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Lite al canile e oltraggio alla guardia zoofila, volontaria a processo

Castellarquato, processo a una donna accusata di oltraggio a pubblico ufficiale. Le guardie volevano riprendere un cane sequestrato a Pontenure per restituirlo al proprietario (l’atto di sequestro era sbagliato). La donna, anch’essa volontaria, si frappose fra la guardia e i carabinieri perché non voleva consegnare l’animale

Pur di non restituire il cane avrebbe ingiuriato il responsabile del Nucleo delle guardie zoofile e anche l’allora maresciallo dei carabinieri di Castellarquato. E’ il cuore di un processo che vede imputata una donna, Robert Gilberte, di oltraggio a pubblico ufficiale (ma solo nei confronto della guardia zoofila Loris Burgio). La donna, difesa dall’avvocato Cristina Balteri, sostiene di aver agito con correttezza. La guardia si è costituita parte civile con l’avvocato Gianmarco Lupi. Davanti al giudice Gianandrea Bussi, pm Monica Bubba, sono sfilati alcuni testimoni. La vicenda avvenne nel marzo del 2016.

A metà mese, le Guardie zoofile avevano sequestrato un cane a Pontenure: secondo le accuse, il cane era tenuto in un box in condizioni limite, tra la sporcizia e affetto da due malattie. Passarono un paio di settimane, vennero eseguiti due sopralluoghi e il cane venne sequestrato. Il Comune aveva ritenuto il proprietario soggetto non idoneo a tenere il cane. L’animale venne così sequestrato e portato al canile comunale di Castellarquato. Il canile, dove operano anche volontari di Enpa, inviò i documenti al proprietario. Attraverso il Comune di Pontenure, però, emerse un errore formale nell’atto di sequestro. Il Comune di Pontenure, così, revocò il sequestro amministrativo e diede incarico alle guardie zoofile di andare a ritirare il cane e riconsegnarlo al proprietario.

Burgio si recò a Castellarquato e mostrò il documento alla dirigente del canile. Quest’ultima, visto l’atto del Comune di Pontenure, andò a prendere il cane. In quel momento, arrivò la donna, anche lei volontaria del canile, e intervenne. Scoppiò una lite verbale. La guardia zoofila disse che aveva il documento del sindaco. Lei, però, avrebbe continuato a urlare e Burgio chiamò i carabinieri. Arrivò l’allora comandante di Castellarquato. Lei, secondo la testimonianza del maresciallo, continuò a inveire contro i due uomini, entrambi in divisa, perché non le davano il cane. La donna sarebbe stata agitata e parlato di questioni politiche sostenendo che il proprietario non era in grado di occuparsene.

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