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I commercianti di Castelvetro contro la chiusura dei confini: «Non spegnete le nostre luci»

Sit-in vicino al ponte che collega a Cremona. Disagi per l'economia: i cremonesi che non possono spostarsi dalla loro Regione rappresentano l'80 per cento del fatturato delle attività di Castelvetro

Sit-in di protesta, pacifico, organizzato dagli imprenditori di Castelvetro nei pressi del ponte sul Fiume Po che collega alla vicina Cremona. La città lombarda è in zona rossa mentre il comune della Bassa, essendo in Emilia, è in zona gialla. Tantissimi sono i disagi per le famiglie e per l'economia: i cremonesi che non possono spostarsi dalla loro Regione rappresentano l'80 per cento del fatturato delle attività commerciali di Castelvetro. I commercianti dicono "no alla chiusura dei confini" che porterebbe, come riportato in alcuni cartelli sollevati dagli imprenditori, alla "chiusura delle luci". Si ripresenta dunque lo stesso problema che cittadini e lavoratori del comune della Bassa, così come tutti quelli frontalieri in Italia, avevano già vissuto durante il lockdown. Domenica 8 novembre i commercianti si sono ritrovati insieme al sindaco Luca Quintavalla e ai rappresentanti di Confcommercio Piacenza e Conferescenti Cremona per chiedere "più attenzione da parte dei livelli più alti di Governo per non essere considerati paesi di serie B". "Questo ponte - dicono - è come se fosse crollato. Oggi non è più il momento dei codici Ateco". A presidiare il sit-in c'erano Guardia di Finanza, Polizia di Stato e Locale, carabinieri di Monticelli, impegnati anche nel controllo delle autocertificazioni degli automobilisti che provenienti o diretti a Cremona.

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