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«Mancano le forze e i tempi sono cambiati», il Bascherdeis potrebbe non ritornare

Lo fa sapere il consigliere regionale Gianluigi Molinari che 13 anni fa, durante il suo mandato da primo cittadino di Vernasca, insieme a Sergio Copelli (sindaco di Ponte dell’Olio), Germano Passera e Andrea Nicoli diede inizio al Festival Internazionale degli artisti di strada

Il 2018 potrebbe non vedere l’edizione annuale del Bascherdeis di Vernasca. «Mancano le forze, i tempi sono cambiati». A parlare, non nascondendo preoccupazione, è il consigliere regionale Gian Luigi Molinari che 13 anni fa, durante il suo mandato da primo cittadino di Vernasca, insieme all’amico Sergio Copelli (sindaco di Ponte dell’Olio), Germano Passera e Andrea Nicoli (attuale presidente di 'Appennino Cultura') diede inizio a quella che lui stesso  definisce «un’avventura», il Festival Internazionale degli artisti di strada nel borgo dell’alta Valdrada.

Dietro alle quinte della manifestazione patrocinata dal Comune di Vernasca, dalla Regione Emilia Romagna, dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, c’è l’Associazione ‘Appennino Cultura’. «Il lavoro nei giorni della manifestazione ma anche nei mesi prima – alla fine del mese di luglio – è frutto dell’impegno di tanti volontari della zona. Dopo tredici anni capisco bene che ci si può stancare e ognuno prende strade diverse. Al venire meno della collaborazione delle persone si aggiungono anche le procedure organizzative e burocratiche sempre più rigide e che colpiscono maggiormente le realtà più piccole».

Molinari si da tempo fino alla fine di marzo per raccogliere opinioni e disponibilità da chiunque «ha il cuore e l'anima per passare dalle parole ai fatti ed entrare in punta di piedi, gratuitamente e con tanto entusiasmo nell'organizzazione». «Quello che servirebbe – spiega – sarebbe un ricambio generazionale, pur mantenendo il gruppo storico che ha creato, coccolato e costruito il Festival. Occorrono nuove forze, nuovi volontari».

Conclude l’ex sindaco di Vernasca: «Perdere questa manifestazione che nel tempo si è affermata nella nostra provincia e non solo, grazie al fatto di essere basata sull’appartenenza al territorio ancor prima che sulla professionalità, sarebbe molto grave. Noi ce la mettiamo tutta per riproporla anche quest’anno, ma se la basi vengono a meno, torneremo a parlare del Festival come un bel ricordo, ucciso dalla noia e dell'indifferenza».

Il post di Gian Luigi Molinari

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