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Venerdì, 19 Aprile 2024
Fiorenzuola / Fiorenzuola d'Arda

«Più coesi per salvare la sanità in Valdarda»

E' la richiesta dei sindaci del distretto di Levante. Preoccupa la mancata riapertura del pronto soccorso di Fiorenzuola e la carenza di medici ed infermieri. Nella Bassa difficoltà nella gestione di minori e disabili con lo scioglimento dell'Unione dei Comuni

Risposte dall’Ausl e non perdere servizi per cederli ai territori vicini. Ma anche una maggior coesione e un lavoro di squadra tra i sindaci del distretto di Levante, non solo sui temi sanitari ma anche sul sociale. Sono queste, in sintesi, le richieste emerse nel corso della riunione dei primi cittadini della Valdarda e della Valnure – distretto di Levante, appunto -. Poco prima di collegarsi in videoconferenza alcuni di loro si sono riuniti davanti al pronto soccorso di Fiorenzuola, in segno di protesta contro la mancata riattivazione del servizio dopo i lavori di ampliamento della struttura. Che non partirà nemmeno ora come annunciato dal direttore generale di Ausl Luca Baldino spiegando che «non ci sono le risorse umane per coprire i turni».

La riunione, oltre al punto del direttore si Ausl sulla situazione sanitaria in Valdarda e di cui abbiamo reso noto in questo articolo, è servita soprattutto ai sindaci per esporre le problematiche del territorio che saranno raccolte in un documento da inviare alla direzione dell’Azienda Usl e alla presidenza della Conferenza territoriale socio sanitaria.

Il sindaco di Carpaneto Andrea Arfani ha chiesto più attenzione alla casa della salute del suo comune, manifestando la «piena disponibilità a discutere dell’ampliamento». I sindaci di Corte e Caorso, Luigi Merli e Roberta Battaglia hanno sottolineato il disservizio per i loro concittadini, causato dalla chiusura del pronto soccorso. Dalla montagna e in particolare dai primi cittadini di Vernasca e Morfasso, Pinuccio Sidoli e Paolo Calestani, arriva la richiesta di «una maggiore coesione e gioco di squadra tra i sindaci perché la situazione è insoddisfacente e va affrontata con impegno». «Siamo distanti dai servizi – ha aggiunto dal canto suo Calestani – ed è grave l’assenza presidi come il pronto soccorso e la carenza di medici come, in alcuni casi, una guardia medica per un’intera vallata». «Essenziale la riapertura del pronto soccorso» anche per il vicesindaco di Gropparello Giuseppe Previdi.

Per il sindaco di Castelvetro Luca Quintavalla «occorre rivedere il piano di riordino della sanità piacentina che la Ctss ha approvato nel 2017. Non basta protestare ma costruire e lavorare insieme, riprendendo anche discorsi lasciati in sospeso come la gestione delle Case residenze anziani. Importante per il nostro territorio è il tema dei minori: da gennaio 2022 non avremo più l’Unione dei Comuni che fino ad oggi sta gestendo il servizio. Siamo in difficoltà ed è importante ragionare insieme su questi temi che vanno oltre la frammentazione che ci caratterizza». Tema accolto dal sindaco di Fiorenzuola Romeo Gandolfi che si è reso disponibile a «trattare le problematiche chiedendo anche ad Ausl una mano nella gestione di minori e disabili per mettere un tampone provvisorio, in attesa di trovare un’alternativa». A Castellarquato il sindaco Giuseppe Bersani ha riscontrato «malumore tra i cittadini che pensano che l’Ausl trascuri la vallata. Il nostro compito è fare squadra per tenere la caviglia all’azienda». «Fare sistema» è anche l’idea del sindaco Battaglia di Caorso che aggiunge: «Non pensiamo di avere case della salute in tutti Comuni: non ci sono medici e questo succede anche perché avendo perso un ospedale (quello di Fiorenzuola, nda), il territorio non è più appetibile e i concorsi non sono partecipati».

Presenti all’incontro anche i sindacati. Pierluigi Caminati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil ha sottolineato le criticità circa la mancanza di medici ed infermieri, per poi chiedere ai sindaci di «sedersi attorno ad un tavolo e riscrivere il piano sanitario provinciale, con la partecipazione dei sindacati». E ha aggiunto in fine: «Vogliamo che Fiorenzuola torni ad essere un ospedale con tutti i servizi fondamentali, non una clinica riabilitativa». Anche se «non sono sufficienti gli ospedali ma occorre pensare alla medicina territoriale, coinvolgendo i medici di medicina generale».

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