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Martedì, 26 Settembre 2023
La polemica / Cadeo

“Rinnoviamo Cadeo”: «Il presidente del Consiglio comunale non si attiene al suo ruolo»

La segnalazione al prefetto del gruppo di minoranza

«In data 9 agosto, i consiglieri del gruppo consiliare RinnoviAmo Cadeo hanno inviato una segnalazione in Prefettura, e in particolare al Prefetto di Piacenza Daniela Lupo, circa i comportamenti tenuti durante i consigli comunali dal presidente del Consiglio Gianmarco Lambertini. I consiglieri hanno fatto riferimento all’ art. 43 del T.U.E.L. che norma le prerogative dei consiglieri comunali (e provinciali), all'art. 39 del T.U.E.L. e al Regolamento del Consiglio Comunale. Durante i consigli comunali del 23 giugno e del 3 agosto, il Presidente del consiglio ha dichiarato e consigliato ai consiglieri di "concentrarsi più sulla qualità che non sulla quantità degli atti presentati, svilendo così il duro e costante lavoro svolto dai consiglieri», comunicano i consiglieri Maggi, Bruschi e Dosi.

«Secondo l’art. 39 del T.U.E.L. e secondo il Regolamento Comunale, il Presidente del consiglio deve esercitare i poteri di convocazione e direzione dei lavori e delle attività del consiglio, convoca il consiglio su richiesta di un quinto dei consiglieri ed è tenuto ad assicurare una adeguata e preventiva informazione ai consiglieri sulle questioni sottoposte al consiglio. Quindi, dovrebbe esimersi da giudizi inopportuni e denigratori» continuano i consiglieri. «Oggetto di segnalazione è stato anche il ritiro degli atti fatti nella mattinata del 3 agosto, e che nonostante il ritiro, sono stati comunque letti in consiglio comunale ove però i tre consiglieri sono risultati assenti a causa di impedimenti lavorativi e personali. Non capiamo il motivo per cui il Presidente del Consiglio non ha tenuto conto del ritiro degli atti. A detta sua, non possibile agire in questo senso, nonostante il fatto che nel regolamento del consiglio comunale non vi è cenno che al consigliere sia impedito il ritiro di interrogazioni, mozioni o interpellanze» continuano. Ciò che vorremmo, è che i consigli comunali fossero svolti nel rispetto della normativa vigente e con maggior rispetto istituzionale nei confronti dei consiglieri di minoranza, che altro non fanno che non il proprio dovere, ovvero quello di vigilare sull’operato di chi amministra, di dare suggerimenti e anche aiuti, se necessario, nell’interesse della collettività».
 

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