rotate-mobile

«Positività per affrontare la vita dopo la malattia. Rispetto per le famiglie dei servitori dello Stato»

Al Marconi di Piacenza studenti a "lezioni di vita" con l'ex colonnello dell'Esercito Carlo Calcagni, invalido permanente in seguito alla contaminazione di uranio in una missione in Bosnia

Arriva nell’Aula Magna dell’Istituto Marconi con il suo deambulatore per parlare di sé, di quell’uomo che sopravvive grazie alle terapie quotidiane e attraverso lo sport. Perché da quando fu colpito da una serie di patologie invalidanti degenerative, in seguito alla contaminazione da uranio impoverito inalato durante la missione di pace in Bosina del 1996, il suo motto resta “Mai arrendersi”.

Carlo Calcagni, Colonnello del Ruolo d’Onore oggi cinquantenne, quando pilotava gli elicotteri in Bosnia per portare aiuti umanitari era poco più che ventenne. Era impegnato in missioni di recupero di feriti civili e militari quando riportò una grave invalidità permanente, a causa di patologie che hanno gravemente compromesso il suo organismo e lo costringono ad una quotidiana e molteplice serie di cure.

Da allora ha iniziato ad affrontare la sua vita con lo sport, collezionando numerosi successi in particolare nel ciclismo, e incontrando i giovani delle scuole per stimolare in loro la riflessione sul valore della vita e sul fatto che le difficoltà si possono affrontare e superare con atteggiamenti positivi e costruttivi. Valori che descrive anche nel suo libro “Pedalando su un filo d’acciaio”

La sua testimonianza e il suo incontro con ragazze e ragazzi sono stati particolarmente significativi, in particolare alla luce del contesto della pandemia globale che, soprattutto nei mesi di lockdown, ha richiesto a ciascuno di noi di attingere alla propria capacità di resilienza. E proprio la malattia del Covid è stata la causa dell’invalidità permanente di un carabiniere in forze, fino allo scorso anno, nel Radiomobile della Compagnia di Fiorenzuola.

L’appuntato Vincenzo Montesano fu contagiato dal coronavirus durante il servizio e da lì, dopo mesi di terapia intensiva e riabilitazione, non ha più potuto indossare la divisa a causa degli effetti devastanti del virus. Cosa si può dire oggi a questi servitori dello Stato, che si sono ammalti durante l’adempimento del proprio dovere? Nel video l'intervista.

Video popolari

«Positività per affrontare la vita dopo la malattia. Rispetto per le famiglie dei servitori dello Stato»

IlPiacenza è in caricamento