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Salus et Virtus, da più di cent’anni scuola di sport e di vita

Presentato al PalabancaEventi il libro di Mauro Molinaroli sulla storia della società di boxe

Scuola di sport, ma soprattutto scuola di vita. Una definizione che calza a pennello per la Salus et Virtus, gloriosa società pugilistica piacentina alla quale è stato dedicato un libro - “Il ring di tante vite” (Editing Daniela Morsia, impaginazione grafica Print a porter, stampa La Grafica) - scritto da Mauro Molinaroli con la collaborazione organizzativa di Luca Gabrieli e presentato questa sera al PalabancaEventi (in una Sala Panini gremita, con Sala Verdi videocollegata), nell’ambito dell’Autunno culturale della Banca di Piacenza. Presente l’assessore comunale allo Sport Mario Dadati, che ha portato un saluto.

«I valori dello sport e dell’inclusione - ha spiegato l’Autore nel corso dell’incontro moderato da Matteo Marchetti di Sport Piacenza - alla Salus et Virtus vengono portati avanti di giorno in giorno, con tanti giovani e diverse ragazze che hanno conquistato, con impegno e sacrificio, titoli italiani e soprattutto credibilità e riscatto sociale. Lo sport è anche vita, valori, storie ed io ho voluto coniugare storia, protagonisti di oggi e il ruolo della società pugilistica piacentina sotto il profilo sportivo e sociale».

Nel libro (che si apre con le presentazioni del sindaco Katia Tarasconi e del presidente esecutivo della Banca Corrado Sforza Fogliani) ci sono i campioni di ieri - Crosia, Molinari, Civardi, Buzzetti e Pizzamiglio -, per arrivare agli anni Novanta, quando Roberto Alberti decise di acquisire la società caduta in una forte crisi finanziaria e di presenze di atleti e di diventarne proprietario. «Un salto importante - ha precisato il giornalista e scrittore - perché da allora la Salus è diventata una palestra popolare, con giovani che si sono dedicati o al pugilato agonistico, oppure amatoriale. Alberti è per tanti un secondo padre, la coscienza critica di tanti giovani che avrebbero potuto finire in strada, strada dalla quale alcuni provengono e in palestra hanno scoperto il senso delle regole, della disciplina, del fare gruppo in un luogo che è anche scuola di vita». Non è mancato un accenno al pugilato femminile: «Emanuela Amisani - ha sottolineato Molinaroli, che ha ringraziato la Banca per aver reso possibile la stampa del volume - è stata nei primi anni 2000 una rivelazione. Questa attività prosegue oggi con Hasnaa Bouyij e la mitica Roberta Bonatti (presente in sala, ndr), seconda ai campionati europei di pochi giorni fa. Il pugilato femminile ha caratteristiche diverse, e la Salus sembra coglierle con grande tempismo».

L’Autore ha anche ricordato i giovani immigrati che hanno trovato e trovano un punto di riferimento alla palestra di via Alberici: Tony Cruz, Amin Bilal, Jon Jon Sabau e più indietro negli anni Massimiliano Chiofalo, arrivato a Piacenza dalla provincia di Trapani. «Tante storie, tante vite e tanti volti da ring: ragazzi che si allenano e lavorano, che combattono per una forma di riscatto sociale, in una società, la Salus, in cui non esistono divi o presunti tali. Esistono invece regole e scelte di vita: una storia di sport ma anche una storia di uomini, di recupero sociale di tanti giovani, di sensibilità che caratterizza questa società e in particolare il suo maestro (Alberti, ndr) e coloro che lo hanno preceduto».

Il delegato provinciale del Coni Robert Gionelli ha quindi rimarcato come la Salus et Virtus sia una delle 5-6 società piacentine a poter vantare una storia centenaria, essendo nata nel 1904. «Una realtà benemerita - ha osservato Gionelli - al di là dei risultati agonistici, pur brillanti sia in campo maschile che femminile, che ha saputo restare in vita anche in momenti difficili e che merita l’attenzione delle istituzioni per il preziosissimo ruolo sociale che svolge nell’offrire opportunità di riscatto a giovani in difficoltà».

Roberto Alberti, dal canto suo, ha raccontato i tanti sacrifici fatti per trasmettere i valori del pugilato. «Da noi si diventa campioni non solo di sport, ma anche di vita», ha sottolineato, ribadendo che «uno è già campione solo per il fatto che entra in palestra».

Al termine dell’incontro, ai presenti è stata fatta consegna di una copia del volume.

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