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Festa della Liberazione, Gandolfi: «Ricordare, non dimenticare». Frati (Anpi): «La nostra stella polare rimane la Costituzione»

Anche a Fiorenzuola è stato celebrato l'anniversario della Festa della Liberazione. Presenti anche gli alunni dell'Istituto Comprensivo e le associazioni militari e combattentistiche

«La memoria si onora scrutando con occhi bene aperti il presente, perché quello che è accaduto non torni ad accadere». Sono le prime parole pronunciate nei giorni scorsi dal sindaco di Fiorenzuola Romeo Gandolfi durante la commemorazione del 25 aprile. In piazzale Taverna, insieme a lui, c’erano l’assessore Marcello Minari, il presidente del Consiglio comunale Andrea Pezzani, il presidente di Anpi Danilo Frati, i rappresentanti delle forze dell’ordine del territorio: carabinieri, Guardia di Finanza e polizia locale. Ad ascoltare il sindaco e Frati si sono radunate le associazioni militari e combattentistiche, gli studenti dell’Istituto Comprensivo e alcuni cittadini. Poco prima della commemorazione ufficiale la banda di Pontenure ha guidato il corteo per le vie del centro mentre Romolo Morandini e Anna Agosti hanno eseguito alcuni canti partigiani.

«Oggi ricordiamo i nostri concittadini: la libertà è una conquista quotidiana ed è grazie al loro sacrificio se oggi noi possiamo parlare di Libertà, Democrazia e Pace. Ancora e soprattutto oggi, 74 anni dopo la ritrovata libertà del popolo italiano, si rende necessario un pensiero sulle persone che hanno lottato per consentire al paese di ritrovare dignità e diritti umani. Il 25 aprile rappresenta per il nostro Paese e per la nostra comunità un anniversario che consente anno dopo anno di riflettere sui fatti che hanno reso protagonista l'Italia alla fine della Guerra».

Poi ha parlato di quelli che «sono i valori indispensabili, fondamento della nostra democrazia e inclusi nella Costituzione: la libertà individuale, il rispetto delle minoranze, l’indipendenza nazionale, la pace e la convivenza regolata da leggi uguali per tutti sono stati i valori che hanno ispirata la Lotta per la Libertà. I partiti e le forze sociali di allora, liberali, marxiste e cattoliche, davvero molto distanti tra loro per idee e progetti politici futuri, seppero comprendere, sia pur tra molte difficoltà, l’importanza di ripartire, con un grande sforzo congiunto, da una tavola di valori valida per tutti; una tavola di valori che già camminava sulle gambe delle forze e delle persone che partecipavano alla Lotta per la Libertà e che si precisò nell’elaborazione della nostra Costituzione». 

Gandolfi ha rivolto un pensiero «agli “Eroi”, nel senso dei protagonisti che misero in gioco la propria vita per le generazioni a venire» e qui sono emerse le due parole chiave: «Non dimenticare questi eroi anonimi, umili e sconosciuti: la memoria, in questo senso, assume un valore da difendere, nel rispetto del sacrificio che i Caduti e i combattenti italiani e piacentini hanno vissuto per la patria; ricordare ciò che è stato per trasmettere ai giovani quanto accaduto in passato affinché serva da insegnamento e affinché non si finisca mai di ricercare la verità. Una storia che si fa sempre meno recente e che allontanandosi, non può e non deve perdere attenzione, interesse, desiderio di comprensione. Le testimonianze dirette, di chi ha visto con i propri occhi, sono ormai un privilegio e lo diventeranno sempre di più. Dal 25 aprile 1945 l’Italia dovette ricominciare da zero, distrutta da una guerra che l’aveva fortemente provata uscendo a testa alta dagli anni bui della seconda guerra mondiale ricostruendo dalle macerie un paese moderno. Chi ci ha preceduto declinò certi valori nel momento storico in cui visse; sta a noi non lasciarli deperire o dimenticare ma affermarli, inserendoli nell’agenda delle sfide che stiamo vivendo, consapevoli del molto che quei valori, espressione non solo di ragione, ma di sacrificio, di affetti e di emozioni, hanno da dirci sulla strada della democrazia, della libertà e della giustizia. La fiducia nel futuro e nella giustizia – in primo luogo sociale – che il 25 aprile lascia come insegnamento a tutti noi, è lo spirito con cui Vi auguro una Buona festa della Liberazione».

Non solo ricordo ma anche riflessione

Così è intervenuto il presidente locale dell’Anpi Danilo Frati: «La giornata di oggi deve spingerci ad agire nel quotidiano per fare in modo che quello che è stato non torni a ripetersi. E mi permetto di dire che I'ANPl ha un grande compito e un grande dovere: quello di fare da monito contro qualunque tentazione di rilettura positiva del passato fascista di questo paese». 

«La nostra stella polare rimane la Costituzione democratica nata dall'antifascismo […]. È importante leggere la Costituzione nelle scuole, la scuola pubblica serve a formare cittadini e non ci possono essere cittadini consapevoli e responsabili che ignorino il passato del proprio Paese. La Resistenza non è una pagina tra le altre della nostra storia, ma I'atto fondativo dell'Italia repubblicana. La Costituzione del nostro Paese nasce proprio dall'unione delle forze politiche antifasciste. Tutte: dalla democrazia cristiana al partito comunista, passando per liberali, azionisti e socialisti. Nella Costituzione trova spazio il meglio della cultura politica Paese ha saputo esprimere. A costo di scontri anche aspri tra le varie forze politiche, ma sempre con la chiara idea che la Costituzione dovesse servire a impedire che ciò che era stato potesse tornare a ripetersi. Sono passati 73 anni dall'elezione dell'Assemblea Costituente e 71 dall'entrata in vigore del testo costituzionale, ma la loro attualità è più forte che mai. Occorre spiegare ai più giovani come Italia repubblicana nasca anche dai valori che animavano i giovani partigiani di quasi ottant'anni fa, dai sacrifici e le privazioni che essi ebbero a soffrire, dal peso di una scelta di campo morale e politica. E questo è l'impegno cruciale che guida l'attività dell'ANPl. Ricordiamoci da dove viene la Costituzione dell’Italia repubblicana, dove affondano le sue radici, quali parti politiche ne espressero i valori di libertà, democrazia e solidarietà».

Ha concluso: «Vogliamo che il 25 aprile sia un momento centrale della vita della comunità, un momento in cui giovani e meno giovani si ritrovino attorno a valori condivisi. Per questo motivo l'ANPl è attiva nel promuovere i valori della Costituzione nelle scuole. Valori che sono, o dovrebbero essere, di tutti e non solo di una parte politica. Permettetemi di concludere. ll 25 aprile deve essere anche una festa, una festa della comunità, che si riunisce per  ricordare il passato e far si che questo guidi il presente e il futuro. E dunque buon 25 aprile a tutti. W la Resistenza».

Il presidente provinciale di Anpc (Associazione Nazionale Partigiani Cristiani) ha poi tenuto l'orazione ufficiale. Qui sotto il testo integrale:

Discorso presidente provinciale Anpc Mario Spezia

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