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«Non erano divise naziste: accuse infondate. Fazioso l'atteggiamento di Anpi»

Antea, gestore dei servizi turistici e museali di Castellarquato risponde all'Anpi in merito alla foto di tre ragazzi in divisa storica, ritenute dall'associazione, naziste: «Nuova e inutile polemica. Qui si preferisce criticare e affossare le idee altrui, guardandosi bene dall’offrire alternative»

«A seguito dei reiterati attacchi nei confronti dell'operato di Antea, gestore dei servizi turistici e museali di Castellarquato, ribadiamo che l’animazione di Halloween era a tema fantascientifico (e invitiamo a chiedere a uno qualsiasi dei 150 partecipanti se abbia riscontrato tematiche diverse e riconducibili alla seconda guerra mondiale). Siamo stupiti del fatto che la presidente e l'Anpi locale abbiano deciso ancora una volta di non rivolgersi a noi direttamente ma di innescare una nuova, inutile polemica tramite la stampa locale». Scrive in una nota Antonella Balestrazzi, presidente e legale rappresentante dell'Antea in merito alla lettera dell'associazione al sindaco Ivano Rocchetta nella quale denunciava la presenza in piazza Matteotti di tre persone vestite con divise naziste definendo l'accaduto provocatorio: siamo convinti che con questo tipo di iniziative si svilisca il patrimonio artistico arquatese, facendolo diventare strumento che incoraggia, in ultima analisi, le pulsioni deteriori dell’animo umano.

«Sarebbe bastato - prosegue - che la presidente di Anpi, dato che si trovava in piazza e aveva dei dubbi sullo spettacolo, si rivolgesse a noi per avere spiegazioni. Avremmo potuto farle fare il tour insieme ai turisti e avrebbe partecipato a una fuga da una prigione dove erano rinchiuse creature antropofaghe e mutate geneticamente (la Rocca), sarebbe stata inseguita dai gendarmi della fortezza, quelli che lei stessa ha fotografato, avrebbe incontrato prigionieri in attesa di essere divorati da una divinità aliena e avrebbe trovato finalmente la salvezza grazie a una sciamana in possesso del bene più prezioso: l’acqua». «Credo risulti evidente a tutti - ribadisce - che era impossibile sfiorare argomenti che come scritto nella missiva di Anpi hanno avuto a che fare con la parte più orribile della storia dell'umanità, lo scenario dell'animazione alla Rocca di Castellarquato è riconducibile ad un preciso  genere letterario e cinematografico definito post apocalittico in voga da almeno cento anni. La sceneggiatura inoltre, contrariamente a quanto affermato dall'associazione, non ha in alcun modo svilito il patrimonio artistico arquatese, la Rocca nella pièce è stata utilizzata come carcere, funzione che ebbe realmente a partire dal 1627 e fino al 1961».

«Troviamo fuori luogo - dichiara - le accuse mosse dalla presidente che ha paragonato una festa in costume a tema horror al turismo dell’orrore (quello che si sviluppa nei luoghi dove avvengono efferati delitti), dimostrando di avere le idee molto confuse sull’argomento e una volontà di ergersi a censore con atteggiamento aprioristico e fazioso. Luca De Gregorio, uno dei tre ragazzi fotografati ha dichiarato la foto in questione è stata scattata da una ragazza che era lì in attesa nel frangente in cui i figuranti uscivano. A precisa domanda le è stato risposto che erano sì divise militari, ma che erano li per un evento fantasy e che essendo ambientato nel futuro non c'era nessuna insegna riconducibile a forze militari precise, tanto meno SS. Inoltre smentisco che di propria spontanea volontà abbiamo dichiarato che fossero divise naziste o SS e quanto affermato nell'articolo non corrisponde al vero. A questo punto sarà altra la sede dove appurare la verità dei fatti»

