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Giovedì, 28 Marzo 2024
Fiorenzuola Today Fiorenzuola d'Arda / Via Silvio Pellico, 6

Blocco degli scuolabus a Fiorenzuola: «Dipendenti non pagati e nessuna manutenzione»

A Fiorenzuola, come in tante altre città Italiane dove la "Tundo Spa" di Lecce ha vinto gli appalti. A Piacenza era già stato revocato il servizio di trasporto sociale che si era aggiudicata dal 2020 al 2022. A Taranto un'offerta tecnica infedele per vincere l'appalto: titolare denunciato e interdetto dall'attività di impresa per un anno

La situazione è più o meno simile in tutta Italia: una ditta leccese che si occupa del trasporto di persone vince gli appalti delle pubbliche amministrazioni, poi non riesce a mantenere le promesse fatte, i dipendenti non vengono pagati e la manutenzione dei mezzi è quasi totalmente assente. Così accade che a Piacenza la Tundo Spa si vede revocato l'appalto per il servizio di trasporto sociale del Comune che si era aggiudicata da gennaio 2020 al 31 dicembre 2022, mentre a Fiorenzuola alcuni dipendenti presenteranno le dimissioni e nella mattinata del 22 ottobre non hanno fatto uscire i mezzi dal deposito di via Silvio Pellico, lasciando “a piedi” una sessantina di bambini i cui genitori erano stati avvisati il giorno prima tramite una chat What’s App.

Qualche giorno fa la Tundo Vincenzo Spa, che ha sede a Zollino (Lecce), era finita nel mirino della Guardia di Finanza di Taranto, nell’ambito di un’indagine che ha portato ad un’ordinanza di misura cautelare interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività d’impresa per la durata di 12 mesi, nei confronti del titolare. Il reato? «La produzione di un’offerta tecnica infedele – si legge in una nota delle Fiamme Gialle -  per aggiudicarsi un appalto per l’affidamento del servizio di autotrasporto di persone diversamente abili della A.s.l di Taranto, per un importo complessivo di 6 milioni e 600 mila euro. «“Promesse” messe nero su bianco nell’offerta ma mai attuate durante l’esecuzione del servizio. Durante l’indagine si è appurato che la ditta ha seri problemi anche presso altre pubbliche amministrazioni, tra i quali i ritardi dei pagamenti ai dipendenti, come a Fiorenzuola» - spiega a IlPiacenza.it il tenente colonnello Valerio Bovenga della Guardia di Finanza di Taranto.

La situazione a Fiorenzuola

Venerdì 22 ottobre, ore 6.45. Al civico 6 di via Silvio Pellico c’è il deposito locale dei mezzi della Tundo che operano a Fiorenzuola, dopo che la società aveva vinto l’appalto del servizio di trasporto scolastico dal 2016 al 2019, per un importo contrattuale di 440.487 euro, rinnovato nel 2019 fino all’anno scolastico 2021/2020. Di fronte al portone ci sono sette dipendenti, quattro autisti e tre assistenti che tutti i giorni percorrono le linee predisposte per il quartiere Sud di Fiorenzuola, località Paullo (zona Barabasca), le frazioni San Protaso e Baselica e la linea per le persone diversamente abili. Oggi non parte nessuna di queste tratte: «Siamo stanchi delle condizioni di lavoro in essere».

Con loro c’è anche Massimo Granelli, fino al 18 ottobre referente e responsabile di sede nel capoluogo della Valdarda per la società leccese, quando ha firmato le dimissioni «anche in seguito alle denunce che altri dipendenti hanno presentato all’Ispettorato del lavoro per mancati pagamenti». Lui lavora con la Tundo da sei anni: «Devo ancora percepire gli stipendi del 2020. Altri dipendenti non vedono nulla da cinque o sei mesi, oltre a ritardi sul Tfr». Una delle tre assistenti che tutte le mattine salgono sugli scuolabus per accompagnare i bambini a scuola aggiunge: «Ho iniziato il 13 settembre con la Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, nda), il 29 settembre mi hanno registrato il contratto che terminava il 13 ottobre e ora me l’hanno rinnovato fino a fine mese ma io non ho mai visto e firmato nulla. Lavoro qua da quattro anni: prima avevo contratti da settembre a giugno e poi la disoccupazione. Ora non so perché me lo stanno rinnovando di settimana in settimana. Io e una mia collega firmeremo anche noi le dimissioni».

