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Lingua romena a scuola, Rancan: «Materia inutile, non è integrazione»

Il commento di Matteo Rancan dopo l'introduzione di un corso di lingua rumena alle medie di Fiorenzuola. «A chi può giovare l’insegnamento scolastico della lingua rumena? Tutti conosciamo la risposta, eppure l’avviamento di questa materia sta diventando una tendenza contagiosa tra i presidi, anche nel Piacentino»

«A chi può giovare l’insegnamento scolastico della lingua romena? Tutti conosciamo la risposta, eppure l’avviamento di questa materia sta diventando una tendenza contagiosa tra i presidi, anche nel Piacentino». Così il consigliere regionale della Lega Nord, Matteo Rancan, alla luce del progetto di introduzione di un corso di lingua e letteratura rumena alla scuola media “G. Gatti” di Fiorenzuola d’Arda. In questi giorni l’Istituto comprensivo del capoluogo valdardese ha infatti contattato le famiglie degli alunni per chiedere l’autorizzazione alla partecipazione delle lezioni, un’ora settimanale fino alla fine di maggio.

«Nonostante sia risaputo che nel nostro paese la popolazione abbia ancora difficoltà a misurarsi con l’inglese – osserva Rancan -, negli ultimi anni abbiamo assistito ad una diminuzione delle ore di lezione di quella che è ritenuta la lingua franca dei nostri giorni. E come se non bastasse, ad aumentare è invece il numero di dirigenti scolastici che reputano fondamentale insegnare ai ragazzi un idioma parlato solo da 24 milioni di persone, suddivise tra due paesi che non si distinguono certo per essere potenze economiche. Nel caso in cui lo scopo possa essere quello di abbattere le diffidenze tra i nostri giovanissimi e i connazionali immigrati dalla Romania e dalla Moldavia, si ricade purtroppo nel solito errore ideologico di chi vorrebbe gli italiani immersi nella cultura degli stranieri ospitati. L’integrazione, al contrario, avviene quando gli stranieri hanno padronanza della lingua del paese che li ospita, quando ne conoscono e comprendono cultura e leggi. Il compimento del processo di inserimento tra diverse nazionalità non può avvenire adeguando la maggioranza alle distinte minoranze».

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