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Piacenza e Parma verso l'Area Vasta: «Serve la collaborazione dei sindaci»

Un primo passo verso l'unione dei due territori emiliani è stato l'incontro tra i sindaci piacenti e parmensi, tenutosi nella mattinata di giovedì 17 marzo a Fiorenzuola. Presenti Francesco Rolleri, presidente della Provincia di Piacenza, Emma Petitti, assessore Regionale al Riordino Istituzionale e Filippo Frittelli, presidente della Provincia di Parma

P1130620-2L’Area Vasta delle province di Piacenza e Parma non è poi cosi lontana. Un primo passo verso l’unione dei due territori emiliani è stato l’incontro tra i sindaci piacenti e parmensi (ne erano presenti una cinquantina), tenutosi nella mattinata di giovedì 17 marzo a Fiorenzuola.

Tre i relatori della mattinata: Francesco Rolleri, presidente della Provincia di Piacenza, Emma Petitti, assessore Regionale al Riordino Istituzionale e Filippo Frittelli, presidente della Provincia di Parma. A fare gli onori di casa è stato il sindaco di Fiorenzuola Giovanni Compiani: «Quello di oggi dovrebbe essere l’inizio di un accordo per la gestione di alcuni servizi ed attività tra i due enti provinciali. E’ stata scelta Fiorenzuola, come poteva essere scelta anche Fidenza, per la sua posizione strategica tra Piacenza e Parma. Fiorenzuola storicamente è stata un po’ con le due città prima Piacenza e successivamente con Parma. Poi nel carattere degli abitanti c’è una vicinanza con i parmensi, pur mantenendo un’identità piacentina. Quindi la nostra città è una delle sedi ideali per cominciare questo percorso».

«Un altro legame tra e due province, potrebbe essere in futuro anche un unione tra Fiorenzuola, Fidenza e Salsomaggiore, in modo che la dimensione dell’Area Vasta possa aprire altri fronti, per mettere in relazione i territori ed indurli a pensare ad una logica diversa. In questo modo si  esce dal concetto di “più territori”, per ragionare nell’ottica di un “unico territorio”, mantenendo in esso tutte le peculiarità e le identità storiche e culturali di entrambe le province».

«Cominciamo oggi – ha concluso - e penso sia una bella sfida che tutti dobbiamo accogliere e poi vincere».

ENTI TERRITORIALE SOTTO PRESSIONE – «I nostri enti territoriali sono soggetti a tagli, riduzione di servizi e quindi i territori si stanno sviluppando verso le Unioni e quindi non ragionano più sul proprio territorio».

Inizia con questo breve focus sulla situazione in cui versano le province, l’intervento di Rolleri. «Siamo qui per discutere sul riordino delle province: nei nostri enti il personale è stato ridotto del 50% (da 310 dipendenti nel 2014 a 140 di quest’anno), con persone trasferite in Regione e sessanta sono andati in pre-pensionamento».

«Ma siamo qui anche per il processo della Riforma Costituzionale che a fine 2016 dovrebbe portare all’abolizione definitiva delle province e quindi al riordino dell’Area Vasta. Parma e Piacenza avevano due possibilità: far si che qualcuno venisse a dirci cosa fare dopo il Referendum per l’abolizione di questi enti territoriali, o iniziare, come stiamo facendo oggi, un cammino di collaborazione e di sperimentazione».

incontro area vasta-3«In futuro quindi servirà una collaborazione per quanto riguarda lo svolgimento di alcuni servizi: a Piacenza ci siamo trovati con uffici svuotati e quindi senza un buon servizio offerto alla popolazione. Le province però manterranno la propria indipendenza sia dal punto di vista Istituzionale che territoriale. È l’inizio di un percorso che ci porta, come vuole la Riforma, allo svolgimento in comune di alcuni servizi, mantenendo le porte aperte anche alla vicina Reggio Emilia. Tutto – ha concluso Rolleri – ciò verrà fatto con il supporto della Regione Emilia Romagna, che è fondamentale».

SERVE LA COLLABORAZIONE DEI SINDACI – I Comuni sono chiamati ad una sfida, diversa da quella che è l’Unione dei Comuni: l’Area Vasta deve essere in primis un ente di programmazione, ma con lo stesso spirito di quella che è la riorganizzazione complessiva. Ne è convinto il presidente della Provincia di Parma, Filippo Frittelli, che negli ultimi mesi si è ritrovato costretto a fare scelte di retroguardia e a dire “no” agli investimenti sul territorio. Quello dell’Area Vasta  è un ragionamento costruttivo che parte da alcuni bisogni e  necessità che oggi hanno le Province.

