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Il “San Fiorenzo 2021” al prof Michele Stanca «per non dimenticare il valore della ricerca scientifica»

Direttore del Centro di ricerca per la genomica e la postgenomica animale e vegetale di Fiorenzuola, si era spento a marzo 2020 a causa del Covid. Il premio assegnato ogni anno in occasione del patrono nel 2021 sarà alla memoria del prof Stanca: «Bella figura rappresentativa della sperimentazione scientifica»

«L’importanza della ricerca scientifica resa particolarmente attuale e determinante in questo tempo di pandemia, il tornaconto di prestigio ed occupazionale per Fiorenzuola dovuti alla presenza del Centro di ricerca per la genomica e la postgenomica animale e vegetale, animato e diretto dal dottor Michele Stanca». E «l’esemplare stile relazionale e di umanità testimoniata» dal professore scomparso il 19 marzo 2020 all’ospedale di Fidenza, dopo alcune settimane di ricovero, dopo aver scoperto di essere positivo al coronavirus. Fiorenzuola non lo dimentica, non dimentica il «ricercatore, lo scienziato, la bella figura rappresentativa della sperimentazione scientifica». Con queste parole non lo dimenticano i rappresentanti della commissione del Premio San Fiorenzo che, per la festa patronale che cade il 17 ottobre, assegna ogni anno un riconoscimento a persone che si sono distinte nella comunità del capoluogo della Valdarda. Per il 2021, «in questo particolare periodo storico segnato dalla pandemia», la commissione del Premio composta tra gli altri da don Gianni Vincini, «ha deciso di mettere in primo piano il valore della ricerca scientifica», assegnando il riconoscimento alla memoria del professor Michele Stanca. Sarà consegnato alla famiglia nel week-end del 17 ottobre, patrono di Fiorenzuola.

Quando più di un anno fa lasciò la moglie Miriam Odoardi, i figli Luigi e Mariangela, il mondo della scienza e della ricerca, era vicepresidente dell’Accademia dei Georgofili. Era nato nel ’42 a Soleto, nel Leccese, e una volta diplomato si era laureato in Scienze Agrarie a Bari, conseguendo poi due Borse di studio, una come ricercatore a Cambridge, l’altra a Dublino. Ha insegnato dietro le cattedre delle Università a Milano, Piacenza, Modena e Reggio e Tunisi, contribuendo ai corsi di quella della Terza età di Fiorenzuola.

stancaconvegno1-2Nel corso della sua carriera è stato presidente della Società Italiana di Genetica Agraria, presidente dell’Accademia Nazionale ed Europea per le Scienze Applicate allo Sviluppo dell'Agricoltura, alla Sicurezza Alimentare ed alla Tutela Ambientale.  A Fiorenzuola ha diretto il Centro di ricerca per la genomica e la postgenomica animale e vegetale di via San Protaso, che occupa 65 addetti e che è stato «classificato “Eccellente” – si legge nelle motivazioni dell’assegnazione del premio - sulla base della valutazione dei Cra». Qui Stanca si è occupato del miglioramento genetico di numerose specie di cereali, in particolare dell'orzo, che chiamò “Varietà Arda”. «Il prestigio di Michele e la qualità di gestione di questo Centro impedirono il trasferimento di quest’ultimo a Lodi, com’era in un primo tempo stato pensato per ragioni di risparmio». Viene ricordato dai rappresentanti della Commissione che ha assegnato il Premio San Fiorenzo 2021 come «un grande divulgatore scientifico, una persona molto nota in Italia e all’estero, capace di raccontare la scienza a tutti con uno stile coinvolgente e mai impersonale o distaccato dall’interlocutore. Abile e appassionato comunicatore», con alle spalle numerose «magistrali conferenze» e «quattrocento pubblicazioni in riviste scientifiche nazionali e internazionali, in libri e capitoli di libri. Durante la sua direzione del Centro sono state pubblicate a Fiorenzuola circa ottocentocinquanta esperienze sempre su riviste scientifiche e divulgative».

Qualche mese fa, ad un anno dalla sua scomparsa, Luigi Cattivelli e tutto il personale del Centro di Genomica e Bioinformatica di Fiorenzuola, ha raccolto in unMichele Stanca-2 volume di 180 pagine le testimonianze delle persone che hanno conosciuto il professor Stanca «e che hanno apprezzato le sue doti umane e scientifiche. Ricordi personali di studenti, amici, colleghi, persone che hanno lavorato con lui per decenni così come persone che l’hanno visto solo in poche occasioni». «Michele - si legge nella prefazione - è stato un ricercatore che si è occupato di genetica dei cereali, è stato un grande divulgatore scientifico, una persona molto nota in Italia e all’estero, che ha rivestito ruoli di grande prestigio nel mondo della ricerca agraria. In questo libro, tuttavia, si evidenzia prima di tutto la dimensione umana di Michele, la sua capacità di raccontare la scienza a tutti e il suo stile coinvolgente e mai impersonale o distaccato dall’interlocutore. Ad un anno di distanza dalla morte, tante persone hanno accettato di condividere il loro ricordo di Michele dando vita ad un quadro che è un insieme di temi professionali, civili e personali, lezioni di vita e semplici aneddoti. Questo libro raccoglie tutti i contributi pervenuti e restituisce la figura di una persona vera, appassionata degli altri, che ha lasciato un segno in tutte le persone che hanno avuto la fortuna di incontrarlo».

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