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«Percorso blocco B tracciato da vecchia Amministrazione. In cinque anni persi tempo e servizi»

L'ex sindaco di Fiorenzuola, Giovanni Compiani, risponde a Gandolfi: «Quello che osteggiavano ora "va tutto bene". Non hanno mai creduto nell'ospedale». Piccinini e Rossini (M5s): «Regione preveda riapertura punto nascita»

Secondo l’ex sindaco di Fiorenzuola Giovanni Compiani sull’ospedale «sono stati persi cinque anni» l’Amministrazione “Gandolfi” «non ci ha mai creduto». Compiani, al tempo nel Pd ed oggi esponente della locale sezione di Mdp, interviene in difesa della sua Amministrazione dem che, nell’ultimo mandato, venne travolta dalla delicata questione “ospedale” con il blocco primario abbattuto perché – ricorda - «con un piano completamente vuoto non era idoneo staticamente: poteva diventare il nostro ponte Morandi». «Oggi abbiamo un ospedale tra i più nuovi della Regione» ma «è troppo comodo salire sul carro del “che bello” e del “va tutto bene” dopo che quello fatto fino a ieri era stato osteggiato con tanto di cartelli».

Per Compiani «in questi cinque anni c’erano il tempo e le condizioni» per discutere «sul vero punto nodale della medicina territoriale e dei percorsi diagnostici terapeutici» come la Casa della Salute. È stato «perso tempo» che sarebbe potuto servire per «salvare il punto nascita, una delle vere eccellenze del precedente ospedale». L’ex sindaco risponde così a Gandolfi che nei giorni scorsi ha accusato la precedente Amministrazione di prendersi meriti che a suo dire «non hanno» («grazie a loro abbiamo perso le nostre eccellenze» - aveva scritto il primo cittadino).

Giovanni Compiani-2«I contenuti del nuovo Blocco B – mette nero su bianco Compiani -, sono quelli tracciati nel lungo percorso condotto dalla precedente Amministrazione di centro sinistra, comprese le due nuove sale operatorie nel blocco A. I finanziamenti per dieci milioni di euro che oggi consentono la riapertura dell’ospedale sono quelli deliberati dalla Giunta Errani nel 2014 e portati a casa dal centro sinistra. L'appalto dei lavori è del 2015 con il centro sinistra al governo della città. La prima pietra era stata posata il 13 febbraio del 2016. Tutto il lavoro fatto, un lungo percorso istituzionale, la sofferenza, le centinaia di riunioni, le arrabbiature, le notti insonni, non sono state vane».

Compiani ricorda alcuni dati degli accessi all’ospedale di Fiorenzuola che mostrano un trend in discesa dal 2010 al 2013 per poi appoggiare la scelta della Regione «di costruire una struttura tutta nuova invece di rattoppare l’esistente, dopo aver valutato i costi dell’una e dell’altra soluzione», definendola «corretta e di ampio respiro». «Quello che oggi stride – prosegue l’ex sindaco di Fiorenzuola - è che i lavori sono durati ben cinque anni. La storia recente ci consegna inoltre un ospedale solo Covid e la chiusura del pronto soccorso a tempo indeterminato. Due grossi errori. Non si è lavorato perché anche Fiorenzuola, oltre che Piacenza e Castel San Giovanni, avesse posti di Rianimazione. Nel 2019 l’Azienda Usl ha soppresso l’Unità Operativa Complessa di Anestesia e Terapia del dolore. Quale chirurgia e quale pronto soccorso senza rianimazione? Oggi non è più questione di soldi ma di scelte politico-amministrative».

Piccinini e Rossini (M5s): «Regione preveda riapertura punto nascita ospedale Fiorenzuola» 

«L’impegno della Regione sulla riapertura dei punti nascita deve riguardare necessariamente anche quello dell’ospedale di Fiorenzuola. Una struttura che è stata chiusa nel 2013 e dove il numero dei parti si aggirava attorno a quota 700 all’anno, quindi ben oltre la soglia minima di sicurezza». È quanto sostiene Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, all’interno di un’interrogazione presentata alla giunta regionale sulla riapertura del punto nascita dell’ospedale di Fiorenzuola d’Arda in provincia di Piacenza. »L’idea di chiudere i punti nascita non è stata solo un errore che ha riguardato quelli delle montagna ma ha toccato altre zone, come per esempio, quello che si trovava all’interno dell’ospedale di Fiorenzuola – spiega Silvia Piccinini – La sua chiusura ha privato di un servizio sanitario essenziale un intero territorio lasciando che fosse solo quello di Piacenza l’unico punto nascita attivo all’interno di questa provincia con la più ampia parte di territorio montano o collinare e con numerose località collocate ad altitudine elevata e con consistenti distanze dal capoluogo». «A giugno dello scorso anno il Consiglio comunale di Fiorenzuola votò all’unanimità un ordine del giorno che impegnava il sindaco a richiedere alla Regione la realizzazione di un punto nascita e dei relativi servizi di ostetricia e maternità nell’ospedale di Fiorenzuola – aggiunge Elena Rossini, consigliera comunale M5S – Un impegno che ad oggi è stato completamente disatteso». Ecco perché nella sua interrogazione la capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle chiede alla Regione di sostenere la costituzione e l’operatività di un punto nascita nell’ospedale di Fiorenzuola, garantendo anche la presenza in loco dei servizi di ostetricia e maternità. 

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