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Ospedale di Fiorenzuola. La Regione a Pollastri: “Infattibile l’istallazione di torri dissipative”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di IlPiacenza

Cartellino rosso sull’ipotesi di istallazione di “Torri dissipative” all’Ospedale di Fiorenzuola, lo si legge nella risposta fornita ad un’interrogazione di Andrea Pollastri (FI-PdL) da parte dell’Assessorato alla Salute.

Il Consigliere aveva chiesto alla Giunta Regionale di valutare l’opportunità di applicare alla parte vecchia dell’Ospedale di Fiorenzuola delle “torri dissipative”, tecnica studiata dall’Università Politecnica delle Marche e già applicata a diverse strutture pubbliche che, attraverso la collocazione agli angoli di armature metalliche equipaggiate con dispositivi a dissipazione di energia, rende sicuro l’edificio in caso di sisma, evitandone gli interventi strutturali e l’interruzione delle attività interne, con un costo sei volte inferiore rispetto a quello previsto per la messa in sicurezza che l’ASL si sta apprestando fare.

“Sulla base delle informazioni acquisite dall'Azienda USL di Piacenza – fan sapere dall’Assessorato - il sistema delle "torri dissipative" non è applicabile al vecchio corpo di fabbrica dell'Ospedale di Fiorenzuola.

Il principale scopo del sistema a "torri dissipative", infatti, è il contrasto mediante assorbimento delle forze orizzontali generate dalle accelerazioni sismiche mentre il problema riscontrato all'Ospedale di Fiorenzuola è in primo luogo di tipo statico oltre che, ovviamente, dinamico ossia di resistenza alle sollecitazioni indotte dagli eventi sismici.”

“Nello specifico – si legge ancora nella risposta - il vecchio corpo di fabbrica dell'Ospedale di Fiorenzuola, realizzato negli anni 60, ha calcestruzzi di qualità molto scarsa con valori di resistenza allo schiacciamento di gran lunga inferiori alla norma. Compromette ulteriormente il quadro statico un elevato carico sulle strutture verticali e di fondazione, già presente all'epoca di costruzione dell'edificio, aggravato con il sopralzo eseguito negli anni 1985/1987.”

Da quanto emerge, insomma, soluzioni alternative ai lavori di abbattimento dell’ultimo piano e di consolidamento delle strutture non sembrerebbero esserci.

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