«Mentre Luigi Fichera di Malastrana Eventi ha precisato per l’evento di Halloween a Castellarquato la mia azienda ha proposto in prima battuta, un evento di teatro interattivo ambientato nella seconda guerra mondiale che non conteneva nessun elemento apologetico, né tantomeno speculava sulle atrocità compiute dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, semplicemente avrebbe messo in scena una trama immaginaria con personaggi e costumi dell'epoca, come molte opere di ingegno che da oltre 70 anni a questa parte fanno parte della letteratura e cinematografia internazionale.  Pur non trattando nessun elemento discutibile all'interno della trama, (e sfido e diffido chiunque ad affermare il contrario, visto che tutte le valutazioni sull'evento sono state fatte in maniera aprioristica senza che nessuno conoscesse né trama né avesse assistito alla prova generale) abbiamo deciso in accordo con Antea di non procedere con la messa in scena dell'opera per non alimentare ulteriori polemiche.  A fronte di questa scelta di cambio trama è stato deciso di ambientare l'evento in uno scenario futuribile proprio per non urtare la sensibilità di nessuno; quindi niente streghe al rogo, massacri medievali o altre tematiche di ampio uso in eventi Halloween. La trama ambientata nel 3018 racconta uno scenario post apocalittico di pura fantasia con una rappresentazione di una civiltà dispotica, che come in molti film e racconti del genere post apocalittico hanno apparati militari o paramilitari che durante il nostro evento sono stati rappresentati con divise militari prive di insegne di ogni tipo. Ogni tentativo di ricondurre questo elemento ad un atto apologetico di qualsiasi natura è una forzatura che non trova riscontro nei fatti, come potrà facilmente confermare chiunque abbia preso parte all'evento.

«La festa di Halloween può piacere o non piacere - prosegue Balestrazzi - rimane indubbio che molte persone la festeggino e, complice il ponte con la festività nazionale di Ognissanti, colgano l’occasione per spostarsi e fare una breve vacanza. Si chiama turismo. Dal momento che il nostro compito è quello di accogliere i turisti e di dare loro motivazioni sempre nuove per tornare, in perfetto accordo con le linee guida di marketing territoriale della Destinazione Emilia e del Circuito Castelli del Ducato, da otto anni organizziamo la serata di Halloween e abbiamo sempre un buon riscontro di pubblico. In un paese normale, questo sarebbe stato il volano per decidere di aggregarsi per poter offrire sempre più servizi (ristoranti con cene a tema, mercatini a tema, negozi aperti, borgo addobbato, stand gastronomici, come fanno ad esempio a Grazzano Visconti), ma a Castellarquato si preferisce criticare e affossare le idee altrui, guardandosi bene dall’offrire alternative».

«Il programma di Halloween 2018 è stato ricco e variegato: l’Aperitivo Spiritico ha avuto 80 partecipanti, l’evento per famiglie Sweet Halloween 110, l’evento horrror 150 e la Passeggiata Noir del 1 novembre altri 140.  Circa 500 persone che, se non avessimo organizzato nulla, probabilmente non avrebbero scelto Castellarquato come meta del ponte di Ognissanti ma sarebbero andate altrove. La stessa cosa accade ogni anno con gli eventi romantici: San Valentino e Notte Romantica nei borghi più belli d’Italia. In un paese turistico normale si cercherebbe in tutti i modi di destagionalizzare il turismo e creare eventi anche in bassa stagione, mentre qui si preferisce criticare i cuori rossi appesi nel borgo, criticare la festività commerciale, criticare e basta.  Sembra che i turisti siano consentiti solo in alta stagione, dove si arriva preparati all’accoglienza e dove si concentrano le uniche tre manifestazioni di grande richiamo, negli altri periodi dell’anno danno fastidio.  Un atteggiamento di questo tipo non può che essere deleterio per il paese e la cosa allucinante è che gli stessi operatori economici, associazioni, privati che non aderiscono mai a nessuna proposta siano i principali accusatori dell’Ufficio Turistico che non fa abbastanza. Un’accusa che ci sentiamo di rispedire pubblicamente ai mittenti, ribadendo il nostro impegno per l’accoglienza e l’animazione turistica durante tutto il corso dell’anno e auspicando rapporti più sereni con i vari interlocutori locali».

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