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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Al Club cinefotografico bis del viaggio nella luce di Ferretti

Dopo il grande successo della mostra fotografica “Un viaggio nella luce...contro” di Oreste Ferretti, è stata  programmata una nuova serata di proiezione nella quale verranno proposte multivisioni frutto dei numerosi viaggi

La recente mostra fotografica presentata nella sede del Circolo Cinefotografico Fiorenzuola (Piazza Caduti, 1) “Un viaggio nella luce...contro” di Oreste Ferretti, ha suscitato notevole interesse e così, grazie alla disponibilità dell’autore e della moglie Odetta, è stata  programmata una nuova serata di proiezione nella quale verranno proposte multivisioni frutto dei loro numerosi viaggi. L’appuntamento è per venerdì 19 novembre 2021 ore 21. Ingresso libero, con mascherina e certificato verde.

LA SCHEDA

Sono oltre quarant'anni che viaggiano, Oreste Ferretti e Odetta Carpi. Lui imbraccia la macchina fotografica, lei la telecamera. La voglia di avventura e di scoprire usanze e luoghi ce l'hanno dentro. Così sono nati tanti loro reportage e documentari che hanno vinto premi su premi in concorsi e rassegne: l'Himalaya e le sorgenti del Gange, i deserti dell'Africa e i villaggi dell'Asia orientale. E molti atri luoghi.

La passione per gli scatti è nata più di quarant'anni fa. In principio furono le Dolomiti ad essere fotografate da Oreste. Dopo Odetta e Oreste hanno puntato sull'Himalaya, per poi India e Pakistan, dove negli anni '80 sono stati diverse volte. Successivamente ancora l'Africa: dal Botswana allo Zimbabwe, dalla Namibia all'Etiopia. Due volte in Mali e due in Niger.

Nei loro i trekking i due parmigiani hanno percorso circa tre mila chilometri. Tutti a piedi e mai all'insegna delle comodità.  

 "Il viaggio per noi più bello? Ce lo chiedono sempre e ... non sappiamo rispondere. Sono tutti affascinanti, ognuno a modo suo: l'Africa con i suoi deserti e le popolazioni, il Nepal per le montagne e così via. Siamo stati in Nepal nel 1979: erano i primi trekking, ci andavano praticamente solo gli alpinisti, non i turisti. In questo modo si può conoscere la realtà locale. Abbiamo viaggiato usando i mezzi locali, anche sul tetto di jeep e camioncini. Per viaggi come i nostri, insoliti, serve un grandissimo spirito di adattamento, non sono adatti a chi vuole la doccia, mangiare e dormire bene e le altre comodità occidentali. Bisogna inoltre lasciare a casa le idee del nostro mondo e parlare con la gente; durante il viaggio è importante adattarsi alle esigenze e alle occasioni del momento.

Fotografare e riprendere ci piace da impazzire. Con la stessa intensità, facciamo vite da cani ma amiamo viaggiare”.

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