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Turismo fermo a Castellarquato: «Borgo deserto, è angosciante»

Una passeggiata con le nostre telecamere, nel borgo messo a dura prova dalla pandemia, come tanti altri paesi che vivono di turismo. «Castellarquato è poco conosciuto a livello mediatico, le persone del posto prendano in mano il turismo»

«Castellarquato è un deserto che ricrea angoscia in noi organizzatori: uscire e non vedere persone in giro è terribile e noi siamo frenati». Tiziana Inzani, vicepresidente della Proloco, lo dice chiaramente: «Il 2020, l’anno della pandemia, è stato un disastro». Con le nostre telecamere siamo stati nel borgo della media Valdarda, messo a dura prova, come tanti altri paesi che vivono di turismo. Tante le manifestazioni annullate, poche quelle che si sono potute svolgere in estate, a ranghi ridotti, altre portate avanti online. Non si è potuto brindare con i calci di Monterosso nei giorni dell’omonimo festival, non hanno sfilato le compagnie in abiti medievali, i motori delle auto che sfrecciano fino a Vernasca sono rimasti spenti ma «si sta lavorando e si mantengono i contatti con coloro che ogni anno raggiungono Castellarquato, anche dall’estero» - spiega Claudio Casali del Cpae. «Il paese è poco conosciuto a livello mediatico» dice Inzani, mentre secondo il commerciante Claudio Casali, titolare di due botteghe, «il turismo deve essere preso in mano da persone del paese che conoscono il territorio». Nel video le interviste.

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