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«Contrari alle moschee fino a quando non vi saranno reciprocità fra Paesi occidentali e islamici e chiarezza sui finanziamenti»

Intervento dei giovani piacentini della Lega: «In Italia, come in tutto il mondo occidentale gran parte dell’indottrinamento e del reclutamento di aspiranti terroristi avvengono all’interno di luoghi di culto islamico»

«La Lega è, è stata e sarà sempre contraria all’insediamento di centri culturali islamici e moschee, fino a quando non ci sarà reciprocità fra Paesi occidentali e islamici, fino a quando le fonti di finanziamento di questi centri non saranno chiare, fino a quando non sapremo cosa succede al loro interno». Lo afferma in una nota sulla pagina ufficiale Facebook il movimento dei giovani della Lega di Piacenza. 

«Per quel che ci riguarda - dice la nota - chiunque ha diritto di pregare il Dio in cui crede. In Italia, come in tutto il mondo occidentale, però, gran parte dell’indottrinamento e del reclutamento di aspiranti terroristi avvengono all’interno di luoghi di culto islamico. Ripetiamo, senza reciprocità, chiarezza e controlli, nessuno può garantire che ciò non possa venire ancora. Inoltre, la Qatar Charity è una fondazione apertamente compromessa con i Fratelli Musulmani e con il finanziamento dell’estremismo islamista nel mondo. Questo è ciò che emerge, tra le molte altre fonti, dai cosiddetti Qatar Papers che è un’inchiesta portata avanti in Francia da Christian Chesnot e Georges Malbrunot che hanno avuto accesso a migliaia di documenti interni della Qatar Charity». 

«Dall’inchiesta emerge che l’uomo chiave della strategia qariota – che tuttora è volta a finanziare centinaia di progetti in Europa e in Italia  - è Yussuf al Qaradawi, leader spirituale dei Fratelli Musulmani che ha più volte espresso posizioni a favore della pena di morte per gli apostati e ha più volte proclamato di avere certezza che i musulmani conquisteranno Roma e l’Europa. Anche l’UCOII, che gestisce buona parte di queste moschee e che pur in questi anni è stato oggetto di un quantomeno discutibile coinvolgimento e di una sponsorizzazione da parte di esponenti politici nazionali, viene considerata dagli esperti un’organizzazione che sposa posizioni ambigue in fatto di riconoscimento dei diritti fondamentali come la libertà di religione e l’uguaglianza di genere, nonché strettamente legata, per ragioni ideologiche e logistiche, ai Fratelli Musulmani».

«La questione dei finanziamenti esteri è un problema serio, che compromette interessi tanto sul breve che sul lungo termine, a cominciare dalla sicurezza nazionale, per finire dalla capacità di integrazione sociale del sistema generale. Se poi questi finanziamenti provengono da istituzioni che sono compromesse con la propaganda radicale religiosa e persino con il fondamentalismo violento, la nascita di questi centri non può che rappresentare un problema serio. La definizione di una più adeguata strategia di dialogo nei confronti dell’islam e delle associazioni che lo rappresentano deve partire dal rifiuto di qualsiasi riconoscimento di legittimità alle frange fanatiche e dal blocco dei finanziamenti che provengono da enti collusi con il jihadismo internazionale».

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