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Alseno ha ricordato le Forze Armate: celebrazioni in Piazza Leopardi

Il Sindaco Zucchi durante la celebrazione: "L’operato delle Forze Armate che evidenzia la volontà del nostro Paese di portare un contributo concreto alla costruzione della pace"

Alseno ha ricordato le Forze Armate con una celebrazione che si è tenuta nella mattinata di marted’ 4 novembre.

Nella chiesa di San Martino, il Parroco Don Mimmo Pascariello ha officiato la Celebrazione Eucaristica, in suffragio dei 101 caduti alsenesi.

Il corteo si è poi spostato in P.zza Leopardi al monumento dei caduti. Qui erano presenti alcune classi delle scuole elementari e medie di Alseno accompagnati dalle insegnanti e dalla dirigente scolastico.

Gli alunni delle scuole elementari hanno letto i nominativi dei 101 caduti alsenesi mentre i ragazzi delle scuole medie hanno letto alcuni dati ricavati da una dettagliata ricerca effettuata alcuni anni fa.

I caduti alsenesi erano tutti ragazzi molto giovani: alcuni morirono durante la battaglia, altri a causa di malattie contratte in trincea, altri ancora furono dichiarati dispersi, molti inoltre furono quelli portati nelle prigioni austriache.

Il Sindaco Davide Zucchi, ha voluto sottolineare l’operato delle Forze Armate, “che evidenzia la volontà del nostro Paese di portare un contributo concreto alla costruzione della pace.

Ringraziamo la loro professionalità –ha dichiarato- e la loro umanità, doti riconosciute dalla comunità internazionale ma soprattutto dalle popolazioni dei Paesi in cui le nostre Forze Armate intervengono. Inoltre commemoriamo tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita per l’Italia, ricordiamo i caduti dei due conflitti mondiali, quelli delle guerre d’Indipendenza che portarono all’Unità nazionale, quelli dei giorni nostri e quegli italiani in uniforme che hanno varcato i nostri confini per portare sicurezza, aiuto, pace e libertà a popolazioni sconvolte da conflitti sanguinosi e guerre civili.

Zucchi ha poi ricordato il centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, “un conflitto iniziato nel 1914 e durante il quale l’Italia pagò un prezzo altissimo: furono circa 600mila i caduti militari. Gli alpini, oggi qui rappresentati dal Gruppo di Fiorenzuola, che morirono ben in 40mila, divennero in seguito le icone di un’italianità che sacrifica sé stessa nel nome della Patria”.

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