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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Logistica alla Barabasca: «La classificazione a zona industriale? C'è da vent'anni e mai attuata»

La Giunta di Fiorenzuola: «Persi anni di possibile sviluppo per incapacità gestionale e tante possibili occasioni mancate, mentre Comuni vicini, approfittando dell’inerzia Fiorenzuolana, acceleravano su insediamenti commerciali e industriali»

Sull’area della Barabasca «sono stati persi anni di possibile sviluppo per incapacità gestionale e tante possibili occasioni mancate, mentre Comuni vicini, approfittando anche dell’inerzia Fiorenzuolana, acceleravano su insediamenti commerciali e industriali». L’Amministrazione comunale risponde alle critiche che si è sentita rivolgere dal comitato cittadini sorto contro l’insediamento logistico in un terreno alle porte della città. Scrivono sindaco e assessori in una nota: «Davanti alla proposta di una ditta leader mondiale nella logistica del freddo, disposta ad investire nel territorio fiorenzuolano nel breve periodo ben 80 milioni di euro per il proprio Centro di insediamento del Nord Italia e di portare in prospettiva, nel prossimo futuro, più di 100 posti di lavoro qualificato, di risorse tecniche laureate e diplomate, l’Amministrazione, nel pieno rispetto delle norme, ha deciso di pervenire ad una deroga degli indici urbanistici dell’Area, condivisa con 14 enti istituzionali che nulla hanno avuto ad eccepire su detta soluzione, soprattutto in merito ai dettami paesaggistici ed ambientali. Deroga che, ricordiamo, riguarda un solo fabbricato dei 2 attualmente previsti, che potrà realizzarsi fino a 41 metri di altezza contro i 15 attualmente previsti dalle norme, scelta giustificata con una maggiore ottimizzazione energetica dell’impianto. Per quanto riguarda gli oneri di urbanizzazione poi, sono comunque maggiori, a volte anche del doppio, rispetto a quanto applicato in situazioni analoghe da altri Comuni della Provincia».

L’Amministrazione fa poi una cronistoria sulla gestione dell’area della Barabasca. «L’area in questione, sita nel comparto Barabasca, è stata classificata e destinata urbanisticamente a sviluppo industriale nell’anno 2000 e quindi è assolutamente improprio e fuorviante parlare oggi di “consumo di suolo” per un’area che da 20 anni aspetta di essere attuate. Questa scelta è stata fata 20 anni fa dall’Amministrazione di allora e per questo alcune critiche, mosse da un comitato che chiaramente appare più volto a finalità elettorali piuttosto che ambientali, ci appaiono strumentali, se non apertamente espresse in mala fede. Un comitato di questo tipo avrebbe avuto senso 20 anni fa, quando si fece la classificazione dell’area ad uso industriale».

In merito alle accuse «di aver favorito l’attuale proprietà, la Società 2k Engineering, le stesse sono assolutamente infondate». Entra nel dettaglio la Giunta: «Detta azienda ha acquisito la proprietà nel 2019, attraverso un’asta pubblica indetta dal curatore fallimentare della Società Soprip spa, che nel 2010 aveva a sua volta acquistato l’Area dall’Istituto Gazzola di Piacenza, una Fondazione Agricola. Il terreno era stato messo all’asta già altre volte prima del 2019 e le aste erano sempre andate deserte. Il fatto di aver concesso una deroga all’altezza massima su una porzione di area, è stata una scelta non prevedibile, legata alla tipologia di intervento e non certamente al proponente ed i rilievi del comitato sono totalmente privi di fondamento». Si chiedono il sindaco Romeo Gandolfi e gli assessori: «E’ stato opportuno che una società pubblica, già abbondantemente indebitata con gli istituti di credito, abbia investito quasi 3 milioni e 500mila euro di soldi pubblici nel 2010, in piena crisi immobiliare, per acquistare un terreno con pesanti vincoli urbanistici voluti dalle amministrazioni di centro sinistra? La risposta per noi è ovvia e crediamo che questo sia stato il colpo di grazia per la Soprip che, dopo soli 5 anni dall’acquisto del terreno venne messa in liquidazione e non riuscì mai a finalizzare nessun tipo di destinazione e sviluppo di detta Area. La società fallì nel 2014 con un debito di quasi 28 milioni di euro e fu sempre in campo alla sinistra e alle sue articolazioni».

                         

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