«A 78 anni da Hiroshima l’umanità continua a giocare con una pistola carica in mano»
«Il 6 agosto 2023 sono trascorsi 78 anni dal bombardamento nucleare della città giapponese di Hiroshima, avvenuto il 6 agosto 1945 e seguito il 9 agosto da quello su Nagasaki. Morirono circa 200 000 persone e altre decine di migliaia persero la vita nel corso degli anni a causa delle radiazioni. Questo dovrebbe indurci tutti e tutte a fare l'impossibile per evitare il succedere di guerre con possibile utilizzo di bombe nucleari e invece come ha detto Gutierres, segretario Generale dell'Onu, "L'umanità continua a giocare con una pistola carica in mano". Anche se l'art. 11 della Costituzione italiana enuncia il ripudio della guerra, sul suolo nazionale (Torre Ghedi ed Aviano) sono depositate diverse decine di bombe nucleari tattiche statunitensi B61, con potenza variabile da 0,3 a 170 kt e lanciabili da aerei costruiti appositamente o compatibili, con un raggio d'azione ridotto rispetto ai missili intercontinentali (in questo caso si parla infatti di armi strategiche). A causa dell'assenza di dati ufficiali della Nato, se ne stimano ancora 150-200 dislocate in cinque paesi europei dell’Alleanza: Belgio (10-20), Germania (10-20), Italia (70), Olanda (10-20) e Turchia (circa 50-70. Queste bombe, custodite sotto il controllo americano dagli US Munitions Support Squadrons (Munss), possono essere trasportate, tra gli altri, dagli aerei statunitensi F-15E e F-16C/D, ora anche dagli F35. L'unica politica possibile e realistica oggi è quella di lavorare per la Pace. Credo molte persone l'abbiano capito, come ne erano consapevoli anche coloro che erano sopravvissuti alla seconda guerra mondiale. Purtroppo i Governi italiani ed europei sembrano più interessati "a continuare a giocare con l'arma carica in mano". Ma ricordiamoci che siamo noi cittadini a lasciargli l’arma in mano».
Roberto Lovattini, maestro