Abbiamo bisogno di portare avanti l’attività insieme, per avere maggiori risparmi,  ma anche per sviluppare al meglio la programmazione. Viviamo in un momento in cui la spesa pubblica è in contrazione: abbiamo blocchi dal punto di vista delle assunzioni e abbiamo il dovere di metterci insieme.

C’è gia un accordo abbozzato da votare nei consigli Comunali delle due Province. La scadenza è ottobre quando ci sarà il Referendum Costituzionale.

Oggi inizia un progetto politico – ha dichiarato l’assessore Petitti – che deve essere in grado di costruire queste nuove dimensioni di province, nelle quali va garantita la continuità funzionale dei servizi. Sono quindi temi che rappresentano un impegno preso con i presidenti di Provincia e noi abbiamo avuto l’intenzione di anticipare quello che sarà lo scenario disegnato dalla Riforma Costituzionale.

L’accordo quadro, illustrato dal Direttore generale della Provincia di Piacenza Vittorio Silva, prevede la programmazione, il coordinamento e supporto ai Comuni in alcune funzioni amministrative: centrale unica di committenza, servizio Europa, servizio legale, con sperimentazioni anche sulla pianificazione territoriale e la promozione turistica. Si tratta di uno strumento flessibile che in soli sei punti indica un chiaro percorso di collaborazione. I Consigli provinciali saranno chiamati a votare e per ciascuna attività sarà poi stipulata una specifica convenzione. L’accordo è aperto fin da subito all’adesione di altri enti.

LA PAROLA AI SINDACI - Paolo Bianchi, sindaco di Collecchio e consigliere Provinciale: «Oggi iniziamo un percorso Amministrativo, importante anche se per alcuni può essere noioso. Bisogna collaborare e parlare: l’asse della via Emilia è importante non solo per noi, per i nostri Comuni, ma anche per chi ci guarda da fuori».

Patrizia Calza, vicepresidente Provincia di Piacenza e sindaco di Gragnano: «Penso realmente che quella di oggi sia una giornata importante per noi Amministratori che dimostriamo la capacità di metterci in gioco, di risolvere i problemi e quindi non rimaniamo passivi difronte al futuro, nonostante i nostri timori».

«Le province sono cambiate perché il sistema sociale italiano lo ha volto: dobbiamo prepararci ad affrontare il futuro per affrontare le sfide del domani e per questo serve il contributo di noi sindaci e della Regione, che ci consente di sperimentare senza toglierci l’autonomia».

Ginetto Mari sindac,o Travesretolo e presidente Unione Pedemontana: «E’ necessario che noi Amministratori facciamo un discorso approfondito, perché dobbiamo metterci nella testa che bisogna cedere un po’ di sovranità e di potere: la programmazione che dovrà affrontare l’Area Vasta, non la può affrontare il Comune o l’Unione dei Comuni».

Massimo Castelli, sindaco Cerignale: «L’Area Vasta deve essere un laboratorio di politiche per i territori. I Comuni possono contare di più con unioni più forti».

Nicola Cesari, sindaco Sorbolo e presidente Unione Bassa Est parmense: «Ci possono essere ripercussioni sulle Unioni. Non dobbiamo ragionare solo sotto un aspetto economico, ma dobbiamo lavorare per il bene della popolazione e de territorio».

Jonathan Papamarenghi, sindaco Lugagnano: «Questo percorso cosi fondamentale deve basarsi su principi condivisi. La realtà piacentina potrebbe avere anche altri interlocutori interregionali. C’è un documento già abbozzato tra Parma e Piacenza e personalmente mi sembra molto calato dall’alto. Ho alcuni dubbi per entrare in ciò che oggi ci viene presentato. Il timore è che si vada verso nuovi centri di costi e verso pochi benefici».

Michele Sfriso, sindaco Monticelli d’Ongina: «Piacenza, Parma e Reggio Emilia è una parte di territorio fondamentale per sviluppare il turismo grazie al Po. Oggi con un progetto valido possiamo avere le risorse necessarie per portarle a compimento questo percorso sperando che esso non sia come le Unioni che stanno zoppicando».

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