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Un foulard d’autore per le operatrici delle cure palliative dell’Ausl

I Rotary Club di Fiorenzuola e Piacenza Sant’Antonino hanno incontrato la stilista Regina Schrecker

Conviviale comune per i soci del Rotary Club di Fiorenzuola d’Arda e Piacenza Sant’Antonino, al Relais Cascina Scottina.  L’occasione ha permesso alle presidenti dei sodalizi, Tiziana Meneghelli e Monica Patroni, di presentare al consesso Regina Schrecker, che il giorno successivo si sarebbe unita a loro nell’omaggiare le operatrici delle rete delle Cure Palliative di Piacenza di un foulard creato dalla stilista, come segno di ringraziamento per l’encomiabile lavoro svolto quotidianamente, ed in particolare durante  l’emergenza pandemica. Grande professionalità e grande umanità, è stato osservato, nello stare accanto a chi soffre.  Alla serata ha partecipato, portando una toccante testimonianza, Raffaella Bertè, responsabile della rete delle Cure Palliative dell’Ausl di Piacenza.  Tutte donne al tavolo centrale, ha notato Meneghelli nell’introduzione, come quasi tutte donne sono le persone raggiunte dall’omaggio.

L’Unità Operativa di Cure Palliative è dislocata sul territorio (Hospice di Piacenza e Borgonovo) ed opera prendendo in carico il malato e la sua famiglia nel percorso di cura, assistenza, e accompagnamento delle fasi finali della malattia e in altre specifiche situazioni. La struttura valuta gli ingressi nella Rete, garantendo la presa in carico del paziente nei diversi ambienti di cura   e collaborando con i Medici di Medicina Generale nelle cure palliative a domicilio. E proprio all’importanza e alla centralità delle cure domiciliari la dirigente ha riservato osservazioni e spunti di riflessione. Bertè ha poi voluto ricordare la figura di Cicely Saunders, inglese che ha dato il via alla diffusione degli hospice, definendo l'importanza delle cure palliative nella medicina moderna. Infermiera, a causa di problemi alla colonna vertebrale abbandonò tale lavoro e divenne assistente sociale. Si rese conto che non sarebbe stata ascoltata con la sufficiente attenzione nelle sue innovative proposte, non essendo medico.  Si iscrisse allora alla facoltà di medicina e una volta laureata, spinta dalle sue grandi motivazioni, elaborò un approccio innovativo nella gestione del dolore, che divenne uno dei capisaldi dell'assistenza  in hospice.  Delineato il suo piano, Saunders iniziò la raccolta di fondi per finanziare il suo progetto, la costruzione di un ospedale. Il St. Christopher vide la luce nel 1967, come istituto rivolto a malati terminali, anziani e malati cronici costretti a letto, con l’intento di liberare la persona ammalata dalla sofferenza.

Nella mattinata successiva alla conviviale gli omaggi sono stati consegnati dalle presidenti alla “Casa di Iris” ,  anche alla presenza di Stefano Pavesi,  presidente eletto per l’anno 2022/2023 del Rotary di Fiorenzuola, e  di Sergio Fuochi , presidente dell’associazione “Amici della Casa di Iris”. La presidente del sodalizio fiorenzuolano ha quindi omaggiato la Schrecker introducendo un filmato che ha illustrato  la ricca vita professionale della stilista ospite della serata. Regina esordisce giovanissima, studentessa alla Cattolica di Milano, come top model, sfilando sulle passerelle dei grandi maestri della moda in tutto il mondo. Comprende ben presto di non voler solo indossare abiti, ma di volerli creare.  Lancia la sua griffe nel 1980, disegnando abiti anticonformisti e moderni.  Dagli anni 90 si dedica ai mercati emergenti, portando il made in Italy in Russia, Giappone, Cina e Mongolia. Nel 2000 inizia a dedicarsi anche al disegno di costumi teatrali (possono essere citati “Madama Butterfly” e “Rigoletto”), per poi dedicare forte attenzione agli abiti da sposa. Del 1983 la famosissima foto di Andy Warhol, che le dedica una coppia di ritratti che poi diventano le icone della griffe di Regina. Gli scatti di Warhol che la ritraggono sono oggi conservati all’interno della collezione del Museo di Pittsburgh. Più recentemente Regina ha rappresentato in abiti gioiello, realizzati artigianalmente dalla sartoria teatrale fiorentina, le donne emblema della Divina Commedia: Pia de’ Tolomei, Francesca da Rimini e Beatrice.  Tramite questo progetto la stilista si è confrontata con tre figure letterarie, rendendole reali e contemporanee.

La parola è quindi passata alla Schrecker, che ha spiegato che l’idea di realizzare il particolare foulard oggetto del service è nata durante il primo lockdown, con l’intento di realizzare un omaggio dedicato al personale medico e paramedico  che durante la terribile crisi Covid  ha messo a repentaglio la propria vita per salvare quella degli altri.  Difficile anche la produzione, in un periodo tanto complesso, perché tutto era chiuso, ma lo sforzo ha avuto infine successo. Prima donazione allo Spallanzani, dove vennero ricoverati i turisti cinesi positivi al Covid, la seconda a Lodi, territorio che visse momenti durissimi.   Il foulard è nato come   gesto di speranza e di rinascita, ma allo stesso tempo vuole essere uno sprone a non dimenticare. Non a caso è stata lasciata la firma del 2020, per ricordare la battaglia che si sta ancora combattendo. Grande l’ammirazione di Regina per l’eroico impegno del personale sanitario ed altrettanto forte l’impeto nel voler trasmettere un messaggio di incoraggiamento e speranza: come la natura rappresentata nel foulard torna sempre a rifiorire con lo sbocciare dei fiori che nutrono api laboriose in cerca di nettare, così tutti devono essere pronti a ripartire per un futuro più sereno.  “Il foulard è una carezza sulla pelle in una situazione di emergenza in cui il contatto sembra esserci interdetto, rappresenta il piacere d’indossare i colori della vita ed è espressione di libertà”, ecco come un critico d’arte ha voluto descrivere l’idea di Regina Schrecker. La serata si è conclusa con lo scambio dei gagliardetti tra le presidenti, che si sono ripromesse di continuare le collaborazioni tra i due Club.

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