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«Da trattoria a mensa per non lasciare al freddo gli operai. Così abbiamo lavorato in zona arancione»

Luigi Di Donato e Luigi Pizzelli sono i titolari di due trattorie. Come altri imprenditori della ristorazione, cambiando un codice Ateco hanno potuto offrire un servizio ai propri clienti anche in zona arancione

Si va verso la zona gialla e gli imprenditori della ristorazione potranno prendere una boccata d’ossigeno, aprendo i locali a pranzo per i propri clienti. Qualcuno però è riuscito ad apparecchiare i tavoli anche in zona arancione. Come? Lo abbiamo chiesto a Luigi Di Donato e Luigi Pizzelli, rispettivamente titolari dell’”Antica trattoria Bergamaschi” a San Protaso e “Trattoria nuova da Pinuccio” a Fontana Fredda. «Il commercialista ci ha suggerito di aggiungere un codice Ateco alla visura camerale – ha spiegato Di Donato con la moglie Paola Passera - per offrire il servizio mensa a operai e titolari di partita Iva. I miei clienti e le aziende della zona hanno aderito positivamente. Ci sono regole da seguire e la scorsa settimana, dopo avere aperto con questa nuova modalità, è arrivata la Guardia di Finanza: ci hanno chiuso il locale per cinque giorni, mettendo anche i sigilli, perché il cliente ha affermato di essere dipendente di una ditta quando in realtà non era vero. Sbagliando si impara».

«Abbiamo scelto di proporre il servizio mensa, piuttosto che l’asporto, per non fare mangiare fuori al freddo sul camioncino i nostri clienti. Venti o venticinque coperti a menù fisso bastano solo per pagare, gas, luce e dipendenti. Non l’ho fatto per guadagnare ma per offrire un servizio alla mia clientela», ha detto Pizzelli ringraziando gli agenti della polizia Locale e il sindaco di Cadeo, Marco Bricconi.

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