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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Ospedale e Casa della Salute, Mdp: «Progetti ancora molto generici»

A distanza di qualche giorno dalla presentazione dei contenuti da parte del presidente della Regione Stefano Bonaccini e del direttore generale di Ausl Luca Baldino, intervengono con una nota gli attivisti di Articolo Uno – Mdp

Ospedale e casa della salute di Fiorenzuola. A distanza di qualche giorno dalla presentazione dei contenuti da parte del presidente della Regione Stefano Bonaccini e del direttore generale di Ausl Luca Baldino, intervengono con una nota gli attivisti di Articolo Uno – Mdp.

«Fino a qualche tempo fa nessuno credeva che l'Ospedale venisse davvero ricostruito. La cifra più significativa investita dalla Regione sono ancora i 10 milioni di euro del 2014. Mancano però dal conto presentato anche gli oltre 2 milioni già investiti per il Nuovo Pronto Soccorso e la Nuova Radiologia nel Blocco A. Si stanno mantenendo  gli impegni  presi, prima dal Presidente Errani poi dallo stesso Presidente Bonaccini. Il Progetto illustrato dal direttore generale dell’Usl è ancora però molto generico. La riabilitazione a trecentosessanta gradi era un dato già acquisito. Alcune delle domande che abbiamo posto rimangono ancora sul tappeto. Oggi abbiamo qualche conferma in più per quanto riguarda i tempi  e la collocazione  dei reparti riabilitativi nel Nuovo Blocco B.  Serve comunque un progetto che entri più nel dettaglio, che faccia capire come funzionerà l’“Ospedale” come corpo unico e non solo la parte Riabilitativa: Come saranno le interazioni tra i vari reparti? Quante e quali Unità Operative Complesse ci saranno? Quanto e quale personale? Il Pronto Soccorso, che riteniamo che abbia bisogno anche di un ampliamento dei locali,  sarà un Pronto Soccorso o un Primo Soccorso? La maggioranza che governa oggi il Comune ha sempre sostenuto l’idea di un piccolo ospedale generalista che non solo non era più possibile avere per legge e per gli Accordi Stato Regioni, ma nel quale non andavano più nemmeno i fiorenzuolani e ancor meno i cittadini della Val d’Arda. Ora invece, sul progetto di specializzazione, tutti vedono tutto rosa? Una conversione che ha del miracoloso! Un nuovo miracolo di San Fiorenzo? Se non ci fosse stato il percorso Futuro in Salute (inventato e promosso da chi c’era prima) non ci sarebbe stata nemmeno la possibilità  di discutere sulla specializzazione riabilitativa dell'Ospedale. Non sarebbe stata programmata nemmeno la Casa della Salute a Fiorenzuola che il precedente piano non prevedeva».

Poi passano spostano il discorso sulla casa della salute. «A proposito della Casa della salute, quest’opera è importante quanto l’ospedale per la medicina d’iniziativa e la salute territoriale. L’Azienda USL sta cercando locali alternativi: bene perché per ben che vada passeranno anni prima che possa insediarsi nell’ex Comune! Rispetto a quello che ospiterà ricordiamo che deve diventare un punto di riferimento  rivolto ai cittadini per l’accesso alle cure primarie, un luogo in cui si concretizzi sia l’accoglienza che l’orientamento ai servizi oltre alla continuità dell’ assistenza, la gestione delle patologie croniche ed il completamento dei principali percorsi diagnostici che non necessitano di ricorso all’ospedale. E’ stato fornito un elenco generico che è comune alla maggior parte delle 105 Case della Salute funzionanti in Regione, di cui 7 nel piacentino e delle quali 5 nel Distretto di Levante. Ma quali sono i bisogni del territorio? Quale modello è necessario e utile per Fiorenzuola? Quali ambulatori specialistici saranno previsti? Il fatto che non si parli del CUP (Centro Unico di Prenotazione) è una dimenticanza oppure è una scelta? Non si parla del Centro Prelievi, come mai? Ci sarà un ambulatorio  o una equipe itinerante per le cure palliative domiciliari? Ci sarà un ambulatorio di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza? Ci sarà in maniera continuativa e programmata la presenza di figure come le Assistenti sociali a supporto di funzioni, progetti e percorsi multidisciplinari? Ci sarà un ruolo per le organizzazioni che a vario titolo operano volontariamente quali AUSER, AVIS, AVO? Si parla di Medici di Famiglia, quando invece questa proposta pare non interessi alla maggior parte di  loro.  Bisogna partire comunque con quelli che ci stanno, anche se saranno pochi. Crediamo che dal modello, dai bisogni sociali, dall’organizzazione dei servizi  dipendano anche i lavori e la creazione degli spazi idonei. Molte domande sono ancora senza risposta».

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