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Dall'incendio di un'auto al traffico di cocaina, sette arresti

I carabinieri del Nucleo Investigativo guidati dal maggiore Massimo Barbaglia hanno sgominato un vasto giro di spaccio di cocaina tra Piacenza, Monticelli, Castelvetro e Fiorenzuola. Nei guai pusher italiani e albanesi, cinquanta gli assuntori segnalati

I carabinieri del Nucleo Investigativo guidati dal maggiore Massimo Barbaglia hanno sgominato un vasto giro di spaccio di cocaina tra Piacenza, Monticelli, Castelvetro e Fiorenzuola. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Antonio Colonna, sono iniziate il 30 ottobre 2015 quando l'auto di un tunisino di 51 anni e parcheggiata in via Mazzini a Monticelli è stata divorata dalle fiamme. Un rogo che si è rivelato doloso nei giorni successivi, a quel punto i carabinieri ci hanno voluto vedere chiaro e hanno scoperto che lo straniero probabilmente aveva un debito di droga, e grazie alle intercettazioni hanno alzato il velo su un vasto  giro di spaccio che ha portato all'emissione nei giorni scorsi di sei ordinanze di custodia cautelare, nei confronti di altrettanti soggetti italiani e albanesi, due di questi sono ancora latitanti. Un settimo è finito in manette nel corso del blitz nella notte dell'8 aprile. Sono tutti accusati di spaccio, uno degli alPistola carabinieri-2-2-2banesi era stato anche arrestato il 12 gennaio 2016: nel garage aveva una pistola rubata. Gli albanesi hanno 30, 38 e 43 anni, di fatto nullafacenti, gli italiani invece abitano a Piacenza, Monticelli, Morfasso e Fiorenzuola, hanno 41, 22, 47 e 44 anni. 

Gli spacciatori avevano circa cinquanta clienti abituali, tutti segnalati alla Prefettura, che si rifornivano quotidianamente. Si davano appuntamento con pusher e compravano le dosi concordate. Si tratta di operai, artigiani, studenti, professionisti e imprenditori dai 25 ai 50 anni. Nel corso dell'operazione Suerte i militari (circa 50 più un'unità cinofila della guardia di finanza) hanno sequestrato nelle abitazioni degli indagati un jammer telefonico (un apparecchio che disturba le frequenze), una microspia, un rilevatore di "cimici", alcuni grammi di hascisc e sette piantine di canapa.

«La cocaina è un cancro che si diffonde nel tessuto sociale. Un fenomeno in aumento, molto pericoloso e difficile da controllare perché attraversa senza distinzioni tutte le fasce della società. Spesso chi viene segnalato alla Prefettura sottovaluta le conseguenze che ciò comporta, ma sono molto gravi, nonostante siano di di carattere amministrativo e non penale. La segnalazione può avere ripercussioni sul rilascio o rinnovo della patente, sul passaporto, sul porto d'armi e preclude l'accesso a concorsi pubblici», ha precisato il procuratore capo, Salvatore Cappelleri. 

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