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L’aumento di 4,10 euro al giorno nelle Cra è retroattivo dal 1° gennaio

Fontana (Ccts): «Per non mettere in difficoltà le strutture si pagherà l'aumento dall'inizio dell'anno». Per le famiglie in questo mese 127 euro di aumento. I sindaci: «Colpite le famiglie e di riflesso anche i comuni»

L’aumento di 4,10 euro al giorno per le famiglie che pagano la retta dei propri cari, ospiti nelle case di riposo accreditate del Piacentino, scatteranno, retroattivamente, dal 1° gennaio. Questo per garantire la sostenibilità delle case di riposo, già alle prese con problemi economici che si trascinando dai tempi della pandemia e dai rincari energetici degli scorsi mesi. Lo hanno deciso gli amministratori locali, che si sono trovati un po’ con le mani legate di fronte all’obbligo di aumento imposto dalla Regione (che a sua volta lamenta minori entrate da parte del Governo).

Durante la conferenza-socio sanitaria il tema è stato sviscerato da Luigi Squeri, dirigente del Comune di Piacenza. «L’aumento della tariffa di 4,10 euro al giorno è a carico dell’utente, La delibera regionale lo rendeva applicabile dal 1°gennaio 2024, con termine ultimo per la modifica entro il 1° febbraio». L’aumento non tocca quelle private. «Si tratta di circa 127 euro di incremento a gennaio per un utente. Qualora fosse scattato a febbraio, per una Cra da cento posti, parliamo di 12mila euro a bilancio in più. Si metterebbe a rischio la struttura, già in sofferenza per i costi energetici».

Attualmente le famiglie pagano 50 euro al giorno (diventeranno quindi oltre 54), una cifra superiore ai 1500 euro per chi sostiene interamente la retta (senza aiuti dal proprio comune di residenza). «Il 20% di queste rette viene integrato dai comuni», ha reso noto Squeri.

La conferenza socio-sanitaria, presieduta da Lucia Fontana, ha quindi deciso di applicare l’aumento dal 1° gennaio. «Decisione calata dall’alto - ha espresso il sindaco di Castelsangiovanni - si poteva almeno guardare alla gradualità o all’Isee delle famiglie degli utenti. Se le famiglie non pagheranno di dovranno pensare i comuni, che sono sempre il salvagente. Però l’aumento scatterà dal 1° gennaio per non mettere in difficoltà le Cra».

«L’aumento ricade prima sulle famiglie - la nota polemica di Paola Pizzelli (vice a Fiorenzuola) - poi sui comuni. Se il “Verani” di Fiorenzuola chiudesse noi non sapremmo dove mettere 140 persone. Il caso del Maruffi non è così lontano da altre realtà». «Dobbiamo trovare un equilibrio – ha rilevato Nicoletta Corvi, assessore al welfare del capoluogo - tra gli interessi e tenere in piedi un sistema che dà sostegno alle famiglie». «La cosa grave è quando una struttura chiude, quello sarebbe il dramma», l’osservazione di Patrizia Calza (Gragnano). «La coperta è corta - il commento di Monica Patelli, sindaco di Borgonovo e presidente della Provincia - tutto ricade sulle famiglie o sui servizi sociali dei nostri comuni». «Come sindaco di Castelvetro - ha detto Silvia Granata - riporto il grido di dolore dell’Istituto Biazzi, che ha vissuto mesi di preoccupazione. Il provvedimento con decorrenza dal 1 gennaio è doveroso per garantire il bilancio delle strutture». «Non trovo corretto - ha fatto notare Roberto Pasquali (Bobbio) - far pagare le famiglie retroattivamente, sarebbe stato meglio dal 1° febbraio. Le famiglie da 1500 euro arriveranno a pagare 1600 euro al mese, appesantiamo ulteriormente i costi per loro».

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