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Fiorenzuola, ritorna il 24 maggio la sala pose per i ritratti di famiglia

Il Club cinematografico Fiorenzuola invita tutte le famiglie che vorranno farsi ritrarre, a presentarsi “al gran completo” presso la sua sede in piazza Caduti, 1 a Fiorenzuola, dove sarà allestita una sala di posa in cui “valenti” fotografi le immortaleranno

Anche per questo il Club cinematografico Fiorenzuola invita tutte le famiglie che vorranno farsi ritrarre, a presentarsi “al gran completo” presso la sua sede in piazza Caduti, 1 a Fiorenzuola, dove sarà allestita una sala di posa in cui “valenti” fotografi le immortaleranno. Le stampe, formato cartolina, offerte da ARDA CASE, saranno rigorosamente in bianco e nero. L’apertura della sala posa sarà domenica 24 maggio dalla 10 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 19.   L’immagine manifesto della FOTO DI FAMIGLIA di quest’anno – informa il CCF - risale all'incirca nel 1932, ed è stata gentilmente concessa dalla signora Damiana Rangognini, nipote di Pietro e Maria e figlia di Carlo, ritratti nella foto.  I personaggi presenti nella foto sono parte della storia di Fiorenzuola e hanno rappresentato un punto di riferimento di un intero quartiere, e non solo, per vari decenni.  Pietro Rangognini con la moglie Maria Artusi (entrambi del 1903) ed i figli Gemma e Carlo, rispettivamente nati nel 1927 e nel 1929 compongono il gruppo di famiglia la cui storia si rifà agli inizi del secolo scorso.  La Sig.ra Damiana, oltre alla foto, ha fornito una breve e preziosa storia dei personaggi, collocandoli nel loro contesto storico.  All'epoca i dintorni di Fiorenzuola, zona ad alta prevalenza di fondi agricoli, erano serviti dai venditori ambulanti, detti "basulon". Pietro iniziò quest’ attività intorno agli anni ‘20 con cavallo e carretto, partendo ogni giorno dalla casa, con annesso stallino, in cui la sua famiglia abitava, posta sul Piazzone, l'attuale piazzale San Giovanni.

Con l’aiuto della moglie Maria, e più tardi del figlio Carlo, girava le campagne suonando una trombetta all’approssimarsi di un casolare per avvisare le massaie del suo arrivo. Il suo carretto era carico delle più varie mercanzie che andavano dallo zucchero alla brillantina, dagli elastici al lucido da scarpe, dalle sementi alla biancheria intima.  Non mancava poi il petrolio per le lucerne e la famosa lisciva per il bucato (antenata degli attuali detersivi) e per questo i "basulon" erano anche chiamati “liscivier”. Tra i tanti prodotti in vendita non potevano mancare i dolciumi che di solito venivano esposti in bella vista per richiamare l’attenzione dei bambini.  Oltre ad essere fonte di rifornimento per le famiglie contadine, il "basulon" aveva inoltre un altro importante ruolo: era latore di messaggi e divulgatore di notizie e pettegolezzi del paese.

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