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Domani Piacenza-Triestina al Garilli: le probabili formazioni

Dovrebbero schierarsi Cassano tra i pali, Avogadri-Melucci-Visconti-Esposito sulla linea Maginot, Parola-Foglia-Marchi-Lisi sulla zona pensante e gladiatoria. Guzman e Ferrante nella terra di nessuno che gli altri chiamano offensiva

Domani si gioca allo stadio "Leonardo Garilli" Piacenza-Triestina. E' importante, in un momento temporale in cui pare che l'epoca più gloriosa della storia del Piacenza Calcio si stìa dissolvendo unitamente alla società stessa, sottolineare che patrimonio si sta rischiando di disperdere in questo autunno tribolatissimo compreso uno stadio di calcio costruito in occasione della prima promozione in Serie B (periodi pre e post-bellici esclusi) nel 1969 e mai intitolato se non dopo la morte dell' Ingegnere, padre di due successivi presidenti mai tanto così differenti nel cogliere lo spirito di una città e nel concepire i risvolti economici connessi.

Uno stadio Garilli che corre il rischio di vedere i cancelli serrati non solo ai tifosi, ma alla stessa squadra che ne dovrebbe fare uso continuo e famigliare. Come si può, infatti, scrivere di calcio giocato in previsione di una partita qualunque essa sìa, quando noi tutti, seppur da disomogenei punti di vista, siamo distratti da questioni di pura sopravvivenza legale e sportiva che riguardano un "qualcosa" che ha accompagnato i nostri anni e per molti di noi ancora li accompagna?

Sballottati dalle onde di notizie più o meno infondate, di prossime resurrezioni annunciate e puntualmente rimandate, condotti ad un silenzio attonito nel vedere come il giocattolo faccia concorrenza ai ghiacci del Polo per la velocità con cui si sta sfaldando senza che sembra esista nulla che possa fermare lo sciolgimento ed impedire che i papaveri che sopra fiorivano finiscano per annegare nelle gelide acque frequentate da volgari piranha affamati solo di soldi altrui o che non ci sono o che non ci sono più.

Tutti noi desidereremmo che i ragazzi, i quali fino a quattro partite or sono ci avevano fatto sognare di una rimonta memorabile, domenica si trovassero nella stanza più recondita dello stadio, soli con il loro trainer, per stringere un patto d' acciaio, come tanti film di origine statunitense ci hanno fatto vedere, che li porti a scendere in campo solo per dimostrare di essere forti, più forti di tutti gli avversari e più forti di tutti coloro che li stanno prendendo in giro da qunato tempo non è dato saperlo.

In questi giorni si assiste alla fuga "ferma" di tanti protagonisti o mancati protagonisti. C'é chi sostiene che aveva già pronto in tasca il contratto del centravanti ex nazionale, ma che dietro ha lasciato qualche squadra in odore di fallimento; c'é chi, nonostante abbia avuto parte attiva, attivissima nel tracollo della retrocessione, ora si rammarica di quanto sta succedendo giurando e spergiurando che in estate aveva preparato tutto per un grande campionato (in Lega Pro, comunque) ed una grande società, colui che proprio nella squadra e nella società che è ospite domani dei biancorossi ha rivestito tutte le cariche sportive e amministrative con tale successo da lasciarla poi in mano a due coniugi che se la sono contesa e distrutta esattamente come se dovessero ripartirsi davanti all' avvocato matrimonialista i mobili ed il conto in banca: questa è la storia recente della Triestina come Società, quella il cui precedente presidente metteva i cartelloni con le foto dei tifosi perché le riprese televisive non facessero vedere la tribuna distinti desolatamente vuota.

E il Piacenza come si presenta? Pari modo, se non peggio. Poi lamentiamoci che non siamo tutelati in Lega e appena possibile ci vengono fischiati rigori contro: che peso politico possiamo avere ormai, dopo aver dilapidato in poche settimane il rispetto che una retrocessa di rango, com' era considerata la squadra biancorossa a settembre, si ritrova con dirigenti squattrinati con nemmeno il coraggio di frequentare la sede della loro società. Sempre confidiamo domattina di constatare di esserci sbagliati e sempre constatiamo che così a tutt' oggi non è stato.

Ammesso che le divise blu della seconda maglia sìano state lavate in precedenza, prima che i fornitori decidessero di chiudere i rubinetti, in modo tale da essere indossate non stazzonate, scenderanno in campo coloro che ne avranno voglia, speriamo tutti. Facile affidarsi al senso di responsabilità e professionalità di questi ragazzi, come per altro affermato dagli stessi nel comunicato redatto dall' AssoCalciatori, ma si è mai visto o sentito un allenatore della squadra ultima in classifica che dice, dovendo andare a giocare a Barcellona contro i blau-grana, di andare convinto che la partita sìa inutile essendo la sconfitta già scritta?

Se le chiavi dei cancelli non saranno state nel frattempo girati sull' off, contro gli alabardati dovrebbero schierarsi i motivatissimi Cassano trai pali, Avogadri-Melucci-Visconti-Esposito sulla linea Maginot, Parola-Foglia-Marchi-Lisi sulla zona pensante e gladiatoria. Guzman e Ferrante nella terra di nessuno che gli altri chiamano offensiva. Ed è giusto che gli Ultras abbiano chiamato a raccolta tutti i tifosi, potrebbe essere l' ultima partita giocata sul campo dal Piacenza Football Club 1919.

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