«Non possiamo ammalarci o saltano le linee: a noi piace questo lavoro, i bambini si affezionano»

A Fiorenzuola le assunzioni sono part-time. Le cinque linee partono alle 7 e il giro termina alle 8 con il suono della campanella. Qualche dipendente è impegnato fino alle 9, poi tutti riprendono alle 11.50 con i trasporti per le persone diversamente abili e i bambini delle scuole, per terminare il servizio alle 14. Alle 16 nuova uscita per le classi del tempo pieno. «Non arriviamo nemmeno a 900 euro al mese, se qualcuno si ammala dobbiamo lavorare per forza altrimenti la linea rimarrebbe ferma. Doveva arrivare una “figura jolly” per sopperire ad eventuali imprevisti ma da Lecce non hanno mai mandato nessuno. Ne è arrivata solo una in questi giorni per coprire un dipendente che ha presentato le dimissioni». Chi lo racconta è un signore di 63 anni, da settembre assunto da Tundo. «Mi piace questo lavoro, è bello perché si sta con i bambini e si affezionano».

«Non possiamo fare manutenzione. Disinfettanti portati da casa dagli autisti»

I problemi non riguardano solo il personale. «Abbiamo mezzi che si presentano bene – spiega un dipendete – ma sono privi di manutenzione. Non possiamo nemmeno cambiare un filtro dell’olio perché la società non paga i fornitori locali con i quali ho dovuto metterci io la faccia. Con le normative anti Covid-19 occorre ancora più di prima disinfettare i mezzi e gli autisti sono stati costretti a portarsi prodotti da casa». E ancora: «Gli agenti di polizia Locale hanno riscontrato gomme di un mezzo che erano lisce, impedendone la circolazione. Qui ci va di mezzo la sicurezza nostra e quella di chi trasportiamo».

A Piacenza il Comune aveva revocato il servizio

Fiorenzuola come Piacenza. Qui il Comune a novembre 2019 aveva affidato il servizio di trasporto sociale da gennaio 2020 fino alla fine del 2022, poi revocato a dicembre 2020 e appaltato alla Croce Rossa che nella gara era arrivata seconda. I motivi? Durante il periodo trascorso del servizio erano stati «riscontrati da parte del direttore dell’esecuzione in seguito a verifiche numerosi inadempimenti», in merito ad automezzi e documentazione, oltre a «violazioni degli obblighi relativi al pagamento delle retribuzioni al personale impiegato nell'esecuzione dell'appalto, relativamente alle mensilità di luglio, agosto e settembre 2020». Dopo non pochi solleciti da parte del Comune, a ottobre 2020 la Tundo si era «impegnata a corrispondere le retribuzioni relative al mese di luglio ed agosto entro il giorno 23 ottobre 2020 e quelle relative al mese di settembre entro il 30 ottobre 2020». Sempre ad ottobre, si legge in una determina sull’Albo pretorio del Comune, «a seguito di controlli da parte del Corpo di Polizia Municipale, sono state contestate alla ditta Tundo e ai suoi dipendenti gravi violazioni del Codice della Strada per guida senza il possesso del titolo abilitativo (patente professionale), con conseguente fermo del veicolo per 60 giorni, per incauto affidamento del veicolo a persona senza i requisiti, per guida senza aver con se il foglio di servizio, per assenza dei documenti di circolazione al seguito (carta di circolazione e licenza NCC) e per veicolo con dispositivi di equipaggiamento non conformi». A Piacenza dei mancati pagamenti se ne erano interessate anche le sigle sindacali: a novembre 2020 la Filt Cgil – si apprende sempre dal documento del Comune – aveva segnalato «diversi inadempimenti, in particolare relativi al mancato pagamento della retribuzione di agosto 2020, al mancato invio delle buste paga relative al mese di ottobre 2020, alla mancata costituzione, sul territorio piacentino, del Comitato per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione, con la partecipazione delle rappresentanze sindacali aziendali».

L’interdizione del titolare ad esercitare l’attività di impresa

Come detto il 15 ottobre la Guardia di Finanza di Taranto aveva reso noto gli esiti di un’indagine che aveva portato al divieto per 12 mesi di esercitare l’attività di impresa, nei confronti del titolare. Quest’ultimo è stato anche denunciato per truffa aggravata ai danni di Ente pubblico e frode nelle pubbliche forniture. «Il provvedimento riguarda la persona fisica, ovvero l’imprenditore e non la società – spiega il tenente colonnello Bovenga delle Fiamme Gialle di Taranto -. Tant’è che l’impresa di fatto può proseguire ma sotto un’altra figura e gli appalti in essere con le pubbliche amministrazioni non subiscono nessun effetto. La misura cautelare è stata valutata dal giudice in seguito alle situazione e le problematiche che vedono coinvolta la ditta in diverse parti d’Italia».

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