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Giovedì, 25 Aprile 2024
Sport

Progetto Vita Sport: «Diventeremo un modello per le altre città»

Presentata la nuova iniziativa per dotare di defibrillatore le società sportive della città con un contributo minimo da parte di tutti. Aschieri: «Un gioco e una conquista importante»

«Un gioco e una conquista importante». E' così che Daniela Aschieri, cardiologa responsabile di Progetto Vita, ha definito il nuovo progetto per fare si che, anche nel mondo dello sport piacentino, penetri sempre di più la cultura del defibrillatore e del suo utilizzo per salvare le vite, anche quelle degli sportivi. A Piacenza infatti sono 19 le strutture sportive che sono dotate di questo apparecchio, mentre altre 14 ne sono invece sprovviste. «Si tratta chiaramente di un impegno finanziario consistente ed è impensabile che il pubblico possa finanziarlo in toto. Così ci siamo rivolti a sponsor che hanno dimostrato grande sensibilità». Tra questi, in prima linea, c'è Ina Assitalia di Piacenza (presente Massimo Pagani, agente generale di Piacenza) oltre alla collaborazione fondamentale con il Coni di Piacenza e il Comune (presente Francesco Cacciatore).

Progetto Vita Sport ©ilPiacenza

Per poter raccogliere i fondi necessari, i volontari di progetto vita hanno pensato di dare vita a una sottoscrizione aperta a tutti, e che permetta a ognuno di vedere costantemente a che punto si è arrivati, in quella determinata struttura sportiva, con la raccolta dei fondi per l'acquisto del defibrillatore. «Un tabellone verrà esposto in ogni impianto della città e della provincia - dice Aschieri - suddiviso in 100 caselle, ogni casella avrà il valore di 20 euro. Le società sportive e i gestori degli impianti, ma anche chiunque vorrà contribuire, potrà acquistare i biglietti da un minimo di due euro. Ogni dieci biglietti verrà occupata una casella per avere la trasparente visione della raccolta dei fondi. Quando avremo coperto le 100 caselle, avremo raccolto abbastanza per realizzare il progetto nel nostro impianto sportivo».

«La morte durante lo sport è una fatto che colpisce molto l'opinione pubblica - prosegue Aschieri - L’opinione pubblica accetta con difficoltà che un atleta possa essere vittima di un arresto cardiaco perché nell’immaginario collettivo è considerato un simbolo di salute. Tuttavia, anche recentemente la storia dello sport professionistico è stata tragicamente punteggiata da morti improvvise, come quella del giovane calciatore del Siviglia Antonio Puerta, di Darcy Robinson, 26enne giocatore di hockey, o del calciatore del Benfica Miklos Feher, che a soli 23 anni perse la vita durante un incontro di campionato».

I recenti fatti accaduti a Pescara con la morte di Piermario Morosini, o la morte di Vigor Bovolenta, campione di volley, stroncati entrambi da un arresto cardiaco in campo, hanno messo in evidenza come anche e soprattutto nello sport ci sia bisogno che passi la cultura della defibrillazione. Concordi anche Stefano Teragni del Coni di Piacenza e Salvatore Visalli responsabile dei medici dello sport di Piacenza. «In questo modo - ha concluso la dottoressa Aschieri - potremo diventare una realtà di esempio anche per altre città». Chiunque volesse dare il proprio contributo, può donare utilizzando questo IBAN (indicando come causale "Progetto Vita Sport"): IT32 Q051 5612 600C C000 0020 906

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