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Forte ondata di maltempo, Bonifica: «In Valtrebbia e Valdarda i danni più gravi»

Rimane alto il livello di attenzione dei tecnici del Consorzio di Bonifica di Piacenza per le eccezionali raffiche di vento, le intense piogge e l’innalzamento del Po e dei torrenti appenninici nelle ultime 72 ore

Rimane alto il livello di attenzione dei tecnici del Consorzio di Bonifica di Piacenza per le eccezionali raffiche di vento, le intense piogge e l’innalzamento del Po e dei torrenti appenninici nelle ultime 72 ore. «Stiamo monitorando l’intero territorio e già dalle primissime ore di oggi siamo intervenuti sulle situazioni di maggior criticità. In Alta Valtrebbia e in Alta Valdarda i maggiori danni. I tecnici del Consorzio e alcune ditte piacentine sono al lavoro per ripristinare la circolazione stradale di alcune zone montane», afferma l’Ingegner Filippo Volpe, direttore dell’Area Tecnica del Consorzio di Bonifica di Piacenza.

«Siamo a fianco dei primi cittadini – commenta il presidente provinciale di Coldiretti Piacenza Marco Crotti – nel denunciare la grave ondata di maltempo che ha colpito case, aziende e infrastrutture e nell’attivare subito la procedura per la verifica dei danni e la richiesta dello stato di calamità».

Zona montana - La situazione più grave si registra in Alta Valtrebbia, dove le forti raffiche di vento in comune di Bobbio e di Coli hanno divelto molti tetti e fatto cadere alcune piante causando, tra i vari danni, anche l’interruzione della strada consortile “Vezzera – Pradaglione” che collega Gavi a Fontana in comune di Coli. Subito riattivata, invece, la circolazione stradale in località Lagobisione di Bobbio grazie all’intervento dei tecnici del Consorzio e di alcune ditte locali. Per quanto riguarda la parta montana comprendente le valli Nure, Arda e Tidone non si segnalano danni significativi alle infrastrutture viabilistiche gestite dal Consorzio. Da rilevare, in alta Valdarda, la messa in sicurezza della strada che collega Santa Franca a Morfasso grazie al tempestivo intervento degli abitanti della zona e di una ditta del posto.

Diga di Mignano (comune di Vernasca) 

Non risulta alcun danno alla struttura il cui funzionamento risulta regolare. Da segnalare solamente alcune problematiche agli impianti di illuminazione e ai ponti radio dovute alle eccezionali raffiche di vento con velocità superiore ai 100 km/h. Tra sabato, domenica e lunedì sono caduti complessivamente 131 mm di pioggia. Nella giornata del 29 ottobre, si è verificato un evento di piena con portata massima in ingresso diga di circa 110 mc/s (metri cubi al secondo) a cui è seguita un'erogazione massima di 25 mc/s.  La quota di invaso è aumentata di circa 9 metri con un volume trattenuto durante l'evento di circa 2 milioni di mc.

Diga del Molato (comune di Alta ValTidone) 

Piogge intense e forte vento non hanno causato particolari danni.  Tra sabato, domenica e lunedì la pioggia caduta è stata di 85mm.  Nella giornata di ieri è stato registrato un incremento della portata in ingresso diga con valore massimo di circa 9 mc/s (metri cubi al secondo) a cui non è corrisposta nessuna erogazione salvo il rilascio del DMV già in corso. La quota di invaso è aumentata di circa 3 metri con un relativo aumento di volume di 450 mila mc. «Anche in alta Val Tidone – riferisce il sindaco Franco Albertini – il problema è stato il vento, con piante cadute, tetti scoperchiati, tre cimiteri danneggiati e black out alcuni dei quali non ancora risolti. Risulta sempre più fondamentale dare la possibilità agli agricoltori di fare manutenzione sugli argini per evitare il ripetersi di questi gravi episodi». 

Città di Piacenza e fascia costiera del Po

Per quanto riguarda gli impianti idrovori di sollevamento meccanico situati lungo l’argine del Po: l’impianto idrovoro della Finarda, a difesa della città, non è entrato in funzione ma, visto l’innalzamento del Po, da lunedì sera sono state chiuse le paratoie di valle.  L’impianto idrovoro dell’Armalunga, utile alla difesa idraulica della zona suburbana è entrato in funzione sabato notte per l'innalzamento del Nure ed è ancora in funzione. L’impianto idrovoro di Zerbio, sempre in funzione perché situato in una zona depressa rispetto al livello dei corsi d’acqua ricettori (Po e torrente Chiavenna), ha visto un’intensificarsi sia del volume sollevato che delle ore di funzionamento delle pompe. Se necessario, pronto ad entrare in funzione anche l'impianto idrovoro di Braciforti di Fossadello. Sempre a causa dell’innalzamento del livello del grande fiume è stata chiusa nella mattina del 30 ottobre la paratoria dell’impianto idrovoro di Casino Boschi, nella bassa val Tidone, mentre nel pomeriggio di lunedì sono state attivate le pompe di sollevamento meccanico ed è iniziato lo sfioro nella cassa di espansione in Via Paul Harris a protezione dell’abitato di San Nicolo. Sul reticolo idraulico funzionale al comprensorio non si rilevano situazioni di criticità ma, sia per i canali sia per gli impianti, continua un attento monitoraggio.

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