essere bisognoso di un incremento di intelligenza, coi piedi proprio non ci sa fare, ma nemmeno questo particolare scuote i biancorossi da una disposizione formalmente 4-4-1-1, ma in realtà di attesa a difesa dello striminzito vantaggio dell’ andata, come dimostra la presenza di Foglia al posto dello squalificato Lisi. In un primo tempo dove non si arriva mai da entrambe le parti a vedere la porta avversaria, l’ultimo cenno di cronaca spetta a Visconti che al 24’ va quasi sul fondo a sinistra, crossa col pallone che arriva in volo sulla linea dell’ area di porta sul primo palo, Giovio è in netto anticipo, ma colpisce non a fronte piena e manda il pallone alto sulla traversa. Si va negli spogliatoi ed i tifosi pratesi non sono per nulla fiduciosi, mentre encomiabili i 300 supporters biancorossi che non hanno mai smesso di incitare Marchi e Co: Purtroppo successivamente il caldo e la delusione e Layeni ne combineranno delle belle. Pronti via e il Prato manda il Piacenza a far compagnia al Bassano Virtus.

A questo punto, Monaco tenta la carta dell’ attacco ad ogni costo, rinnova il trio d’ attacco, ma il biancorossi non riescono a produrre pericoli, né a cambiare marcia ma, anche se confusamente, progressivamente occupano la metà campo pratese, pur non impensierendo Layeni. Chissà se in cuor loro Armenia, Reggi, Spezia e tutta la “notabilità” che oggi si è presentata compatta in tribuna centrale, nutrono ancora speranze reali o stanno anche loro assistendo ad un rewind della storia sportiva del Piacenza. Al 6’, comunque, Silva Reis dal lato corto dell’ area piacentina, dribbla due difensori e poi appoggia a Napoli che colpisce con un diagonale che Ivanov para a terra in due tempi sulla destra. Forcing finale, finalmente!, dei biancorossi. Al 40’ Visconti su calcio d’ angolo dalla sinistra colpisce con potenza, Layani è battuto, ma Cavagna respinge di testa sulla linea, vicino al palo destro del portiere. Il Prato ed i pratesi temono la beffa.

Al 41’ Pani dà a Visconti sul vertice dell’ area piccola a sinistra, l’angolo di tiro è molto stretto e solo giocatori di altra categoria potrebbero far meglio: il laterale tira di sinistro, Layeni respinge a terra. I tifosi pratesi sono quasi tutti in piedi, ci sono 5 minuti di recupero. Al 42’ combinazione di alleggerimento tra Napoli e De Agostini che da centro sinistra tira da 25 metri, sfiorando il raddoppio lambendo il palo alla destra di Ivanov. Al 47’ il Piacenza dà l’ addio alla Prima Divisione e si arrende all’ evidenza. Benedetti si invola in contropiede, viene rimontato dai difensori, ma tira ugualmente ed Ivanov deve parare in due tempi sulla destra. E’ finita ed ora inizia il resto. Layeni corre dalla sua porta e non si ferma a festeggiare coi suoi, ma va a sfottere con mani, bocca e piedi i tifosi biancorossi. I giocatori di Monaco in massa lo raggiungono e così poco dopo faranno i pratesi già intenti a festeggiare.

Nasce una mega rissa con Layeni primo e sostanzialmente unico obiettivo, portato via prima da D’Oria (portiere di riserva) e poi da dirigenti e steward. I tifosi biancorossi non ci stanno e cercano con veemenza di sfondare il cancello che li divide dalla tribuna centrale. I carabinieri, con un po’ di ritardo, si schierano con un cordone a fronteggiare l’ eventuale cedimento del cancello che, però, ondeggia molto ma non cede. Sono momenti di tensione in campo e sugli spalti che proseguiranno per vari minuti e così accadrà anche negli spogliatoi ed in sala stampa. Lentamente la situazione nello stadio e dintorni torna alla calma, non così, per quanto abbiamo visto, nella zona dei pullman e delle auto parcheggiate dei supporters biancorossi. Lasciata l’ emotività della partita, cosa resta da dire.

Non pensavamo che il modestissimo Prato potesse farcela contro una squadra piena di problemi, ma certamente tecnicamente ed agonisticamente meglio sistemata come il Piacenza. Non pensavamo che i biancorossi infilassero nella partita più importante una delle loro prestazioni maggiormente negative. Non pensavamo di tornare dalla Toscana, oltreché senza Società con zero acquirenti, anche senza squadra in Prima Divisione. Non sappiamo, a questo punto, se pensare ancora al Piacenza 1919 o dobbiamo cominciare a ragionare e tifare per un’ altra squadra che sorgerà sulle ceneri di questa novantenne in pessime condizioni. I responsabili oggi non erano a Prato, né in campo, né in tribuna. Oggi in tribuna e in campo c’erano le vittime di anni di gestione poco limpida e di giocatori annebbiati dal denaro di provenienza per lo meno dubbia. Non c’é altro da dire.

 

 

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