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L'iniziativa / Morfasso

I “nomadi digitali” si danno appuntamento a ottobre a Monastero di Morfasso

La proposta di tre giovani: una o due settimane di tele-lavoro comunitario all’ostello, iniziativa già sperimentata in alcune località delle Alpi

I “nomadi digitali”, coloro che possono lavorare da ogni luogo (purché connesso alla rete internet), perché non potrebbero farlo anche in un luogo isolato come Monastero di Morfasso? È la proposta e provocazione di Daniele Valla, che insieme alla moglie Eva Klein e all’amico Michele Silva ha deciso di sperimentare anche nel Piacentino l’iniziativa di co-working e co-living che il gruppo torinese “Remoto Community” ha già testato in località di montagna sulle Alpi.

Dall'1 al 15 ottobre, presso l'ostello di Monastero, ai Rabbini di Morfasso, l’idea è quella di condividere il telelavoro da uno stesso luogo. «Lo scopo dell’iniziativa – spiega il piacentino Valla - è quello di far conoscere e vivere la montagna in maniera alternativa, promuovendo attività che ne facciano apprendere la storia e le peculiarità culinarie. L’iniziativa, partita dopo l’esperienza della pandemia, è approdata in cinque realtà come Amprimo, San Sicario, Agape, Ostana, Melle. Ora la proponiamo in Alta Valdarda».

I tre giovani che fanno parte di “No Studio” (un gruppo di studio creativo di giovani piacentini e non, con competenze ed interessi che spaziano dal cinema allo sviluppo locale) hanno scelto Morfasso, che ha vinto un “ballottaggio” con Rompeggio di Ferriere, «ma non escludiamo di ripresentare l’iniziativa anche in altri luoghi». L’ostello dei Rabbini di Morfasso è gestito da “Sciara Progetti”, società da qualche anno fortemente impegnata in Valdarda. «I partecipanti possono aderire per una o due settimane. Chi lavora da remoto, ovvero coloro che non hanno necessità fisiche particolari e portano avanti la propria professione senza vincoli di orario, possono sperimentare la possibilità di lavorare insieme ad altri coetanei in un luogo speciale, in uno spazio comunitario dove internet è garantito».

Come mai organizzate tutto ciò? «Il bello dell’esperienza – prosegue Valla - è il vantaggio sociale di lavorare insieme. E proporremo anche qualche attività comune, come una camminata, in un luogo suggestivo, in mezzo alla natura, in un luogo stupendo». Uno dei tre giovani, Michele Silva, aveva partecipato ad una delle precedenti edizioni sulle Alpi. «Ci piaceva l’idea di riproporre l’esperienza nel Piacentino – conclude Valla - e vedere l’effetto che fa, per misurare l’interesse e la voglia di lavorare in un luogo insolito, in un momento dell’anno come il mese di ottobre». Attualmente l’iniziativa registra quattro iscritti, oltre ai tre giovani fautori, che attendono altre adesioni attraverso il sito internet di “Remoto Community”.

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