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Sicurezza

Aggredito sul treno mentre ferma uno senza biglietto: «Servono leggi a tutela del personale di bordo»

L'associazione sindacale Confsal denuncia un episodio avvenuto sul Tper tra Piacenza e Lodi

«Passano gli anni, si susseguono governi, cambiano le leggi ma le aggressioni a bordo treno continuano a perpetrarsi impunemente con vittime personale coinvolto e utenti contribuenti». Lo scrive in una nota la segreteria di Piacenza di Confsal, riferendo di una aggressione avvenuta sulla tratta ferroviaria tra Piacenza e Lodi nella giornata di venerdì 19 gennaio. 

L'associazione sindacale riferisce di un episodio nei confronti di personale dell’ assistenza di Trenitaia Tper a bordo del treno regionale 2254 diretto da Bologna a Milano, durante il normale controllo del possesso dei titoli di viaggio da parte del Capotreno nella tratta Piacenza-Lodi. «Un viaggiatore - scrive Confsal di Piacenza - nel tentativo di eludere il controllo incappava nello specialista dell’ assistenza a bordo treno (un lavoratore piacentino) in funzione di antievasione e nel mentre quest’ultimo ribadiva la richiesta di mostrare il titolo di viaggio in supporto al capotreno, veniva per risposta colpito al volto e sbattuto a terra. Il capotreno richiedeva intervento Polfer nella stazione di Lodi, ma il viaggiatore tentava di fuggire e resisteva al fermo della Polizia aggredendo anche l’agente intervenuto che comunque riusciva a immobilizzarlo e coadiuvato da altri tre agenti intervenuti, lo arrestavano. Mentre il lavoratore colpito veniva portato in ambulanza al pronto soccorso».

«Il fermato - scrive la nota - è risultato già colpito da foglio di via e probabilmente in considerazione di ciò verrà processato per direttissima e forse scontata la condanna sarà rimpatriato. Questo è un caso cronico a bordo treno, che provoca ritardi se non soppressione al treno, trauma a personale a bordo treno, trauma alle forze dell’ordine, oltre che a perdite economiche per le imprese di trasporto. Già la presenza a bordo del personale di assistenza e antievasione a supporto del capotreno sebbene caso non eccezionale non è regola, probabilmente se presente il solo capotreno dinamica sarebbe stata più traumatica per il personale coinvolto e il treno invece di maturare 15 minuti di ritardo sarebbe stato soppresso a Lodi».

«Viaggiare in treno privi di titolo di viaggio in Italia non è eccezione, dall’autobus, alla metro fino al treno, se non fosse che i ricavi da titoli di viaggio e abbonamenti coprono tra il 35% (minimo di legge) e il 55% dei costi operativi delle imprese di trasporto ferroviario, costi finalizzati ad offrire il servizio del trasporto pubblico collettivo, il quale servizio in assenza di coperture finanziarie da biglietti o si ricorre a maggiori finanziamenti da parte delle casse pubbliche regionali o si riducono i servizi di trasporto. Va bene il potenziamento del servizio di assistenza/antievasione a supporto del capotreno, vanno benissimo i servizi di security in fase di attivazione sui treni e nelle stazioni attraverso Fs Security, vanno altrettanto bene le scorte Polfer a bordo treno e andrebbe meglio con un maggior presenziamento delle stazioni, ma riteniamo che a monte il vero deterrente possano essere delle leggi sia a tutela del personale aggredito che prevedano
delle pene non evitabili (ex decreto sicurezza a tutela pubblici ufficiali amministrativi) e sul fronte dell’ evasione tariffaria introdurre un recupero coattivo dell’evaso attraverso procedure di concerto con l’Agenzia delle Entrate».
«Visto il contesto in continuo degrado - conclude la nota - non si può lasciare il contrasto all’evasione al solo personale a bordo treno, occorrono misure dissuasive dal commettere evasione e aggressioni, oggi gratuite. Massima solidarietà al lavoratore piacentino che si è “guadagnato” un gita al pronto soccorso di Lodi per un trauma allo zigomo sinistro e al labbro e altrettanta solidarietà all’agente Polfer».

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